Il fil rouge che unisce il Vitra Design Museum, nel paesino tedesco di Weil am Rhein, e la Fondation Beyeler, nel villaggio svizzero di Riehen, entrambi a pochissimi chilometri da Basilea – città svizzera medievale che è da decenni la capitale mondiale dell’arte contemporanea ed una delle principali europee per l’architettura contemporanea – è la così battezzata Rehberger-Weg (percorso-Rehberger, www.basel.com), un paesaggistico sentiero sterrato che si dipana per cinque bucolici chilometri – campi, vigneti, brughiera – i quali idealmente e fisicamente congiungono, con spirito transfrontaliero, i due citati e famosi musei, premiandone gli appassionati viandanti appiedati, con la vista e, sovente, la fruizione di 24 imponenti installazioni d’arte-design, firmate dal celebre Tobias Rehberger, punteggianti la sinuosa strada che è all’atto pratico sotto l’egida di Basilea, urbe incuneata al confine tra Germania (Baden-Wurttemberg) e Francia (Alsazia).
Il Vitra Design Museum, inaugurato nel 1989 su progetto del mostro sacro americano Frank O. Gehry, è allogato all’interno dell’estesissimo campus Vitra (edifici firmati solo da archi-star mondiali: Nicholas Grimshaw, Zaha Hadid, Alvaro Siza, Tadao Ando, Sanaa, Herzog & de Meuron, questi ultimi autori dell’iconica Vitra Haus e dello ieratico Schaudepot, magazzino espositivo della collezione Vitra, costituita da 7.000 arredi e 1.000 lampade, nonché lasciti e archivi internazionali, come quelli di Verner Panton e dei coniugi Eames), il cui patron è lo svizzero Rolf Felhbaum (Basilea, 1941), il quale ha voluto stabilire la sede sociale della sua ormai leggendaria azienda produttrice di design a Birsfelden/Basilea, mentre il museo, lo stabilimento, ed i molti annessi e connessi sono a Weil am Rhein, a pochi chilometri di distanza, ma già su territorio tedesco. L’architettonico campus Vitra è visitabile tutti i giorni, dalle 10 alle 18 (www.vitra.com › en-it, info@design-museum.de), e, ogni anno, conta la presenza di oltre 350mila visitatori, provenienti veramente da tutto il mondo.
Dallo scorso 28 settembre e fino al 19 gennaio 2020, al Vitra Design Museum – dove vengono allestite due grandi mostre all’anno – è in cartellone la notevole Objects of Desire: Surrealism and Design 1924-Today che, affiancando espositivamente celebri opere surrealiste ad altrettanto celebri pezzi di design, ne pone in evidenza tutti i parallelismi, palesando infine quanto il Surrealismo abbia influenzato il design degli ultimi cent’anni. Inoltre, in occasione dei trent’anni dalla caduta del muro di Berlino e del trentesimo anniversario di Vitra, dal 26 ottobre al 23 febbraio, presso il citato Schaudepot, viene organizzata After the Wall. Design since 1989, super-mostra dedicata ad analizzare i forti cambiamenti culturali, socio-politici e tecnologici che ha registrato il design durante questi tre decenni. Perciò, un mix di iconici prodotti di design e graphic design, fra cui progetti di designer di fama internazionale – quali Jasper Morrison, Philippe Starck, Hella Jongerius – ma anche aziende produttrici popolari, quali la giapponese Muji e la svedese Ikea. Biglietto d’ingresso cumulativo al Vitra Design Museum + lo Schaudepot a 17 euro.
Invece, la ‘gemellata’ Fondation Bayeler di Riehen/Basilea (www.fondationbeyeler.ch), inaugurata nel 1997 su progetto del mostro sacro Renzo Piano, con il prossimo anno darà il via ad un articolato progetto di estensione, firmato da un altro monstre, lo svizzero Peter Zumthor (tre nuovi edifici e un’ulteriore area a verde grazie all’annessione dell’attiguo parco Iselin-Weber, progettato nel 1823 dal paesaggista Jean-Francois Caillat), diventando così un compound dedicato sì alla contemplazione dell’arte moderna e contemporanea, ma anche del rilassante paesaggio naturale circostante.
