Scordiamoci per un momento di Sissi e di Mozart, dei fasti dell’impero austroungarico e della maestosità del Palazzo Reale. Basta spostarsi di pochi metri dal luccichio delle tavole imbandite in pompa magna nelle stanze di rappresentanza dell’Hofburg, o dalla cripta del Duomo che trasuda storia di generazioni di imperatori, per scoprire dentro Vienna una città nuova. Dietro la vetrina sfavillante della città imperiale si nasconde infatti un’altra capitale, fatta di colori e di sperimentazioni ardite, di servizi a misura d’uomo, di buona tavola e, soprattutto, di gioia di vivere.
Una città segreta che si può cominciare a conoscere dal quartiere di Landstrasse, un ambiente di periferia un tempo degradato, trasformato nel 1968 con un tocco di colore e architetture ardite dal genio artistico di Friedrich Hundertwasser, noto per avere dato alla luce alcune fra le costruzioni più eccentriche e bizzarre di tutta Europa. Basta mettere piede in questo quartiere per restare a bocca aperta: le case si presentano asimmetriche, le curve sostituiscono le rette, il colore acceso ruba spazio al grigio metropolitano, mentre le fontanelle zampillano dal basso verso l’alto. Un mondo fatto di scale a chiocciola, dossi imprevisti, vie sinuose e soprattutto tanto verde, un’isola colorata in grado di piacere tanto alle centinaia di turisti che ormai vi fanno tappa sull’onda del passaparola, ma dove in realtà poi la gente vive davvero. Non a caso vicino ai citofoni campeggiano dei cartelli per avvisare i turisti che lì le persone ci abitano ed hanno il diritto al rispetto ed alla privacy. Chi si avvicina viene avvertito: pochi schiamazzi e, soprattutto, non pretenda di entrare a visitare gli appartamenti.
Nato nel 1928, Hunterwasser è stato un pittore, scultore, architetto ed ecologista ante litteram. Una sorta di Gaudì austriaco, il quale lavorò in tutto il mondo portando un nuovo modo di intendere l’architettura: nei suoi 50 appartamenti popolari disegnati a Landstrasse ha infatti voluto infondere allegria e gioia di vivere, eliminando rette e spigoli vivi, realizzando giardini pensili in ogni terrazza, creando un rapporto stretto fra uomo, natura e cielo. Accanto a queste case è nato un piccolo villaggio fatto di bar, chioschi e caffetterie, dove risulta possibile gustare specialità viennesi e dove persino i servizi igienici sono in stile, poiché fanno parte delle “Toilet of modern art” con ceramiche decorative, fontane e colori sgargianti.
Colori capaci di ritornare in altri angoli di Vienna, soprattutto lungo il Danubio, il quale smette di essere il luogo comune dei valzer e delle crociere per diventare invece una grande lavagna per le esercitazioni degli artisti di strada. Per vederli all’opera, o semplicemente poter ammirare il mondo della street art a risultati raggiunti, basta salire su un battello per gustarsi una crociera tutta particolare, proposta per chi al posto di ammirare i grandi palazzi antichi preferisce il colore dell’improvvisazione metropolitana. Un percorso dalle mille sorprese, tra i capolavori delle bombolette spray a due passi dagli edifici che hanno fatto la storia della città.
Vienna infatti i suoi panni non li ha mai messi in naftalina. Lontana dalla retorica della storia imperiale, la città degli Asburgo e del castello di Schoenbrunn appare in grado di anticipare i tempi, con chilometri e chilometri di piste ciclabili, monopattini elettrici che si possono prendere e lasciare in qualsiasi angolo e, soprattutto, quattro linee di metropolitana in grado di portarti ovunque. Una città a misura d’uomo, dove anche la maestosità dei palazzi imperiali viene smorzata dal verde dei giardini. Accade ad esempio al Belvedere, con il suo splendido giardino a tre livelli fatto di statue, fontane, vasche e scalinate per collegare il Belvedere Inferiore, dimora estiva del principe, con il Belvedere Superiore, destinato a feste e ricevimenti. Acquistato dagli Asburgo, fu usato come residenza e come pinacoteca imperiale. Oggi ospita la Galleria d’Arte Austriaca ed è noto per custodire il famosissimo “Bacio” di Gustav Klimt. Inevitabile qualche coda per poterlo ammirare, ma sarà un’attesa senza affanno: la galleria dispone di comodi seggiolini apribili per chi si stanca di aspettare in piedi.
Verde e divertimento si coniugano al famoso Prater, con l’ancor più famosa ruota panoramica, e natura in primo piano anche nel castello di Schoenbrunn, il più sontuoso tra i palazzi imperiali austriaci, che vale la pena di essere visitato soprattutto per il vasto parco di 120 ettari progettato in stile francese. Nelle belle giornate di sole vale la pena di salire sulla terrazza panoramica del porticato neoclassico della Gloriette, costruito in cima alla collina per celebrare la vittoria del 1757 contro i Prussiani. Da qui è possibile godere di una splendida vista sul parco e sull’intera città.
Ma Vienna lega la sua fama anche alla cucina, e non si può fare una visita senza farsi tentare dalle specialità dolci e salate. Vale sicuramente la pena di gustare il dolce più famoso, una delizia di cioccolato farcita con un velo di marmellata d’albicocca, nel luogo più tipico: il caffè dell’Hotel Sacher, in pieno centro, a due passi dall’Hofburg e dall’Opera, un ambiente elegante con le cameriere gentilissime con cuffietta e grembiulino, dove si respira un’antica sottile atmosfera mitteleuropea. Birra, wurstel di ogni tipo, ma anche ravioli, gnocchi di semolino e zuppe gustose si possono trovare in ogni angolo. Vienna si presenta ricca di moderni locali di tendenza, ma anche di birrerie caratteristiche e di antiche taverne. La più antica risulta essere la Griechenbeisl (Fleischmarkt, 11), aperta tutti i giorni dalle 11 alla mezzanotte. Cucina di qualità in un edificio antico della Vienna medievale, sulle cui volte campeggiano firme di ospiti famosi, da Richard Wagner a Mark Twain, da Beethoven e Mozart a Jonny Cash, mostrati con un certo orgoglio ai turisti.
Altro locale caratteristico, la birreria, distilleria e ristorante Salm Brau, a fianco del castello Belvedere, residenza del principe Eugenio di Savoia. Si tratta di un altro locale protetto dalla sovrintendenza ai beni culturali, le cui cantine raccontano una lunga storia. Fino al Settecento qui si trovavano i vigneti e la cantina del borgomastro di Vienna. Nel 1717 le vigne furono vendute alla corte imperiale e le cantine trasformate dall’imperatrice Amalia Guglielmina in un convento. Nuovo scenario a partire dal 1924, quando venne fondata la ditta O.Salm&Co: da allora gli impianti di birrificazione Salm sono stati distribuiti in 30 paesi del mondo. Ancora oggi qui ci si occupa della formazione dei mastri birrai.
Info: Ente Nazionale Austriaco Turismo, www.austria.info – vacanze@austria.info – Tel. 02 46 75 19 08
Testo/Monica Guzzi – Foto/Monica Guzzi e Vienna Turismo