Zagabria, la capitale della Repubblica di Croazia (Republika Hrvatska), ha tante attrazioni turistiche e culturali da visitare, come il Nikola Tesla Technical Museum, dedicato al grande scienziato croato che ha gettato le basi per quel sistema elettrico a corrente alternata che usiamo tutt’oggi. Tuttavia, la città è anche nota per gli innumerevoli piccoli musei dedicati ai temi più diversi della nostra esistenza. Tra quelli più curiosi, ce ne sono di molto particolari come il Museo della sbornia (Muzej mamurluka); quello delle Illusioni (Muzej Iluzija), dove “Non crederete ai vostri occhi”; oppure quello dei Selfie e dei ricordi (Muzej selfija i uspomena). C’è il Museo dedicato alla cannabis (Muzej kanabisa), al cioccolato (Muzej čokolade) e quello dei funghi (Muzej gljiva). Ma, passando dai piaceri della tavola al gusto horror, per gli amanti del tema c’è anche il Museo della Tortura (Tortureum), in cui sono riproposti oltre settanta strumenti e i vari processi usati nei secoli per eseguire torture ed esecuzioni capitali. Se finora uno dei musei cittadini più visitati è stato quello delle Relazioni Interrotte (Muzej prekinutih veza), dove sono raccontati amori finiti ed esposti gli oggetti che hanno caratterizzato questi rapporti, ben presto a questo se ne affiancherà un altro: Cravaticum, il Museo Boutique della cravatta.
Zagabria, è una città cosmopolita di oltre 800 mila abitanti, legata al suo variegato passato ma lanciata verso il futuro, specie con l’entrata della Croazia nella Ue il 1º luglio 2013. La città si trova nel nordovest del Paese in prossimità del fiume Sava ed è caratterizzata dalle due piccole colline di Kaptol, dove si trova la cattedrale e di Gradec (rispettivamente 163 e 120 metri s.l.m.). Ai loro piedi il variopinto e caratteristico mercato di Dolac (Tržnica Dolac), detto la “pancia di Zagabria”, e più in basso la piazza intitolata al Bano Josip Jelačić (Trg bana Jelačića), la principale della capitale e cuore delle attività cittadine. A circa 500 metri da qui, in Ulica (via) Josipa Eugena Tomića, 5 (o Tomićeva 5), si trova un museo particolare che racconta la storia di un piccolo ma significativo accessorio di moda, nato come complemento per una divisa militare e diventato nei secoli un simbolo dell’eleganza maschile, ma anche femminile: la cravatta.
Cravatta, piccolo lembo di stoffa elaborata artigianalmente, che dalle sue origini nel XVII secolo ci avvolgiamo con cura attorno al collo come guarnizione. Un patrimonio culturale croato che si festeggia in tutto il mondo il 18 ottobre con il “Cravatta day, la Giornata mondiale della cravatta. Un accessorio di moda che è raro non trovare nei nostri guardaroba e molto usato anche dalle aziende più importanti come omaggio di qualità per dipendenti e clienti. Il museo Cravaticum boutique muzej (Museo Boutique della cravatta) è stato inaugurato il 26 giugno 2024 alla presenza del presidente della Croazia Zoran Milanović, accompagnato dalla consigliera presidenziale per i Diritti umani e la società civile, Melita Mulić. Nato grazie ad un’intuizione di Igor Mladinović, che ne è il direttore e Darko Dovedan, curatore, museologo e comproprietario, il Museo Boutique della cravatta è unico nel suo genere ed è aperto a chiunque voglia scoprire le curiosità e segreti su quest’elegante accessorio di moda popolare in tutto il mondo.
Un percorso di visita di circa quaranta minuti, per questo museo multimediale progettato per raccontare tante curiosità e storie sulle cravatte in modo piacevole e interattivo, offrendo ai visitatori un’esperienza unica nel suo genere, grazie alla ricca collezione di opere di artisti contemporanei sul tema della cravatta, esposizioni interattive e display multimediali grazie ai quali i visitatori possono conoscere la storia, il suo sviluppo e l’influenza sulla moda mondiale. Ma anche toccando con mano nei laboratori come effettivamente si creano le cravatte, vedere al microscopio bozzoli di seta di gelso e i fili di seta. Poi, grazie alla visione in 3D, entrare nel XVII secolo per ritrovarsi tra i cavalieri del reggimento operante in Francia con le loro cravatte. Non ultima, anche la visione della cravatta del futuro, proposta dal noto stilista croato Juraj Zigman. Il desiderio dei fondatori è di farlo diventare una delle principali attrazioni culturali di Zagabria, anche per dare un forte contributo alla promozione dell’identità culturale croata. In questo senso va il progetto di collaborazione con scuole e università locali, per trasmettere ai giovani l’importanza del legame nella storia croata e mondiale di questo accessorio.
La cravatta deve i suoi natali alla Croazia. La cravatta, per molti accessorio di moda quotidiano, dal XVII secolo è un segno distintivo d’eleganza e di stile. Un elemento che nei suoi 400 anni di storia ha spesso rivestito un ruolo simbolico, sia che fosse usato a compendio della divisa militare che in amore. Come racconta la storia, le origini dell’odierna cravatta risalgono alla Guerra dei trent’anni (1618 e il 1648), quando gli ufficiali mercenari croati di un reggimento di cavalleria al servizio del re di Francia Luigi XIV chiamati “croates”, per primi la utilizzarono come capo d’abbigliamento. All’inizio erano solo i loro tradizionali foulard annodati a corredo della divisa e il nome dato a questi soldati fu poi associato al foulard, chiamandolo “cravate”.
In ogni caso non ci soffermeremo più di tanto sulle migliaia di modi per annodare una cravatta e, anche se si dice che nessun uomo è un vero gentiluomo senza di essa, ci sono ancora molte persone che passano tanto tempo davanti allo specchio cercando di fare un nodo decente all’accessorio di stoffa: arte basilare passata di padre in figlio da generazioni.
Per info: www.cravaticum.com; www.infozagreb.hr/it/
Testo/Maurizio Ceccaioni – foto d’apertura Museo della cravatta a Zagabria (Ph. Petar Santini)