La Thailandia è un paese del sud-est asiatico conosciuto per le spiagge tropicali, gli opulenti palazzi reali, le rovine antiche ed i templi riccamente decorati, contenenti infinite rappresentazioni del Buddha. Nella capitale Bangkok palazzi ultramoderni si alternano a zone tranquille sulle rive dei canali ed a famosi templi come il Wat Arun, il Wat Pho ed il Tempio del Buddha di smeraldo, chiamato Wat Phra Kaew. Vivace, tentacolare, un po’ caotica, Bangkok non rappresenta lo stereotipo dei turisti secondo i dépliant delle agenzie di viaggio, ma una città da scoprire passo per passo da soli, o con una guida locale. La città si presenta sicura, la si può girare facilmente con poca spesa in parte a piedi, in parte servendosi per gli spostamenti del sistema di Sky Train, delle linee di metropolitana, dei traghetti e delle linee di navigazione sul fiume Chao Phraya, dei taxi, ma soprattutto dei piccoli tuk tuk, una specie di Apecar guidati con maestria nel traffico impazzito della capitale thailandese.
Proprio il traffico finisce per costituire il punto più delicato. A seconda dell’orario, dall’aeroporto possono essere necessarie anche due ore di taxi per raggiungere il centro: in questi casi risulta conveniente, anche se più scomodo, usare il treno. L’ampio fiume, un po’ fangoso a causa del terreno argilloso su chi scorre, separa in due la città: risalendo indietro nella storia, un tempo si trattava di municipalità diverse con nomi diversi, ma anche oggi i vari quartieri hanno mantenuto in parte le loro diversità. Il fiume regala una sorpresa inaspettatamente positiva, innanzitutto per i panorami in grado di regalare dall’alto degli alberghi che vi si facciano sulle due sponde, ma soprattutto perché costituisce un’agile via di spostamento con una miriade di barche e barchette a fare la spola giorno e notte: di sera risulta possibile anche cenare su barche che, come i bateaux-mouches parigini, incrociano placidamente su e giù sulle sue acque.
A Bangkok il clima appare sempre caldo e molto umido, la stagione migliore per visitarla è l’inverno, in particolare il mese di gennaio, e piove molto, anche intensamente, ma le piogge risultano spesso di breve durata. La visita può cominciare da un’escursione sul fiume, con i battelli che permettono un servizio hop on-hop off in partenza da Saphan Taksin, il molo principale, collegato anche con la stazione dello SkyTrain. Le barche accostano alternativamente sulle due rive del fiume: si può approfittare per visitare Thonburi, un suggestivo quartiere residenziale ad ovest del fiume Chao Phraya, dove le barche a coda lunga scivolano lungo stretti corsi d’acqua costeggiati da case di legno. Sulla riva del fiume troneggia lo storico e monumentale Wat Arun, il tempio dell’aurora, caratterizzato da un’imponente pagoda e file di Buddha dorati, animali, giganti, demoni e fiori creati da pezzi di ceramica rotta e conchiglie marine. Costruito a fine Settecento e restaurato di recente, si presenta tutto nuovo: dalla sua sommità si gode anche di una bella vista sul Palazzo Reale della sponda opposta.
A pochi passi si trova il quartiere storico di Kudejeen, molto particolare, una vera rarità della città thailandese, in quanto abitato da una popolazione discendente dall’incrocio di mercanti portoghesi, giunti qui nel Seicento, con donne cinesi. Dopo molte generazioni questa mescolanza ha creato un tipo somatico originale, che di preferenza vive in questo quartiere di baracche, con strade strettissime e piene di svolte, dove è sopravvissuta qualche antica casa dalla facciata in legno di teak. Qui si trovano il tempio buddista di Wat Kanlayanamit, il tempio cinese di Kuan An Keng Shrine e la chiesa cattolica di Santa Cruz, vicino alla quale sorge un grande comprensorio scolastico. Si può entrare a visitare alcune case come il Baan Kudi Chin Museum, contenente ricordi della storia della comunità. Lungo l’itinerario si assaggiano i dolcetti kanon farang, di antica tradizione portoghese, si sorseggia una tazza di tè o si gustano in piccolissimi locali che sembrano improvvisati lo street food per cui la città appare giustamente famosa: a Bangkok risulta proprio impossibile morire di fame. A dimostrazione della grande tolleranza religiosa del paese, a pochi passi ci si addentra poi nel quartiere musulmano, raccolto intorno alla moschea di Bang Luang.
