Per chi conosce bene la Francia, l’ha visitata spesso, ama le sue città e vuole scoprire qualcosa di nuovo, fuori dai consueti itinerari frequentati dai turisti italiani, Nancy è veramente una scoperta ricca di arte, di storia, di natura e di gastronomia con un patrimonio inaspettato e variegato. Si trova nel Grand Est della Francia, comodamente raggiungibile in treno, aereo, e automobile, anzi è una tappa ideale per chi l’Italia si reca verso il Belgio o l’Olanda in macchina. Le dimensioni della città consentono di visitare bene il centro a piedi o in bicicletta, dispone di una buona offerta alberghiera e di ristoranti di livello, immersa nel verde e tramite il suo ufficio del turismo Destination Nancy mette a disposizione una nutrita documentazione anche in lingua italiana e un Citypass molto conveniente.
Storia e arte
Il centro storico è ricco di pregevoli monumenti che testimoniano la sua importanza storica come capitale del Ducato di Lorena. La città antica conserva costruzioni che risalgono al Medioevo, ma fu nel Rinascimento che conobbe un notevole sviluppo grazie alle grandi dimore nobiliari, gli hotel particuliers costruiti dalle famiglie nobili dell’epoca. L’edificio che spicca è il Palazzo ducale gotico-rinascimentale eretto a partire dal 1502 per volere del duca Renato II come residenza della famiglia. Presenta una bella facciata con finestre crociate, doccioni e balconcini traforati a sporto ma soprattutto uno splendido portale gotico-fiammeggiante con la statua equestre del duca Antonio di Lorena. L’adiacente Église des Cordeliers, la chiesa dei Francescani, eretta nel 1482-86 costituisce la cappella palatina e mausoleo di famiglia e conserva all’interno notevoli capolavori della scultura rinascimentale, con i sarcofagi dei regnanti finemente scolpiti. Un nuovo capitolo della storia della città fu scritto nel XVII secolo dal duca Carlo III di Lorena che iniziò la costruzione di un nuovo quartiere più a sud secondo i canoni “razionali” del tempo, caratterizzato da grandi vie rettilinee e palazzi uniformi. Questa “Ville-Neuve” risultava alquanto distaccata dalla città vecchia con il suo dedalo di viuzze ancora medioevali. Per raccordare i due centri ci fu bisogno di un evento storico inaspettato.
Il Buon Re Stanislao
La realizzazione di un complesso settecentesco unico in Francia e una delle espressioni più notevoli dell’Architettura settecentesca in Europa, integrato nel 1983 nel patrimonio mondiale dall’UNESCO, chi si sviluppò nello spazio creato tra la città vecchia e la città nuova fu la fortuna di Nancy, con una genesi complessa che è tutta da raccontare.
In un’Europa all’epoca dominata da grandi monarchie, in cui il regno di Francia si confrontava continuamente con l’Austria in complesse battaglie militari, ma anche diplomatiche su tutto lo scacchiere europeo, fu stipulato finalmente un trattato di pace che poneva fine alle questioni di successione dinastiche in Polonia. A seguito di ciò la Lorena divenne francese, mentre il suo duca, Francesco, imparentato con Maria Teresa d’Austria, lasciò la regione per diventare granduca di Toscana. Luigi XV, all’epoca re di Francia, assegnò nel 1737 questo ducato vacante a Stanislao Leszczyński, già sovrano polacco spodestato, che aveva dovuto lasciare il trono e il suo paese: di ciò fu debitore a sua figlia Maria, che aveva sposato qualche anno prima Luigi XV ed era diventata dunque regina di Francia. Stanislao resse il ducato per trent’anni fino alla sua morte: sotto il suo governo Nancy conobbe un periodo di grande sviluppo e prosperità perché il nobile polacco si impegnò attivamente per migliorare l’aspetto e la vita culturale della città divenuta la sua nuova nuova patria di adozione.
Fu lui il promotore della creazione della celebre Place Stanislas, ancora oggi considerata una delle più belle in Europa. Si tratta di un capolavoro dell’architettura barocca settecentesca dell’architetto Emmanuel Héré. È chiusa fra maestosi edifici simmetrici tutti allacciati l’un l’altro da splendide cancellate in ferro battuto e dorato opera di Jean Lamour, che incastonano agli angoli settentrionali le due fontane di Anfitrite e di Nettuno. Sui lati lunghi della piazza spiccano, opposti, il grandioso Municipio e l’Arco di trionfo in onore del re Luigi XV. Stanislao, la cui statua si trova oggi giustamente al centro della piazza, commissionò inoltre la costruzione dei sontuosi edifici circostanti, tra cui il Municipio e l’Opéra-Théâtre, contribuendo così a trasformare Nancy in una città rinomata per la sua bellezza e il suo prestigio culturale. Anche la contigua , ampia e lunghissima Place de la Carrière di origine cinquecentesca e atta alla corsa dei tornei, venne completamente trasformata nel ‘700 da Héré con una prospettiva centrale su quattro filari di tigli chiusa in fondo da una piazza a emiciclo, intitolata oggi al generale de Gaulle, con di fronte il Palazzo dei Governatori.
