Repliche fino al 29 gennaio, al Teatro Carlo Felice, del “Falstaff”, opera in tre atti di Giuseppe Verdi, su libretto di Arrigo Boito, diretta dall’abile bacchetta del giovane e brillante maestro Andrea Battistoni. Alle soglie degli ottant’anni, dopo una vita dedicata al tragico musicale, il genio di Busseto, riscopre l’opera comica, sorprendendo tutti. E compone il suo ultimo, eccezionale capolavoro teatrale. Significativo per la modernità della partitura e della drammaturgia musicale. Falstaff è un’opera che guarda al futuro, una sorta di testamento lasciato ai compositori che verranno, un estremo sforzo creativo.
Il Falstaff presentato dal Carlo Felice è l’ultimo messo in scena da Luca Ronconi, uno dei più grandi registi italiani di prosa e lirica del secondo dopoguerra, scomparso nel 2015. Un Falstaff ambientato in un vago passato, con dei semplici teloni come quinte e lo spazio scenico disegnato dagli oggetti stessi distribuiti a gruppi, che Ronconi presentò così nei giorni del debutto: «Falstaff è un personaggio astorico. È vero che appare burlone, ma è anche burlato; vive di espedienti, ma è anarchico, è squattrinato e vuole fare soldi. È vecchio, ma si sente giovane, e quindi risulta un po’ mitomane. Insomma, è tantissime cose: a me non dispiace vedergli dentro anche una sorta di infantilismo, come quelli che passano da collere furibonde a folgorazioni immediate. Quindi un carattere non estremamente coerente.»
Le scene sono firmate da Tiziano Santi, i costumi sono di Tiziano Musetti e le luci A.J. Weissbard.Nel cast spiccano i nomi di Carlos Álvarez, eccezionale nel ruolo del protagonista, Alessandro Luongo (Ford), Pietro Adaìni (Fenton), Cristiano Olivieri (Dottor Cajus), Marcello Nardis (Bardolfo), Luciano Leoni (Pistola), Rocío Ignacio (Mrs. Alice Ford), Leonore Bonilla (Nannetta), Barbara Di Castri (Mrs. Quickly) e Manuela Custer (Mrs. Meg Page).
Testo/Pietro Tarallo Foto/Marcello Orselli