Ci sono luoghi, unici e magici capaci di entrare nell’anima e trasmettere sensazioni che lasciano il segno. Bruges, capitale delle Fiandre, è uno di questi: colta, artistica, cosmopolita, gaudente, misteriosamente medievale. Camminare per le strade tortuose di Bruges lungo i viali acciottolati, passare sotto gli archi di mattoni o sopra i pittoreschi ponti, navigare lungo i tranquilli canali della “piccola Venezia delle Fiandre”, patrimonio Unesco, è come fare un tuffo nel passato. I cigni, i cavalli che tirano i calessi e le giunchiglie nel parco regalano un tocco magico alla città. Bruges è romantica, con un centro medievale perfettamente conservato. L’esempio è la maestosa torre del mercato all’aperto (Markt), con tanto di orologio e carillon che suona ogni quarto d’ora. Grazie al fatto di aver chiuso l’accesso al centro alle auto, tutta la cultura di questa città indimenticabile si può ammirare a piedi o in bicicletta, anche se un giro in barca è qualcosa che bisogna provare. L’acqua ha sempre avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo della città: dall’epoca dei Romani fino ai tempi della Lega Anseatica. Lo stesso nome di “Brugge”, derivazione dell’antico germanico “brugj” (imbarcatoio) lo conferma. La massima espansione avvenne nel secolo d’oro (XV). Sede del ducato di Borgogna, alla cui corte fiorirono le arti con i maestri della pittura fiamminga, le cui tele si possono ammirare al museo Groeninge, Bruges conobbe lo sviluppo urbanistico con la costruzione delle case delle corporazioni e l’imponente municipio. La morte di Maria di Borgogna nel 1482 ne segnò il declino. Solo nel 1892, con la pubblicazione del romanzo Bruges la Morta dello scrittore Belga Georges Rodenbach, la città iniziò ad essere scoperta dal turismo. Oggi, passeggiando per le strade si può comprenderne l’importanza storica ed economica. Colpisce il fatto che la piazza più importante non è quella della Cattedrale ma quella del Markt (mercato), dominata dalla torre civica (Belfort), aperta al pubblico. Ciò perché è sempre stata un fiorente centro commerciale.
Nel quartiere italiano ci sono ancora le case dei ricchi mercanti genovesi, fiorentini, veneziani, lucchesi con la facciate in pietra o mattoni per distinguerle da quelle in legno delle classi povere. La principale fonte di ricchezza erano la lana e la tessitura. Qui sono state scritte le prime lettere di cambio, qui è nata la prima Beurs (Borsa) ed è stata usata la parola bancarotta. Ovvero quanto un mercante non era più in grado di fare fronte agli impegni economici assunti con le lettere di cambio, veniva rotto, con la mazza, il banco di cambio situato davanti alla sua abitazione. Simbolo della città è l’orso che compare nella nicchia della loggia dei Borghesi in piazza Burg, dove un tempo c’era il castello. Il Municipio è uno dei più antichi esempi di architettura gotica. Da visitare la sala del consiglio, con le maestose volte policrome. A destra del municipio c’è la basilica del Sacro Sangue di Cristo. Altra chiesa da non perdere è quella di Nostra Signora, che custodisce una bellissima scultura marmorea della Madonna con Bambino, di Michelangelo. Luogo di forte richiamo è il Begjnhof, uno degli angoli più caratteristici, a cui si arriva a piedi o in carrozza, attraversando pittoresche piazzette o in barca con attracco al lago dell’Amore. Il Beghinaggio principesco, fondato nel 1245, ordine mai accettato dalla chiesa, ospitava le beghine, donne nubili e ricche, che non facevano voti ma avevano scelto di formare una comunità religiosa. Il vasto cortile interno, le facciate bianche ed il silenzio creano un’atmosfera particolare, di pace e serenità.
Pur essendo piccola, Bruges è una città da godere e perdersi tra gli angoli più mondani, ricchi di boutique espressioni del più raffinato artigianato locale (tessile Veerle Praet, occhiali Het Hoet, decorazioni Van Pamel, libri De Reyghere, dolci Diksmuids Boterhius, cioccolata da Dominique Persone; si dorme all’hotel Aragon o al The Pand, romantic luxury). Dopo tanto camminare una birra va concessa, da provare quella dell’antico birrificio Bougogne des Flandres, situato proprio nel centro storico, dove è possibile anche gustare i piatti locali. Non si può resistere alle patatine fritte, più famose al mondo, che si acquistano nei due chioschi verdi situati a piedi della torre civica. Con la City Card si ha accesso gratuito a 26 musei, tra cui il Choco-Story, e alla torre civica, crociera sui canali gratuita e sconti ai concerti. Comodi voli giornalieri collegano Venezia/Marco Polo con Bruxelles. Da qui, in un’ora di treno si è Bruges.
Info: www. visitbruges.be
Testo/ Donato Sinigaglia