Berlino non si è fatta piegare né da Hitler, né da Stalin, né dalla realpolitik delle potenze occidentali, né dagli interessi Usa. E’ risorta dalle macerie della seconda guerra mondiale e da quelle della Guerra Fredda. Oggi si presenta come una città bellissima che guarda al futuro senza dimenticare il proprio passato, divenuto memoria tangibile per le generazioni future. Ombelico di Europa e del mondo, la capitale tedesca accoglie tutti. Testimone di come la convivenza fra i popoli è possibile, senza barriere e senza confini. Testimone di come si possa vivere insieme, pacificamente, anche se si appartiene a culture differenti o si fugge da guerre e dalla fame. Ognuno ha diritto di esprimere il proprio pensiero. Compresi i Palestinesi, i quali spesso scendono nelle vie del centro per protestare contro le discutibili iniziative di Donald Trump rispetto a Gerusalemme.
In particolare, Berlino è una città per giovani. Piena ovunque di giovani che vi accorrono numerosi da ogni parte del mondo. Italia compresa. Creativi e intraprendenti, sono loro i protagonisti della sua realtà dinamica, in continua trasformazione. Berlino libertaria, libera, poliedrica, accogliente, multietnica, multireligiosa e multiculturale non si ferma mai. Neppure di notte. Sempre in “marcia”, come recita il nuovo slogan della campagna pubblicitaria di promozione della città, “Berlin 365/24”, risulta “disponibile” 365 giorni l’anno, 24 ore su 24. Facile da visitare, ha una rete capillare di mezzi pubblici (metropolitana, ferrovie, autobus, tram) puntualissimi, che circolano sempre, anche di notte. Molti i taxi, dai costi contenuti. Uber compreso. Tantissime le biciclette ( affittabili), grazie alla presenza di numerosissime piste ciclabili.
Sulle tracce della memoria. Molto numerosa e attiva la comunità LGBTIQ che si è formata nel lontano 1897, quando il sessuologo Magnus Hirshfeld fondò lo Scientific Humanitarian Committee, il primo gruppo di difesa dei diritti degli omosessuali del mondo. La loro storia è raccontata nel Schwules Museum (Lutzow Strasse 73, tel. 3069599050, www.schwylesmuseum.de), dove si allestiscono mostre temporanee come quella dedicata al riconoscimento del matrimonio egualitario, legge approvata dal parlamento il giugno scorso. Il Denkmal Fur Die Im Nationalsocialismus Verfolgten Homosexuellen (www.stiftung-denkmal.de), in Ebert Strasse, all’inizio dell’immenso parco Tiergarten, vicino alla Porta di Brandeburgo, costituito da un blocco di cemento grigio alto quattro metri, ricorda l’olocausto gay. Attraverso una finestrella si vede un video in cui in continuazione una coppia di giovani gay si bacia prima di essere deportata. Poco più avanti vi è il memoriale dedicato alla strage dei Sinti e dei molti gruppi di zingari dell’Europa dell’Est: un semplice specchio d’acqua con una targa nel mezzo. Mentre di fronte si apre il metafisico e inquietante labirinto dell’Holocaust Mahnmal (Cora-Berliner Strasse 1, www.stiftung-denkmal.de), inaugurato nel 2005. Costituito da 2711 blocchi di cemento grigio di varie altezze e dimensioni, simili a sarcofagi, testimonia il genocidio di sei milioni di Ebrei perpetrato spietatamente dai nazisti.
Frammenti del Muro di Berlino si trovano un po’ ovunque in città. Oltre al mitico Checkpoint Charlie, ormai divenuto una meta obbligata di tutti i turisti, da vedere è il Gedenkstätte Berliner Mur (www.berliner-maur-gedenkstaette.de, tra Bernauer Strasse e Garten Strasse, a Prenzlaurberg: 1400 metri di resti con tratti originali del muro, fotografie, video, tunnel. Ferita profonda, separava Berlino Ovest da Berlino Est, che soprattutto di notte, avvolta dalle tenebre, fa rivivere gli incubi e i dolori di quegli anni assurdi e violenti, capaci di segnare la città. Senza riuscire però a piegarla. Come volevano i grandi e criminali protagonisti della Guerra Fredda, imposta da Mosca e da Washington. Testimonianze ancora vivissime nel tessuto sociale della città delle violenze subite da dittatori e dittature. Immagini piene di angoscia e terrore dove lugubri palazzi cadevano a pezzi con le occhiaia spalancate delle loro finestre sbarrate sull’orrore e sulle morti che militari e poliziotti della DDR seminavano tra chi cercava la libertà. Ma anche solo la carezza del proprio caro, vivente al di là del Muro. Appare come un impenetrabile monolite di cemento armato il Samnlung Boros (Reinhardt Strasse 20, tel. 03027594065, www.sammlung-boros.de), grigio e tetro testimone della follia nazista. E’ uno dei molti bunker disseminati nella città, oggi divenuto galleria d’arte. Per visitarlo occorre prenotare. Si apre a fatica una pesante porta blindata in ferro, che cigola lugubremente sui suoi possenti cardini. Si percorre un breve corridoio stretto da pareti spesse tre metri e si entra nelle stanze rischiarate da una luce glaciale, la quale mette in risalto opere d’arte contemporanee dai colori squillanti e dall’allucinante astrattismo.
