A vent’anni esatti dalla Cappella del Barolo realizzata, insieme al grande artista americano Sol LeWitt, a La Morra (Cuneo), per conto dei produttori vinicoli Ceretto, e dopo due anni dall’intervento presso la cappella della Beata Maria Vergine del Carmine (1689) di Coazzolo d’Asti, tuttora consacrata, David Tremlett (St. Austell, Cornovaglia, 1945), il grande artista-viaggiatore inglese, specializzato nella relazione tra segno artistico, architettura pre-esistente e territorio circostante, che si esprime attraverso wall drawing, è tornato per la terza volta in terra di Langhe, dal 2014 patrimonio Unesco, per affrescare un’ulteriore cappella, quella sconsacrata che fa parte dell’ex-complesso cistercense (XVII secolo) di San Maurizio, a Santo Stefano Belbo (Cuneo) il quale, dopo un restauro conservativo, dal 2002 è stato trasformato in una struttura d’ospitalità a cinque stelle della catena Relais & Chateaux, al cui interno si trova il ristorante gourmet Guido da Costigliole, diretto dallo chef Luca Zecchin.
Per celebrare i 400 anni della fondazione dell’ex monastero, il Relais San Maurizio, grazie alla collaborazione con la Noire Gallery di Torino, ha dunque incaricato David Tremlett di prodursi site specific, con gli abituali pastelli colorati strofinati manualmente su parete, realizzando il così battezzato Wall Drawing in Pastel for Open Space San Maurizio. “La prima volta che ho visitato la cappella – spiega Tremlett – ho riscontrato che la volta del White Space (l’originario nome dello spazio, n.d.r.) non aveva alcun collegamento con le sue pareti: qualcosa che non aveva senso. Ora, invece, la parte inferiore ha una connessione con la volta, i suoi affreschi ed i vetri cattedrale, costituendo anche la base, la fondazione, il luogo su cui tutto si sostiene, circondata com’è da colore e luce. In mezzo c’è il nostro orizzonte, il nostro Open Space“. Previo appuntamento, la cappella è visitabile telefonando al 0141 841900, e-mail art@relaissanmaurizio.it.
Artista-viaggiatore per eccellenza – negli Anni Settanta ha affrontato un viaggio dall’Inghilterra all’Australia con mezzi di fortuna, mentre negli Ottanta ha girato in largo e lungo l’Africa, eseguendo alcuni wall drawing su costruzioni abbandonate – David Tremlett, partito con un lessico minimale, ha nel corso del tempo rafforzato l’interesse per il colore sino a farlo diventare essenziale, grazie anche alla sua conoscenza dei grandi maestri italiani, quali Giotto, Piero della Francesca e Mantegna. E, d’altronde, in Italia non frequenta solo le Langhe, anzi, lo scorso aprile era a Bari per l’inaugurazione della sua opera Wall Surfaces (27 stops – Bari), un wall drawing ovviamente permanente, realizzato con il coordinamento dell’architetto Luca Cipelletti e dedicato alla memoria della super-gallerista pugliese Marilena Bonomo, realizzato come parte di un importante intervento di riqualificazione del complesso monumentale di Santa Chiara e San Francesco della Scarpa (in via Pier l’Eremita 25).Reso possibile grazie al contributo finanziario del ministero per i Beni e le Attività culturali, il progetto costituisce un’importante intervento di arte pubblica, destinata a trasformare l’impatto visivo della pre-esistente architettura novecentesca, che connette tra loro i due principali edifici storici del complesso, ricucendo con un intervento artistico il dialogo tra le due architetture monumentali. E dulcis in fundo, sempre su suolo nazionale, con cui Tremlett ha un ricambiato amore iniziato negli anni Settanta grazie appunto alla gallerista Marilena Bonomo, ha da pochissimo completato un maxi wall drawing anche a Ghizzano (350 abitanti), frazione di Peccioli, nella campagna pisana, eseguito sulle facciate delle abitazioni allogate lungo la Via di Mezzo del paesino.
L’operazione ha comportato un intenso confronto con i proprietari degli immobili attraverso assemblee pubbliche, “passaggio indispensabile affinché ci fosse il consenso da parte della comunità che, in questo modo, ha fatto propria quest’opera d’arte”, ha dichiarato il sindaco Renzo Macelloni, tirando un sospiro di sollievo dopo un percorso durato un anno e mezzo. Dall’osservazione delle morbide colline che circondano la frazione, è stata di conseguenza determina la scelta delle cromie – il marrone e il verde, in acrilici destinati a resistere a tempo ed intemperie – le quali permettono al paesaggio esterno di confluire quasi all’interno, rendendo la Via di Mezzo un trait d’union tra urbe e campagna.
D’altronde due anni prima (2017), lo stesso sindaco e lo stesso artista, sono stati protagonisti di un beau geste nella vicina frazione di Legoli, agendo sulla locale discarica-modello (con impianto di smaltimento e trattamento rifiuti) e trasformando un imponente muro di contenimento in un coloratissimo wall drawing super-firmato. E, così, dalla regale e inarrivabile Tate Britain di Londra (2016) alla minuscola Ghizzano, il passo è stato più breve di quanto chiunque potesse mai immaginare.
Info: https://www.davidtremlett.com/ –
Testo/Olivia Cremascoli – foto/Bruno Murialdo, Luisa Porta, Andrea Testi.