Porta delle Dolomiti, Capitale dell’Alto Adige, Bolzano è una città accogliente ed eccitante, una mescolanza di storia, tradizioni, futuro, innovazione e bellezze naturali. Una città che guarda al domani mantenendo un legame fortissimo con le proprie radici e i loro valori. Il mezzo più ecologico per arrivare a Bolzano è il treno e la stazione è giusto nel cuore della città. Arrivati nella Capitale dell’Alto Adige ci si accorge subito del carattere davvero singolare di Bolzano: la più settentrionale delle città italiane e la più meridionale delle città mitteleuropee, da sempre luogo d’incontro di diverse culture.
La storia della città è tutt’altro che pacifica: Illiri, Celti, Romani, Longobardi e Baiuvari si sono battuti aspramente per il possesso del luogo, importante crocevia commerciale. Non a caso sul documento con cui si concedeva negli anni succesivi ai ceti mercantili e finanziari della città un’amministrazione autonoma della giustizia (la Magistratura Mercantile) si leggono le seguenti parole: ‘Ex merce pulchior’, dal commercio il benessere. Punto di partenza per la scoperta della città è Piazza Walther, nata come Maximilianplatz, in quanto voluta da Massimiliano di Baviera, è oggi dedicata al poeta a Walther von der Vogelweide, grande cantore e poeta medievale, la cui statua spicca dal 1889 nel centro della piazza, che con i bar, le caffetteriee le siepi di tavolini è un punto di ritrovo e relax per turisti e bolzanini.
A pochi passi da Piazza Walther il Duomo dedicato a Santa Maria Assunta, sede dal 1964 della Diocesi di Bolzano e Bressanone, il cui tetto è caratterizzato da tegole di ceramica inventriata. Poco più avanti il grande complesso dei Domenicani, fondato dai Domenicani tedeschi nel 1272 dai quali passò poi ai confratelli italiani, al cui interno si trovano i più belli affreschi della città, che assumono valore incomparabile nell’ambito dell’arte locale. Si tratta di pitture di altisisma qualità, eseguite negli anni 1330-1340 ad opera di pittori italiani discepoli di Giotto, chiamati in città dalla famiglia dei banchieri de Rossi, di origine fiorentina, con l’incarico di decorare la cappella di San Giovanni, loro mausoleo di famiglia. In fondo alla piazza, svoltando a destra la Libera Università di Bolzano, unica in Italia per il suo trilinguismo, mentre girando a sinistra si incontra il cubo futuristico del Museion, il Museo d’Arte Moderna di Bolzano. In via Cassa di Risparmio tappa d’obbligo è il Museo Civico, che propone tra l’altro un’interessante esposizione di costumi del XIX secolo e oggetti tradizionali della cultura popolare tirolese. Di fronte all’inzio di Via Museo, cìè il Museo Archeologico dell’Alto Adige, metà irrinunciabile grazie a Ötzi, la mummia del ghiacciaio della Val Senales, celebre in tutto in mondo.
Proseguendo per Via Museo si raggiungono Piazza Erbe e i Portici, questi ultimi rappresentano il fulcro più antico della città tanto che nel 1635 Claudia de’ Medici istituì il Magistrato Mercantile, che si trova nell’omonimo museo Mercantile, in via Argentieri. Tra le altre mete da non perdere il Museo di Scienze Naturali e Castel Mareccio, cinto da mura turrite e circondato da vigneti. Passeggiare nel centro storico di Bolzano, sedersi in uno dei tanti e accoglienti caffé all’aperto, fare un giro al mercato in mezzo alle piramidi di frutta e fiori profumati e prodotti tipici che si allineano sulle bancarelle in artistica mostra, percorrere la via dei Portici con tutti suoi negozi e la sua animazione è un autentico piacere che il viaggiatore non deve tralasciare nella sua visita alla Porta delle Dolomiti.
Un ruolo importante nella valorizzazione turistica di Bolzano lo riveste anche l’enogastronomia, come ci ricorda Roberta Agosti, Direttrice Reggente dell’Azienda di Soggiorno e Turismo Bolzano: «L’enogastronomia è certamente importante con un’evoluzione iniziata, ma che riserva ancora molte potenzialità nel prodotto locale, riscoperto e interpretato in chiave moderna oppure in chiave tradizionale. Le opportunità a Bolzano sono moltissime e tutte di eccellente livello. Che siano i mille pomodori del maso o la pecora della val di Funes, piuttosto che le verdure antiche di Barbiano, il prodotto locale la spunta su tutto in ogni stagione. Grande è ormai la produzione di vini: quasi trenta cantine sul territorio cittadino, cinquecento ettari di superficie vitata, riservata in pianura principalmente al Lagrein e in collina al St. Magdalener, ma anche a molte altre produzioni di piccole aziende che vinificano in proprio o conferiscono alla Cantina Produttori che conta ormai più di 230 soci. L’Azienda ha elaborato una serie di proposte di escursioni a piedi e in bicicletta fra tutte le cantine di Bolzano. Santa Maddalena e Lagrein: i vini di Bolzano (bolzano-bozen.it) diamo molta importanza a Bolzano, città del vino perché disegna un tratto autentico della nostra città, dove ancora la vite viene coltivata e il vino prodotto. Un fattore sicuramente economico, ma prima di tutto socioculturale. Recentemente abbiamo anche inaugurato il sentiero “Rebe”, la scala del vino che collega Bolzano con Signato sul Renon attraverso quattrocento metri di dislivello che si snodano nei filari di vigna di molti proprietari, impreziositi da molte stele che spiegano il territorio e alcune opere d’arte realizzate dall’artista Filip Moroder Doss».
Bolzano è una città turistica per un intero anno perchè qui il fascino delle stagioni qui non tramonta: l’inverno con il mercatino e le opportunità sulle nevi dei dintorni, ogni giorno una destinazione diversa (sci, fondo, slitta, pattinaggio, camminate con le ciaspole o semplici passeggiate nella natura), la primavera con la Mostra dei vini, il mercatino di Pasqua, quello dei fiori, nel 2023 ci sarà l’anniversario dell’associazione che raggruppa tutte le bande dell’Alto Adige con la presenza di migliaia di suonatori in costume (un vero paradiso per i fotografi e gli amanti della musica popolare autentica), la Castelronda nei castelli di Bolzano e dintorni. L’estate con le escursioni nei dintorni, le funivie, i grandi appuntamenti musicali e di danza dell’estate, i Calici di Stelle, il Magdalener Culinarium e l’autunno con i suoi colori e l’Apfelfesta in piazza Walther.
E’ doveroso, infine, ricordare quanto scrisse Wolfang Goethe duecento anni orsono su questa terra nella cronache del suo celebre viaggio in Italia : «Qui mi trovo bene, come se vi fossi nato e cresciuto. Un’aria mite e dolce si respira dappertutto ». E’ quell’aria mite e dolce che troviamo sui volti e negli atteggiamenti dei suoi abitanti, che con professionalità rispondono alle aspettative dei turisti e alle curiosità del visitatore del terzo millennio.
www.bolzano-bozen.it
Testo e foto/Claudio Zeni