Berlino a tavola. I Berlinesi amano il cibo e ovviamente la birra. Ma anche il vino. Pare mangino sempre. Si mangia ovunque, a tutte le ore e per pochi euro. Il food street domina la scena gastronomica della capitale tedesca. I cibi proposti sono di ottima qualità e preparati al momento con prodotti freschi. Anche a tavola il mondo si ritrova a Berlino. Per questo, oltre alle specialità locali come lo stinco di maiale e i currywurst, fatti con i bratwust, salsicciotti scuri bolliti, cosparsi con una saporita e speziata salsa al pomodoro e ketchup e poi spolverati con abbondante curry giallo, si gustano i piatti delle cucine cinesi, giapponesi, vietnamite, thailandesi, indonesiane, libanesi, iraniane, ebree, palestinesi, messicane, spagnole, russe, libanesi, turche e ovviamente, italiane. Ecco alcuni ristoranti consigliati. Lo Ständige Vertretung Rheinland (Schiffbauerdamm Strasse 8, tel. 302823965, Mitte, www.staev.de) è un locale che racconta la storia della Germania post bellica. Qui sono passi tutti i cancellieri, da Willy Brand, immortalato in una foto mentre suona il mandolino, a Helmut Kohl e ad Angela Merkel. Ma anche intellettuali, come Gunter Grass e Joseph Beuys. I piatti proposti sono quelli tipici della cuna berlinese, come la zuppa di patate. Ottime le birre artigianali. Il miglior stinco di maiale lo si mangia da Augustiner (Charlotten Strasse 55, tel. 3020454020, www.augustiner-braeu-berlin.de), locale storico anche negli arredi, a pochi passi dalla splendida piazza Gendarmenmarkt. La pace a tavola. L’ha realizzata tra Israeliani e Palestinesi il ristorante Kanaan (Kopenhagener Strasse 17, Pewnzlauner Berg, tel. 017622586673, www.kanaa-berlin.de) che propone piatti delle gastronomie dei due paesi. Ad aprirlo sono stati due giovani: Ben David Oz, ebreo di Be’er Sheva, cittadina del sud di Israele, e Dabit Jalil, palestinese nato a Ramla. Cucina vegetariana e vegana fra cui spicca l’ottimo masabcha, tradizionale hummus palestinese. La cucina del Celeste Impero seduce al ristorante Jolly (Am Kupfergraben 4/4A, tel. 03020059500, www.restaurant-jolly.de), di fronte al Pergamon Museum, in parte chiuso per lavori di ristrutturazione. Per cui il famoso altare non risulta visibile purtroppo ancora per un paio di anni. Preferito da Angela Merkel, prepara una selezione raffinata di dim sun con wonton, grossi ravioli ripieni di carne e verdure cotti al vapore. Delizie thailandesi si gustano da Chada Thai (Erich-Weinert Strasse 1, tel. 03040045222, www.chada-thai-berlin.de), piccolo ristorante, dai prezzi contenuti.
Al Bonbay Restaurant (Friedrich Strasse, tel. 03028484953, www.bombay-restaurant-berlin.de) propongono i migliori piatti della cucina indiana del nord e del sud, come le nan, il tandoori chicken e il riso biryani. Per una splendida location e una serata elegante il ristorante giusto è il Käfer-Dachgarten (Platz der Republik 1, tel. 0302262990, www.feinkost-kaefer.de). Bisogna riservare e farsi rilasciate il pass perché si trova all’interno della spettacolare cupola, tutta in acciaio e cristalli, che sovrasta il Reichstag, ristrutturato dall’archistar Norman Foster, sede del parlamento tedesco, da cui si può vedere la sottostante sala delle riunioni plenarie. Cucina creativa e internazionale. Prezzi elevati. Ma la vista sulla vicina Porta di Brandeburgo e di tutta l’area attorno fitta di edifici new designer valgono la spesa. Ritorno agli anni della DDR dal Café Sibylle (www.cafe-sibylle.de), al numero 72 della monumentale Karl-Marx-Alle: il grande boulevard, fiancheggiato da edifici in stile sovietico, voluto dal regime comunista per esaltare la sua grandeur e fare da cornice alle parate militari. Tutto qui è molto retrò, grazie anche agli arredi, ai manifesti, alle foto Anni Cinquanta. Per il tè delle cinque si danno appuntamento signore non più giovani, con cappellino e veletta, riccioli con permanente e tailleur longuette. Anche loro sono molto Anni Cinquanta.