A fianco si apre il verdissimo vasto Parc de la Pépinière, sistemato nel 1765 su una superficie di 18 ettari con giardino all’inglese in pieno centro cittadino.
All’angolo di piazza Stanislas si trova il Museo delle Belle Arti di Nancy: con una collezione che spazia dal Medioevo al XX secolo, offre ai visitatori l’opportunità di esplorare opere di artisti rinomati come Perugino, Rubens, Delacroix, Monet, Matisse, Dufy, Picasso, Modigliani. Le sue gallerie ben ordinate sono un tesoro per gli amanti dell’arte.
La culla dell’Art Nouveau
Un secolo dopo fu di nuovo una vicenda storica a regalare Nancy un’altra importante stagione di fioritura. La guerra franco prussiana del 1870 consegnò alla Germania l’Alsazia e una parte della Lorena, il dipartimento di Metz. Numerosi industriali, professionisti, intellettuali ed artisti abbandonarono la città per trasferirsi nella vicina Nancy, rimasta francese. La città conobbe così all’inizio del XX secolo un boom economico ed artistico inatteso e divenne un centro di fama mondiale per l’Art Nouveau. Grazie soprattutto la figura emblematica di Émile Gallé, botanico di formazione, nel 1901 nacque l’École de Nancy, per promuovere la collaborazione di discipline differenti, favorire la ricerca e il rinnovamento, formare una manodopera qualificata e investire nel savoir-faire che è sempre stato un punto d’orgoglio della Francia. Il ricchissimo museo della Scuola di Nancy si visita oggi in una villa Art Nouveau circondata da un piccolo, ma curatissimo parco, vicino tra l’altro al più grande parco di Sainte Marie, adiacente al moderno complesso Nancy Thermal. Questo museo celebra l’arte e l’artigianato del movimento artistico e decorativo che si ispirò allo studio della natura anche floreale della Lorena per estrarre gli elementi più utili alle proprie creazioni artistiche. Questo movimento fiorì (è proprio il caso di dirlo!) negli anni spensierati e carichi di ottimismo all’inizio del XX secolo, prima dello scoppio della prima guerra mondiale. I visitatori possono ammirare opere di artisti come Émile Gallé, Daum, Vallin, Gruber e Louis Majorelle. Di quest’ultimo, uno degli esponenti più importanti della scuola, si può visitare a poca distanza con apertura soltanto nel pomeriggio la villa che si fece costruire integrando in maniera armonica la progettazione architettonica dell’edificio, delle vetrate, dei mobili, degli arredi e della decorazione delle sale creando un ‘unicum’ che entusiasmerà gli appassionati di questo tipo di arte, un vero tuffo dello stile dell’epoca.
Gastronomia e Hotellerie
Un ristorante a pochi passi dalla piazza centrale dove assaporare i sapori della tradizione della Lorena si chiama appunto A la table de bon Roi Stanislas. Qui Jonathan Seeleuthner e Yvain Rollot hanno recuperato ricette antiche polacche e francesi da documenti dell’epoca che risalgono dal 1682 al 1739. Sono state apportate naturalmente alcune modifiche, perché da quelli tempi si sono modificati sia i prodotti di base, sia i gusti e le tecniche culinarie. Alla corte di Stanislao un pasto si componeva di quattro-otto servizi con una quindicina di piatti differenti, dove i commensali si servivano soltanto delle loro portate. Per questa ragione oggi gli chef hanno scelto di combinare le ricette per comporre piatti da servire a tavola che riflettono però i sapori che nel Settecento si potevano apprezzare alla tavola del duca di Lorena.
Un esempio viene dalla scelta dei dessert: c’è il macaron alla nocciola, mousse di cioccolato e spuma di caffe, oppure la tartelette al bergamotto meringato, o infine il babà al Tockaj con spuma di zafferano la cui ricetta è stata creata nella seconda metà del XVIII secolo da Nicolas Stohrer, uno chef polacco che lavorava per Stanislao a Nancy e che in seguito portò il dolce a Parigi, dove ottenne un successo immediato.
Per chi non vuol scegliere un albergo, ma preferisce sistemarsi in un piccolo hotel particulier del XVII secolo con poche camere per gli ospiti, curato nell’arredo preservando l’atmosfera un po’ d’antan con qualche tocco di arte contemporanea, un indirizzo da segnalare è la Maison d’Hote del Myon, che si trova un po’ nascosta in una tranquilla via del centro, a pochi passi dalla settecentesca cattedrale di Notre-Dame-de-l’Annonciation.
Info: it.france.fr
www.explore-grandest.com
www.nancy-tourisme.fr
tablestan.free.fr
www.maisondemyon.com
Testo/Leonardo Felician- Foto/Cynthia Beccari e ufficio del turismo di Nancy