Attraversato il fiume con ferry-boat, sul versante orientale si sviluppa in larga parte la città. Ci si trova nella zona vicino al grande palazzo reale, purtroppo non accessibile al pubblico. La Thailandia è una monarchia costituzionale, con il potere affidato al governo ed al parlamento: il suo nome in lingua locale significa libero, indipendente, perché la storia del regno del Siam è una lunga storia di indipendenza da molti secoli. Il giovane sovrano Rama X però forma una realtà molto presente: un po’ dovunque si vedono sue fotografie e ritratti. A breve distanza, svicolando nel traffico con un tuk tuk fermato al volo per strada, naturalmente dopo aver ben contrattato il prezzo della corsa, si può raggiungere l’enorme mercato dei fiori di Phak Klong Dtalat, veramente un’esplosione senza fine di colori. Inutile però cercare di comprare qui piante esotiche, perché, come dice il nome, il mercato tratta esclusivamente fiori recisi, normalmente acquistati per decorare i templi buddisti: tra tutti i fiori esposti sono bellissime le orchidee di diversi colori e le ampie macchie dei garofani gialli.
A breve distanza si entra in Chinatown: normalmente i visitatori percorrono soltanto la via principale, Yaowarat Road, e si stupiscono per la quantità di negozi che vendono oro in con ampie vetrine fronte strada, ma vale la pena di intrufolarsi nelle strette stradine laterali in mezzo ad una fiumana ininterrotta di gente affaccendata, per cogliere lo spirito vero del luogo. I negozi ed i banchetti sono raggruppati per tema: cibo, vestiario, casalinghi, eccetera. Per mangiare in zona, si può scegliere tra innumerevoli bancarelle di street food che servono snack veloci della cucina cinese e thailandese: da provare assolutamente le frittelle di cocco.
Per una visione diversa della capitale, meno caotica ed affollata, più moderna ma decisamente meno pittoresca, va visitata anche la zona centrale delle costruzioni moderne, che in America si chiamerebbe Downtown. Qui si chiama invece Siam, perché si trova vicina a Siam Square ed all’ampio spazio verde del Royal Bangkok Sport Club. Questa è la zona dello stadio nazionale e dei grandi centri commerciali dalle dimensioni veramente sterminate, con centinaia di negozi su più piani collegati da un intreccio di scale mobili. Al sesto piano del Siam Centre si vedono in esposizione diversi tipi di automobili e si può comprare anche una Rolls Royce che occhieggia in vetrina.
Per dormire a Bangkok i grandi alberghi delle catene internazionali come Hilton, Peninsula, Sheraton, Mandarin Oriental, Shangai-Là, Chatrium si affacciano sul fiume, mentre Four Seasons ed Intercontinental si trovano invece più all’interno. Quello che certo non manca sono le possibilità di mangiare cucina thailandese, cinese, giapponese o internazionale praticamente dovunque, in ristoranti, localini di minori pretese o semplicemente in strada come fanno i locali, abituati a mangiare poco e spesso. E’ indispensabile però cambiare valuta – dollari, ma anche gli euro vanno benissimo – in moneta locale, il bhat thailandese, perché le carte di credito non sono proprio accettate, se non negli alberghi e nei grandi centri commerciali.
Info: www.turismothailandese.it – www.tourismthailand.org – tel. 06 42 01 44 22 – info@turismothailandes.it
Testo e Foto/Leonardo Felician