Un caffè o una birra o magari anche un ottimo spritz si prendono ammirando Berlino dall’alto, visione impressionante, in particolare la sera quando si accendono le fantasmagoriche luci della città, nei bar-ristoranti che si trovano in due costruzioni altissime divenute il simbolo della capitale tedesca. Al Panoramapunkt (Alte Potsdamer Strasse, tel. 03025937080, www.panoramapunkt.de) della Kollhof Tower si sale con un velocissimo ascensore. Cento metri sotto si apre Potsdamer Platz con il Sony Center, con al centro una piazza coperta da un tetto in vetro a tenda che di notte si illumina con colori diversi. Mentre lo Sphere (Panorama Strasse, tel. 0302475750, www.tv-turm.de/en/bar-restaurant), ristorante-bar rotante, a 207 metri di altezza, giace appollaiato nella parte alta della Fernsehturm, la Torre della televisione, l’edificio più elevato della Germania (368 m). Sotto si apre l’immensa Alexderplatz con la mistica Marienkirche. Gioiello gotico del XIII secolo, la chiesa è sopravvissuta ai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Come non ricordare la voce calda e sensuale di Milva che ha interpretato in modo sublime e con struggente passione la canzone “Alexander Platz” di Franco Battiato, ricordando i tristi e freddi inverni di Berlino Est: “…. Auf wiedersehen…. C’era la neve, faccio quattro passi a piedi fino alla frontiera. Vengo con te….”
Shoppingmania. E’ scoccata l’ora dei saldi e Berlino viene percorsa da una folla di fashion victim e di patiti dello shopping a caccia di novità a prezzi scontatissimi. Non solo le grandi firme internazionali, ma anche quelle del firmamento della moda locale, che di anno in anno si fanno sempre più interessanti. Come pure i giovani creativi pronti a proporre le loro creazioni un po’ ovunque nei numerosi mercatini della città. Ecco dove fare acquisti. Ovviamente prima di tutto a Kurfurstendamm e nel suo prolungamento Tauentzien Strasse, che abbaglia con le vetrine delle sue boutique e dei suoi shopping center di lusso. Due in particolare: il Bikini Berlin (Budapester Strasse 38-50, www.bikiniberlin.de), concept mall in un edificio simbolo degli Anni Cinquanta, e lo storico KaDeWe (Tauentzien Strasse 21-24, www.kadeve.de), il quale al quinto piano seduce con le sue golosità enogastronomiche esposte nei numerosi banchi di vendita, e gustabili pure al piano superiore nel suo confortevole ed elegante ristorante. Qui si può acquistare anche il Breath Berlin, profumo e acqua di colonia per uomo e donna, leggermente speziati, in bottigliette che riproducono in miniatura la famosa Fernsehturm, la Torre della televisione che svetta, dal 1969 simbolo della città, in Alexanderplatz.
Negli Hackeschen Höfen, le numerose boutique dei creativi berlinesi sono affollate da giovani modaioli e no. Martin Loges accoglie sorridente da Auerbach (Hof 3, www.auerbach.berlin) per presentare le ultime novità della casa in fatto di cravatte, papillon, calze dalle molte fantasie. Da Jost (www.jost-bags.com) si trovano invece le borse per uomo e per donna più creative. Postdamer Strasse sta diventando la strada sempre più “in” per le sue boutique e gallerie d’arte. I cappelli da uomo e da donna più stravaganti e chic si trovano da Fiona Bennett (Postdamer Strasse 81-83, www.fionabennett.de). Mentre la Wuhlish Strasse e l’Oderberger Strasse, a Prenzlaurberg, sono le vie dello shopping giovanile. Ottima scelta e ottimi prezzi nelle loro boutique, che espongono capi vintage e vestiti usati negli spettacoli televisivi e teatrali. Un indirizzo sicuro è quello di Loretta, (Oderberger Strasse 35, tel. 03044040793, www.loretta-vintage-clothes.de), la quale dispone di un vasto assortimento di vestiti vintage molto raffinati.
