La costa della Bretagna, vasto promontorio nel nord-ovest della Francia proteso verso la Manica e l’oceano Atlantico, abitato dal popolo bretone fuggito a più ondate dalla natia Britannia, si presenta assolutamente affascinante. Pochi posti al mondo sono in grado di donare emozioni come questo tratto di terra: paesi antichi, colline, boschi secolari che nascondono leggende, gente particolarissima ed una grande cucina. Su tutto però il mare: un mare completamente diverso dal nostro, molto forte e potente, capace di incutere timore ma anche da sempre fonte di sostentamento per gli abitanti, e che a volte si addolcisce, appiattendo le onde e mostrando colori inaspettati. Il tratto di costa che va da Erquy, vicino a Cap Frehel, e termina poco dopo la cittadina di Cancale, si chiama infatti “Cote d’Emeraude”, Costa di Smeraldo, nome datole nel 1890 dallo storico Eugene Herpin per il colore delle sue acque. All’interno di questo territorio, dove si alternano scogliere inaccessibili e meravigliose spiagge, si trovano tre gioielli: la turistica Dinard, la corsara Saint Malo e poi Cancale, famosa per le sue barche tradizionali e soprattutto per gli allevamenti di ostriche.
Abitata sin dal Paleolitico, la regione era conosciuta in epoca romana con il nome di Civitas Riedoni, e già rinomata per gli allevamenti di molluschi. Il duro periodo altomedievale vide un’invasione di popolazioni celtiche provenienti dalle isole britanniche, e le lotte fra i capi tribù locali ed i Franchi; la zona subì anche delle scorrerie vichinghe, alle quali i guerrieri bretoni riuscirono a tenere testa. La fondazione di Cancale risulta ovviamente avvolta dalle leggende, di cui la più famosa attribuisce la costruzione del primo insediamento al monaco Saint Meen nel 545 d.C. Nei secoli successivi si sviluppa fortemente l’attività della pesca e della cantieristica navale, grazie al porto protetto dalle tempeste posizionato in una bella baia a forma di conchiglia. Dalla parte opposta dell’insenatura, una località famosa in tutto il mondo: Mont Saint Michel, visibile da Cancale ed ancora meglio dalla vicina spiaggia Du Verger.
Al giro di boa del millennio, Cancale viene citata dalle cronache per le sue barche e per l’abilità dei marinai, in grado di arrivare in pieno oceano Atlantico per gettare le reti; inoltre nuovamente per l’allevamento delle ostriche. La zona seguirà quindi i destini della Bretagna con i suoi tentativi di governo autonomo, terminati con l’editto di unione alla corona francese nel 1532, e soprattutto con la centralizzazione perseguita da re Luigi XIV°. Pur essendo ormai francesi da secoli, ancora oggi però gli abitanti del posto si ritengono “bretoni” innanzitutto: testardi, marinai e corsari.
La visita del paese di Cancale, di soli 5000 abitanti, appare estremamente piacevole e suggestiva. D’estate la cittadina si popola di turisti provenienti non solo da tutta la Francia, ma anche dalla Gran Bretagna e dal resto d’Europa, attirati in zona dall’abbazia di Mont Saint Michel. Al di là del centro storico e della settecentesca chiesa intitolata a Saint Meen ed edificata sopra quella più antica, la parte più caratteristica rimane indubbiamente quella del porto e degli allevamenti ”d’huitres”. Cancale costituisce infatti la capitale mondiale delle ostriche, con quasi 400 ettari di fondale ad esse dedicati. Due elementi naturali concorrono a favorire l’eccezionale qualità dei molluschi allevati qui: il primo sono le spettacolari maree che in questa baia arrivano fino a 15 metri di dislivello, permettendo una perfetta ossigenazione. Il secondo è costituito dalle impetuose correnti atlantiche le quali, rimescolando le acque, garantiscono un grande apporto di plancton, cibo delle ostriche che, partendo dallo stato larvale, impiegano tre anni a raggiungere le dimensioni adatte alla commercializzazione. Una volta raccolte, affinate e lavate, vengono infine classificate in base alle dimensioni: 5 categorie diverse per le ostriche concave, d’allevamento, ed addirittura 11 per quelle piatte, raccolte dragando i fondali.
Anche questa operazione risulta vecchia di secoli. Nel periodo d’oro della vela, venivano utilizzate delle barche caratteristiche della zona, con un’enorme superficie velica e molto belle, chiamate “Bisquine”. Di queste imbarcazioni rimanevano solo le immagini d’epoca, ma nessun esemplare: si era persa anche la capacità di costruire queste barche, legate ad una perduta tradizione. Le cose iniziarono a cambiare nel 1958, quando il ricercatore Jean le Bot trovò il relitto della “Perle”, una Bisquine cancalaise del 1905. Partendo dall’esame dei resti di questa nave, lo studioso riuscì a disegnarne i piani di costruzione, utilizzati dall’Associazione della Bisquine Cancalaise per una nuova barca: fu così che nel 1987 venne varata la Cancalaise, immatricolata come CAN87. Da allora naviga magnificamente lungo la costa e nelle acque dell’Oceano, partecipando spesso a regate in cui si confronta con una rivale di Granville, gli storici avversari dei marinai di Cancale. Con un po’ di fortuna è possibile talvolta uscire in mare sulla magnifica imbarcazione, tenuta a lucido come se fosse nuova, per accompagnare i turisti lungo le coste di smeraldo.
Se una bella gita in mare o semplicemente l’aria fresca hanno portato appetito, qui non esiste che l’imbarazzo della scelta, fra diverse opzioni. La prima è costituita dal susseguirsi di ristoranti e taverne poste sul lungomare del porto, dove degustare ovviamente le ostriche oppure piatti del pescatore con pesci, molluschi e crostacei, per terminare eventualmente con gli ottimi formaggi del territorio, assai pregevoli e nominati in Francia. In alternativa, il piatto più frequente ed economico servito da queste parti: le Moules Frites. Viene portata una pentola grande, con una più piccola appoggiata sopra, rovesciata; all’interno 800/1000 gr di cozze piccole ma buonissime, fatte alla marinara con un po’ di spezie e peperoncino, oltre ad un piatto di patate fritte, eventualmente da intingere nel sugo delle cozze. La pentola più piccola? Serve per i gusci, il tutto ad un costo, coperto compreso, che va tra i 10 ed i 12 €. Un’altra possibilità è quella di recarsi presso una delle diverse bancarelle che vendono ostriche, comprarne una dozzina e sedersi a mangiarle lungo il muretto. Dimenticavo, con un bicchiere di vino bianco, ovviamente. Finito di degustare le ostriche più famose del mondo, il piatto con cui vengono servite deve essere restituito alla signora, i gusci invece vanno nel mare, che se ne approprierà di nuovo.
Come arrivare: Cancale si trova nel dipartimento dell’Ile-et-Vilaine, ultimo paese della Bretagna, sui confini con la Normandia. Si trova a 18 km da Saint Malo e 71 da Rennes, dove si trova anche un piccolo aeroporto. Nelle vicinanze ci sono da visitare l’eccezionale abbazia di Mont Saint Michel, il parco naturale con le scogliere di Pointe du Grouin, la città fortificata di Fougères, e la foresta di Brocéliande dove, secondo la leggenda, riposa il Mago Merlino della saga di re Artù. Nascosti tra gli alberi, vi sono anche la fontana dell’eterna giovinezza ed il castello della Dama del Lago.
Info: Atout France – Ente Turismo Francese, www.france.fr – tel. 02 58 48 655 –
Testo/Paolo Ponga – Foto/Paolo Ponga e Google Immagini