Il Castello di Fighine (Si), il cui nome potrebbe derivare da “figulina” (l’arte del vasaio), a testimonianza dell’antico sviluppo della produzione ceramica nell’area di Chiusi, domina tutta la porzione meridionale della Val di Chiana affacciandosi anche su buona parte dell’Umbria. Collocato in ottima posizione strategica, su un displuvio tra la valle del Paglia e la valle della Chiana, il luogo fu menzionato per la prima volta a proposito della Pieve di Santa Maria de Fighine, nel placito del 1058, mentre il castello vero e proprio è nominato in un editto del 1266 con il quale l’imperatore Federico di Svevia lo concedeva al visconte di Campiglia, insieme a San Casciano dei Bagni e Celle sul Rigo. La sua posizione lo rese oggetto di dispute fra capitani di ventura e nobili locali fino a quando il Papa non lo donò ai Manenti, conti di parte Guelfa. Nel 1446 la Repubblica di Siena assunse il controllo del Castello e intraprese i lavori di ampliamento e rafforzamento che si interruppero nel 1451, a causa dell’occupazione delle truppe papali. Solo l’intervento di Papa Pio II a favore di Siena, nel 1467, frenò il continuo susseguirsi di assedi che avevano falcidiato la popolazione, al punto che i senesi, per ripopolare il Castello, decisero di trasferirvi nuovi cittadini.
Sotto il controllo di Siena fu costruito il Castello così come lo vediamo oggi: all’antica e possente Torre Vecchia ne furono aggiunte un’ottagonale e un’altra semiottagonale, al cui fianco si apre la principale porta di accesso al paese. La cinta muraria, dallo spessore di circa un metro e mezzo, fu dotata di altre torri quadrangolari e semicircolari per proteggere il borgo, nel frattempo divenuto il centro istituzionale e religioso della vicina comunità di Palazzone. Il castello ha sempre rappresentato per questa zona una realtà importantissima, basti pensare che nei libri presenti nell’archivio storico del Comune di San Casciano dei Bagni si citi la località parificandola a Orvieto.
Parallelamente alla crescita di Palazzone, seguendo un percorso inverso a quello medievale, il borgo di Fighine si è andato spopolando, a favore di un nuovo insediamento alle sue pendici. Oggi, dopo un attento restauro, il Castello è tornato a nuova vita, un resort di lusso grazie ai coniugi di origine sudafricana Max e Joy Ulfane, arrivati in Toscana insieme alle figlie Melissa e Janine alcuni, lustri fa, che con un’importante opera di restauro hanno restituito al luogo il suo fascino originario.
Oasi di pace e di lusso il Castello di Fighine ha al suo interno eleganti alloggi alcuni dei quali arredati e decorati dal principale designer italiano Federico Forquet, mentre varcata la porta del castello, una breve passeggiata conduce l’ospite alla scoperta dell’omonimo ristorante, alla cui direzione vi è il tristellato chef di origini tedesche, ma trapiantato in Italia, Heinz Beck, che ha affidato la guida del locale toscano (una stella Michelin) al suo validissimo ‘discepolo’ campano Francesco Nunziata, cresciuto sotto la sua ala da ben quindici anni (da La Pergola ad Attimi by Heinz Beck sia a Roma sia a Milano e al Cafè Le Paillotes). In quest’affascinante e accogliente location lo Chef Francesco Nunziata e la sua brigata, un gruppo affiatato di giovani professionisti appassionati, dove ogni membro è stato scelto attentamente per le sue competenze culinarie e la dedizione alla perfezione, lavorano insieme per creare piatti che mescolano tradizione e innovazione, utilizzando gli ingredienti locali di alta qualità selezionati personalmente dallo stesso Chef.
La carta del Castello di Fighine prevede scelte di terra e di mare in ogni partita, con una buona presenza dell’elemento vegetale, perché il vicino orto, oltre a rifornire la cucina di molte erbe, funge da ispirazione per lo chef Nunziata. Due i percorsi degustazione: uno da cinque portate a 130 euro e uno da sette a 150 (Wine pairing quattro calici a 70 euro e cinque calici a 85 euro), che riprendono i piatti nel menù ma non disdegnano qualche fuori programma stagionale. Le eccellenti materie prime di terra, del mare dell’orto, si amalgamano tra lo loro nella cucina dello Chef Nunziata, grazie anche a tecniche di cottura all’avanguardia in grado non solo di sorprendervi per il gusto, ma anche per regalarvi leggerezza, equilibrio e piacere a cominciare dalla Capasanta scottata ceci e agrumi, il Foie gras nespole mandorle e basilico, i Cappelletti alla genovese di grano saraceno e brodo di parmigiano, la Sella di agnello carciofo e limone, Piccione cipolla e scorzonera e il dessert Mela e caramello. Ad accompagnare queste delizie una valida carta dei vini curata personalmente dalla giovane sommelier Marta Baldelli, alla quale si aggiungono altre carte, come quella non usuale dei Sali (bianco di Cervia, rosa australiano, affumicato danese e il nero cipriota).
Castello di Fighine è il luogo perfetto per un soggiorno indimenticabile all’insegna del buon cibo, del riposo e della cultura.www.fighine.it
Testo/Claudio Zeni – Foto fornite dalla struttura