Street art ovunque. La città ne è piena. Sono espressione di una creatività giovanile esuberante e senza confini. Sulla collinetta del Müerpark, nel quartiere di Prenzlaurberg, si danno convegno i graffiti writer, i quali sul muro di cinta che circonda lo stadio creano sempre nuovi disegni secondo le nuove tendenze. Sicuramente più famosa è l’East Side Gallery, costituita da un lungo tratto del Muro di Berlino rimasto in Mühlenstrasse, tra l’Oberbaumbrücke e la Ostbahnhof, sulla riva della Sprea. Oltre 100 murales, opera di 129 artisti di 20 paesi differenti, testimoniano l’entusiasmo travolgente per la caduta nel Muro nel 1989 e la riunificazione della Germania. I turisti si accalcano per foto e selfie dinanzi al graffito più famoso, cioè quello che immortala Leonid Brezhnev, presidente dell’URSS, ed Erich Honecker, presidente della DDR, mentre si baciano, labbra contro labbra, a occhi chiusi. Addirittura alle opere dei più noti graffitari è stato dedicato un museo, l’Urban Nation, in Bülowstrasse 7, nel quartiere di Schöneberg (www.urban-nation.com), inaugurato il 16 settembre del 2017, il primo museo al mondo interamente dedicato alla street art.
Berlino in scena. Solo l’imbarazzo della scelta. L’offerta appare strepitosa. Spettacoli per tutti i gusti e tutte le tasche. Dai musichall al teatro sperimentale, dall’opera al cabaret. Secondo le decennali tradizioni culturali della città. Tempio della prosa e mostro sacro del teatro sperimentale è il Berliner Ensemble (Bertold-Brecht Plaz 1, Mitte, www.berliner-ensemble.de), il quale prende nome dalla compagnia fondata nel 1949 dal famoso drammaturgo Bertold Brecht, che qui ebbe la sua sede. In cartellone dal 1 febbraio “Caligola” di Albert Camus e “Penthesilea” di Von Henrich Von Kleist. Nel vicino Palast Berlin (Friedrichstrasse 107, www.palast.berlin/it), dall’immenso palcoscenico, si rappresenta il mega show The One. Uno spettacolo fantastico costato 11 milioni di euro, reso ancor più splendido dagli incredibili costumi dello stilista parigino Jean Paul Gaultier, disegnati appositamente per i 100 artisti che ballano, cantano, fanno acrobazie e recitano. Prima dello spettacolo nel foyer si ascoltano le canzoni proposte da giovani cantanti accompagnate al piano.
Bisogna salire fino al secondo piano del più bel palazzo liberty di Hackeschen Höfen, il labirintico quartiere dei cortili con boutique chic e alla moda, nel cuore della capitale (Rosenthaler Strasse 40, www.chamaeleonberlin.com), dove si trova il Chämaleon Theater. Dal 1920 mette in scena spettacoli di varietà e di cabaret in una sala dove non ci sono poltrone, ma sedie e tavolini. Infatti, durante lo spettacolo si può mangiare e bere le specialità berlinesi preparate dall’attiguo ristorante. In scena “Parade” fino al 24 febbraio quando inizia la programmazione di “Finale”, due spettacoli di danza, acrobazie e musica con ballerini, acrobati e attori di ogni parte del mondo. Appuntamento da non perdere pure il Festival Internazionale del Cinema, chiamato Berlinale, (www.berlinale.de). Nato nel 1950, inizia il 15 febbraio e dura fino al 25 del mese: 400 film in concorso provenienti da ogni parte del mondo, 4000 tra critici e giornalisti, 20.000 professionisti dell’industria cinematografica.
Da sapere. Berlin WelcomeCard. Ha una durata di più giorni, con costi differenti (da 19.90 euro), consente la libera circolazione sui mezzi locali, l’acceso ai principali musei e sconti in alcuni negozi e ristoranti. In omaggio guida e carta della città. Si acquista on line (berlin-welcomecard.com) o presso i numerosi uffici del turismo della capitale.
Informazioni. In Italia: Ente Nazionale Germanico per il Turismo, tel. 02.26111598, call center che risponde dal lun. al ven. dalle 9 alle 13, turismo@germany.travel. A Berlino: Berlin Service Center, tel. +4930250025. On line: facebook.com/visitBerlin, www.visitberlin.de/it, www.german.travel, #visit_berlin.
Testo/Pietro Tarallo – Foto/Massimo Bisceglie