L’isola di Cipro, famosa come località balneare estiva soprattutto per il turismo nordeuropeo e russo, possiede una ricchezza storica ed archeologica invidiabile, grazie anche alla sua posizione intermedia tra tre diversi continenti: Europa, Asia ed Africa. Colonizzata intorno al X° millennio a.C., nella sua storia ha subito influenze e dominazioni provenienti da paesi diversi, ognuna delle quali ha lasciato la propria impronta: assiri, greci, tolomei, romani, bizantini, arabi, veneziani ed altre civiltà che hanno regnato su quest’isola meravigliosa. Durante il regno di Alessandro Magno, Cipro era ancora divisa in piccoli regni assoggettati ai sovrani achemenidi; alla sua morte, nel 323 a.C., passò sotto il dominio di Tolomeo, la cui capitale era Alessandria d’Egitto. Poco prima della conquista Nicocle, ultimo re di Pafos, decise di fondare una nuova città che si sarebbe chiamata Nea Pafos, destinata a diventare il centro economico del regno, mentre la vecchia capitale (Palepafos) sarebbe rimasta come centro religioso e sede del re.
La conquista da parte dei tolomei spronò lo sviluppo di Cipro e di Nea Pafos, la quale ultima divenne un importante e meraviglioso centro di cultura ellenistica. L’isola conobbe un periodo estremamente fiorente, protrattosi anche dopo la conquista da parte dei romani. Questo periodo di fulgore, durante il quale Pafos fu la capitale dell’isola, portò alla costruzione di magnifiche residenze e di un’importante necropoli, visitabili attualmente nell’area archeologica diventata Patrimonio dell’Umanità da parte dell’Unesco. La cittadina di Pafos è stata nominata nel 2017 capitale europea della cultura, insieme alla danese Aarhus, grazie alle attrattive storico-culturali di cui dispone. Il Parco archeologico di Pafos è ancora in corso di scavo e da esso sono emersi splendidi edifici databili tra l’epoca ellenistica e quella romana, alcuni dei quali decorati con mosaici ritenuti fra i più belli di tutto il Mediterraneo, come nelle ville di Dioniso, di Aion e di Teseo, risalenti tra il II ed i V secolo d.C.
In un’area separata, vi è una necropoli famosissima e molto particolare: quella delle Tombe dei Re. Situata fuori dalle mura di Pafos, a nord ovest della città, fu costruita per soddisfare le esigenze sepolcrali relative a Nea Pafos; malgrado il suo nome, non fu utilizzata per i sovrani ciprioti (la cui istituzione terminò definitivamente nel 312 a.C.), ma per personaggi di spicco della dominazione tolemaica. Il nome le venne attribuito per la magnificenza di alcune delle sepolture ed il loro carattere maestoso, esempio rarissimo di monumenti tombali completamente scavati nella roccia, con strutture simili riscontrate solo ad Alessandria d’Egitto. La necropoli fu poi utilizzata da persone di ogni livello sociale per tutto il periodo ellenistico e quello romano, con alcuni reperti ritrovati addirittura di epoca medievale.
Purtroppo, come accade sempre in questi casi, le tombe sono state visitate regolarmente da ladri e scavatori fin dall’antichità; alla loro riscoperta nel XIX° secolo, ci si mise anche un personaggio di origine italiana presente a Cipro come diplomatico americano, Luigi Palma di Cesnola, il quale iniziò a scavare senza nessun rispetto per i ritrovamenti, ma con il semplice scopo di poterli rivendere. Raccolse oltre 35.000 oggetti, ora in buona parte esposti al Metropolitan Museum di New York. Nel 1977 vennero finalmente avviati degli scavi sistematici da parte del professor Sofocle Hadjsavvas del Dipartimento delle Antichità Cipriote, che proseguono tuttora continuando a portare nuove scoperte.
La visita alle Tombe dei Re costituisce un’esperienza assai particolare, da effettuare però nelle ore più fresche della giornata. La città si trova alle spalle, mentre l’area risulta caratterizzata da una spianata rocciosa che finisce repentinamente in un mare blu cobalto, forse per permettere alle anime dei morti di raggiungere più facilmente l’aldilà, traghettate dalla barca di Caronte. Oltre a quelle di tipo classico ed ai tumuli sepolcrali, le tombe più famose, risalenti al III° secolo a.C., sono state completamente scavate nella roccia. In molte di esse, che siano a livello del terreno oppure sotterranee, è possibile entrare per una breve visita. Alcune sono state edificate quasi fossero case per i vivi, con le camere di sepoltura affacciate verso il peristilio, il portico che circondava il giardino o il cortile, mentre colonne doriche sorreggono il portico. Sulle pareti si possono trovare a volte tracce degli affreschi che dovevano essere magnifici, e si vive una sensazione generale di maestosità ed opulenza confermata dalle migliaia di oggetti ritrovati, spesso di uso quotidiano. La credenza che il morto dovesse essere seppellito con i suoi averi era infatti permeata nel mondo tolemaico, proveniente da un’era egizia molto più antica e mescolata con riti funebri tipicamente greci.
Il corpo del defunto veniva cosparso con essenze, poi avvolto in un tessuto di lino ed esposto; a questo punto iniziava il compianto delle donne e l’ultima visita al morto. Poi si procedeva alla processione fino alla necropoli, dove avveniva la sepoltura e quindi il peridèipno, il banchetto funebre effettuato dentro la tomba. Sono state infatti trovate resti di anfore utilizzate per il vino e l’olio, e vari oggetti correlati al banchetto ed al corredo del defunto. In alcuni casi è presente un pozzo, con ruolo simbolico e rituale. La parte rituale riguarda il lavaggio, effettuato dai partecipanti al funerale al momento di andare via, per una funzione purificatrice. Quella simbolica ricorda che nella mitologia greca Ermes Psicopompo (accompagnatore delle anime) consegnava il morto a Caronte, il quale attraverso l’Acheronte lo conduceva al regno degli Inferi, governato da Ade. Per il passaggio, occorreva pagare il traghettatore: per questo motivo venivano poste due monete sugli occhi del defunto, alcune delle quali sono state ritrovate nelle tombe.
Differente da tutte le altre è quella indicata col numero 8; in questo caso, al posto dell’atrio vi è una roccia rettangolare, nella quale sono scavate le fosse sepolcrali e lungo la quale, scendendo la scalinata, è possibile girare attorno. La struttura unica e la presenza di due statue marmoree di uccelli, denotano una particolare importanza, sia nel caso in cui queste raffigurino due falchi (in questo caso rappresentazione del Dio Horus), che invece due aquile (in questo caso una possibile sistemazione funebre di uno dei tolomei, dei quali le aquile erano simbolo). In tutti i casi, la visita del sito risulterà estremamente particolare e suggestiva.
Terminata la visita alle Tombe dei Re, per godere di un rinfrescante bagno nelle acque del Mediterraneo in un posto unico, è possibile dirigersi verso sud fino a raggiungere la località di Petra Tou Romiou: secondo il mito è qui che Afrodite emerse dalla spuma delle onde. Una grande roccia divide la spiaggia in due: secondo una leggenda chi riuscisse a nuotare per tre volte intorno alla roccia, riuscirà miracolosamente a ritornare giovane. Peccato che per metà il roccione poggi sui sassi, rendendo la nuotata, ovviamente, impossibile.
Info: Ente nazionale Turismo di Cipro, www.turismocipro.it – info@turismocipro.it – tel. 02 58 30 33 28.
Testo/Foto Paolo Ponga