Le emozioni dei Giochi olimpici a Losanna, il fascino di una crociera su un battello antico, un tuffo nella città di Freddie Mercury e del Jazz Festival e una passeggiata fra i vigneti di Lavaux, dichiarati dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. Siamo in Svizzera, precisamente nel Vaud. Sulle sponde del lago di Ginevra, raggiungibili comodamente in treno, ci aspetta una vacanza a 360 gradi. Già, perché il paesaggio tra Losanna e Montreux offre tante vacanze insieme: dalla natura alla storia, passando per la musica e la cultura.
Il tutto comodamente raggiungibile in treno, ma anche in battello e, per Losanna, in metropolitana.
Perché la Svizzera fa della sostenibilità uno dei fiori all’occhiello del suo turismo.
Partiamo da Losanna, la capitale olimpica che ospita la sede del Cio e che conta trentamila studenti universitari fra i suoi abitanti. Città giovane, comoda, sostenibile e soprattutto bella e colta. Due i musei da non perdere, in attesa che si completi la realizzazione di Platforme 10, tre grandi musei sul vecchio scalo ferroviario. Un assaggio dell’ambizioso progetto è il il Museo delle Belle Arti (MCBA). E’ il primo tassello della nuova cittadella culturale: in attesa dei grandi musei del design e della fotografia, nel nuovo spazio nato dal progetto architettonico audace dello studio Barozzi Veiga di Barcellona si possono ammirare opere che vanno da Degas a Renoir, da Cézanne a Rodin, oltre a mostre temporanee. In tutto diecimila pezzi per una collezione che spazia dalla seconda metà del XVIII secolo all’arte contemporanea. Da non perdere anche la Collection de l’Art Brut, museo unico nel suo genere con opere di autori autodidatti, sfuggiti al conformismo sociale e al condizionamento culturale secondo una definizione del suo teorico, Jean Dubuffet, che lasciò la sua donazione alla città perché creasse questa realtà nel 1976, La collezione oggi conta 60mila oggetti e ospito ogni anno circa 40mila visitatori provenienti da tutto il mondo per conoscere opere originali e sovversive, realizzate dietro le sbarre di una prigione o in un ospedale psichiatrico e generate dal potere dirompente della volontà creativa.
Ma a Losanna c’è anche un altro tempio sacro, il Museo olimpico. Qui si respira immediatamente lo spirito olimpico portato da Pierre de Coubertin quando nel 1915 decise di trasferire la sede del Cio dalla Francia a Losanna, un porto sicuro in Svizzera grazie alla sua neutralità. Sui tre piani del museo si possono rivivere gare epiche, partecipare alle cerimonie inaugurali delle passate edizioni, cimentarsi con Usain Bolt sulla pista del 100 metri. Il museo custodisce tra i cimeli anche la maglia indossata dal campione giamaicano nella finale dei 200 metri ai giochi di Pechino 2008, le scarpette indossate dal nostro Pietro Mennea, campione olimpico dei 200 metri a Mosca 1980, la racchetta di Roger Federer a Pechino 1980. In mostra documenti, filmati, costumi delle varie inaugurazioni, persino tutte le mascotte, le 50 torce che hanno trasportato la fiamma olimpica, le medaglie, i plastici degli stadi e delle arene.
Infine un altro nome famoso legato alla storia di questa città, quello di Coco Chanel, di cui quest’anno si celebra il primo secolo di vita del famoso profumo N°5. La stilista espulsa dalla Francia per i suoi legami col nazismo si ricreò una vita qui, soggiornando nell’hotel Beau Rivage Palace e poi trovando casa. Al cimitero di Bois de Vaux c’è la tomba della stilista, a pochi passi da quella di de Coubertin, con la sua cifra portafortuna, il numero 5.
Si respira aria internazionale anche a Montreux, ma prima di arrivarci è d’obbligo fare tappa a Lavaux, con i suoi terrazzamenti e le cantine dedicate soprattutto al vino bianco. Una tradizione antica, che risale al XII secolo, quando qui arrivarono i monaci cistercensi e strapparono il bosco alla coltivazione di uva, e poi vino, per la messa. I monaci furono cacciati con la Riforma protestante, ma la tradizione rimase, dando vita a un panorama suggestivo fatto di chilometri di muretti affacciati sul lago. Un panorama riconosciuto fin dal 2007 dall’Unesco. Oggi l’80 per cento del vino prodotto è Chasselas, una produzione limitata a 11 piccoli paesi, frutto della grande fatica di 185 vignaioli su 809 ettari di terreno, dove tutto si fa a mano, dalla coltivazione alla vendemmia.
E poco lontano da qui, a Vevey, si volta pagina, con il museo dedicato a Charlie Chaplin, allestito nella villa dove lui visse con la famiglia. Fino al 29 agosto negli studios che accolgono pellicole e cimeli c’è anche la mostra temporanea dedicata a uno dei film cult di Chaplin, “Il dittatore”.
Infine si arriva Montreux, vivace cittadina sulle sponde del lago, 26mila abitanti che diventano molti di più nel mese di luglio con il Jazz Festival, nato qui nel 1967. Il nome di Montreux è legato a quello di Freddie Mercury, che qui ha una statua sul lungolago, e ai leggendari Queen, ai quali sono dedicati i “Freddie Tours”, una delle attrazioni turistiche principali. Accompagnati da guide o audioguide, è possibile seguirne le orme, i luoghi unici e segreti che li circondavano, attraverso foto, aneddoti e racconti affascinanti. Il fulcro del percorso è l’hotel, poi casinò e studio di registrazione, dove nel ’71 durante un concerto di Frank Zappa il maldestro lancio di fuochi di artificio provocò un incendio che impressionò particolarmente alcuni musicisti presenti. Erano i Deep Purple, e da lì nacque la celebre “Smoke on the water”.
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Testo/Monica Guzzi