La Fondation Beyeler, il museo d’arte svizzero più visitato in assoluto (ingresso a 25 franchi svizzeri), è nata per volere di Ernst Beyeler (Basilea, 1921–2010), mercante d’arte ai massimi livelli, collezionista, scopritore di talenti, e, tra il resto, fondatore di Art Basel, la mercantile fiera dell’arte moderna e contemporanea, nata nel 1970, che oggi viene universalmente considerata la più importante al mondo (www.artbasel.com), dove tra l’altro convergono annualmente i grandi art collectors mondiali, atterrando sovente a Basilea con jet privati (da Brad Pitt a Steven Spielberg a nomi meno noti ma altrettanto abbienti). Oltre all’esposizione della collezione permanente di Ernst Beyeler (per citare qualche artista: Van Gogh, Monet, Picasso, Braque, Mondrian, Bacon, Giacometti, Seurat, Klee, Rodin, Matisse, Calder, Degas, Chagall, Lichtenstein), in Fondazione sono attualmente in cartellone le mostre Resonating Spaces (dal 6 ottobre al 26 gennaio), mentre dal 26 gennaio al 17 maggio 2020 ci sarà in esposizione Edward Hopper, e, successivamente, dal 16 maggio al 16 agosto 2020, Goya.
Ma Basilea, che vanta il PIL pro-capite più alto della Svizzera, è peraltro anche patria di Herzog & de Meuron (www.herzogdemeuron.com), gli archi-star attualmente più celebrati e famosi al mondo (hanno vinto il Pritzker Prize, l’oscar dell’architettura, nel 2001, grazie al progetto che ha trasformato una negletta ex centrale elettrica di Londra nell’assaltata Tate Modern), entrambi nati nel 1950 a Basel, dove non si muove progettualmente foglia senz’averli interpellati o, quanto meno, evocati… Per nulla snob, oltre ad essere stati docenti ad Harvard (1989–1994) ed avere un mega-studio internazionale (che conta cinque senior partner, 40 associati e più di 400 collaboratori per progetti di ogni genere e in ogni continente), Jacques Herzog e Pierre de Meuron progettano ancora, come fossero al debutto professionale (1978), abitazioni private, uffici, piccoli musei (come il Karikatur & Cartoon Museum, nel quieto e bellissimo quartiere medievale di St. Alban, soprannominato la “piccola Venezia” di Basilea).
Si tratta di una lezione d’umiltà (e d’intrinseca potenza) per nulla insolita tra basilesi di rilievo, forgiati da tutt’altra ‘scuola’ rispetto a quella italiana. Ad oggi Herzog & De Meuron hanno firmato più di 30 grandi progetti solo tra Basilea e dintorni, toccando tutto lo scibile dell’architettura e contribuendo sensibilmente alla trasformazione dell’edilizia e dello skyline urbano. Inarrestabili, grazie al loro afflato cosmopolita e ad un segno talmente peculiare che “tutti li vogliono, tutti li cercano”, dalla Tate Modern di Londra (2000 e 2016 l’ampia addizione) alla Fondazione Feltrinelli di Milano (2017). Perché, per loro, “è essenziale soddisfare prima di tutto i bisogni umani primari, e poi dare la forma finale al progetto”.
Essendo in periodo pre-Avvento, ricordiamo infine che Basilea è la città più rinomata della Svizzera per le sue tradizioni legate al Natale, di conseguenza organizza, dal 28 novembre al 23 dicembre (dalle 11.00 alle 20.30), un mercatino natalizio estremamente suggestivo – nella città vecchia, dalla Barfüsserplatz alla Münsterplatz, accanto alla cattedrale-simbolo della città, dove viene anche allestito il fantasmagorico albero decorato da Johann Wanner (www.johannwanner.ch), la leggendaria Christmas house (500 mq) di Basilea, che ha servito anche la corte d’Inghilterra e la Casa Bianca. Poi, per rifocillarsi nelle brume invernali, consigliato, in Münsterplatz, lo storico Zum Isaak Gastronomia e Cultura (www.zum-isaak.ch), aperto quotidianamente dalle 11 a mezzanotte, caffetteria e ristorante con cucina stagionale e prodotti bio.
E se, per caso, non bastassero le ispirazioni ricevute dal mercatino natalizio, a Basilea vengono anche suggeriti i locali grandi magazzini Pfauen (con l’annesso Coop City Restaurant), nella Freie Strasse, la strada degli acquisti più amata della città, e Fizzen Vintage Textile, nella vicina Pfluggässlein, entrambi fornitissimi ed a prezzi accessibili anche per euro-muniti. Grazie ai treni EuroCity diretti (quattro al giorno), oggi da Milano si può comodamente raggiungere Basilea in 4 ore e 6 minuti, con una tariffa a tratta del biglietto a partire da 39 euro (www.sbb.ch).
Info: www.basel.com – www.myswitzerland.com –
Testo/Olivia Cremascoli – foto/courtesy Mediagallery Basel