Immaginate una larga, dolce vallata circondata da montagne, che fanno da spartiacque fra due popoli. Nella parte superiore della valle le aspre montagne si piegano in corrispondenza di due passi, i quali consentono, seppur a fatica, il passaggio di uomini ed eserciti; al capo opposto la valle si restringe in un punto preciso, dove le rocce a picco circondano le agitate acque del fiume, ed uno stretto sentiero addossato ad un promontorio roccioso alto circa 400 metri. Su di esso un’antichissima fortezza, rimaneggiata, ricostruita più volte ma rimasta inespugnata da oltre duemila anni. Questo castello funge da sentinella per gli enormi territori alle sue spalle, le cui ricchezze attirano i nemici: è per la loro protezione che è infatti stato costruito. Siamo in un romanzo di Tolkien, davanti alla fortezza creata per difendere gli umani dalle truppe del Signore degli Anelli? Così potrebbe sembrare, mentre in realtà siamo all’inizio della Valle d’Aosta, al cospetto del Forte di Bard.
Percorrendo la strada statale che conduce alla Valle Padana, risulta impossibile non rimanere impressionati alla sua vista. I primi insediamenti nell’area datano al periodo neolitico, come testimoniano le incisioni rupestri del II° millennio a.C. e lo Scivolo delle Donne, un curioso percorso di fertilità femminile, dove le ragazze venivano fatte scivolare sedute lungo una discesa di roccia. Delle tribù successive si sa poco, se non che sicuramente vi era un villaggio sormontato da una rozza struttura di protezione. Nel 25 a.C. il territorio venne conquistato dai Romani, i quali costruirono la Via Consolare delle Gallie che raggiungeva i valichi del Piccolo e del Gran San Bernardo. In quest’epoca l’insediamento divenne fiorente, con la presenza di un piccolo paese sotto la rocca sulla quale si ergeva un munito castrum a protezione dei traffici, posizione ideale per il controllo e l’ottenimento dei dazi per il passaggio di merci verso la pianura. La presenza di un presidio armato e difeso viene poi confermata durante la dominazione del re ostrogoto Teodorico all’inizio del VI° secolo.
Una successiva menzione del castello risale al 1034, quando era di proprietà di Boso, visconte di Aosta. Riconosciuto quindi come straordinario punto di difesa e controllo, suscitò gli ovvi interessi di casa Savoia, la quale si stava affermando come forza politico- militare fondamentale in territorio piemontese; nel 1242 Amedeo IV di Savoia riuscì finalmente ad impadronirsene in maniera incruenta, e da allora rimase sempre sotto il controllo dello stato sabaudo. Nei secoli successivi venne ampiamente rimaneggiato e rinforzato, adattando le sue strutture di difesa alle nuove armi da fuoco e dotato di numerose bocche d’artiglieria, prese da altri castelli difensivi ritenuti meno importanti. Nel 1704 resistette egregiamente alle truppe francesi nel corso della guerra di successione spagnola.
L’episodio militare più famoso avvenne però nel 1800, contro le truppe di Napoleone Bonaparte. L’esercito degli alleati austro-piemontesi stazionava in pianura padana, in attesa di una possibile invasione da parte del Primo Console, mentre le battaglie infuriavano in Liguria ed in Germania. Il Forte di Bard era occupato da 400 soldati austriaci e croati comandati dal capitano Stockard von Bernkopf. All’alba del 14 maggio 1800 Napoleone, alla testa dei 40.000 uomini dell’Armée de réserve, valicava le Alpi attraverso il passo del Gran San Bernardo colmo di neve, per sorprendere ed attaccare i nemici austro-piemontesi. L’enorme esercito, dopo aver trovato scarsa resistenza, arrivò il 19 maggio al Forte di Bard. Dopo aver intimato la resa alle truppe del castello, durante la notte del 21 maggio tramite un’operazione da forze speciali riuscirono a conquistare il paese medievale, tentando poi da lì l’assalto alla fortezza: finì in una carneficina.
Cominciò quindi l’assedio, senza che l’artiglieria francese riuscisse a creare danni al forte, fino a quando riuscirono a portare faticosamente una bocca di fuoco di fianco al campanile della chiesa. Da quella posizione potevano finalmente colpire le difese del castello. Fu così che il 1° giugno 1800 il capitano Bernkopf chiese la resa per le sue truppe, che gli venne accordata con l’onore delle armi; 400 soldati erano riusciti a rallentare l’avanzata di un esercito di 40.000 uomini ben addestrati. A rendere famosa la resistenza delle truppe di Bard contribuirà Stendhal, al seguito delle truppe francesi. Napoleone era così furioso che ordinò di radere al suolo il castello, il “vilain castel de Bard” fino a quando ne rimanessero solo le pietre.
Passati alcuni anni Carlo Felice, temendo una nuova aggressione francese, decise nel 1827 un rifacimento del forte, affidando il progetto all’ingegnere del Genio militare Francesco Antonio Olivero, coadiuvato da un giovanissimo Camillo Benso Conte di Cavour. I lavori proseguirono fino al 1838, con lo scopo di creare una fortezza inespugnabile anche al progredire dell’artiglieria. Vennero così creati tre corpi di fabbrica su diversi livelli, in grado di difendere la via della valle, ma anche di proteggersi reciprocamente in caso di attacco: l’Opera Ferdinando al piano inferiore, l’Opera Vittorio in mezzo ed in cima alla rocca l’Opera Carlo Alberto, munite di potenti cannoni e di una guarnigione di 416 uomini, che potevano raddoppiare in caso di attacco. Una costruzione di quasi 15.000 metri quadrati suddivisi in 283 locali. Negli anni successivi non ci saranno però altri episodi guerreschi, ed il forte diventerà prima una prigione ed infine un deposito di munizioni.
Dismesso nel 1975 dal Demanio militare, venne acquisito dalla Regione autonoma della Valle d’Aosta nel 1990. In seguito alla costituzione di una società di capitale, la Finbard, e grazie a finanziamenti europei, statali e regionali, il Forte è stato interamente restaurato in maniera conservativa, con delle opere eccellenti ed aperto infine ai visitatori nel 2006. Risulta possibile effettuare la salita alla cima alla rocca sia dall’ingresso settentrionale, rivolto alla Valle, sia dal centro del paesino in prossimità della chiesa, oppure ancora mediante tre ascensori panoramici che regalano una vista mozzafiato. Divenuto un centro di accoglienza onnicomprensivo, all’interno del Forte è possibile soggiornare nell’Hotel Cavour et des Officines, pranzare o bere qualcosa nella caffetteria ed anche organizzare eventi e congressi nelle sale apposite. Si possono quindi visitare le tre Opere con il Museo delle Alpi, lo splendido Museo delle Fortificazioni Alpine ricco di cimeli e ricostruzioni situato presso l’Opera Ferdinando, ed infine il percorso altamente suggestivo delle Prigioni. Oltre alle esposizioni permanenti, sono regolarmente organizzate attività di laboratorio didattico e lezioni per le scuole, oltre ad un continuum di mostre ed esposizioni d’arte. Durante il periodo estivo sono frequenti le rappresentazioni musicali e teatrali, oltre ad eventi sportivi come il Monterosa Walser Ultratrail.
Il lavoro svolto per ristrutturare la fortezza e renderla accessibile al pubblico appare veramente encomiabile ed altamente suggestivo: il Forte di Bard, da triste ed abbandonata fortezza, si è infatti trasformato nel polo culturale delle Alpi occidentali, evolvendo la tradizione storica in un parco tematico gravido di emozioni. Queste sicuramente non mancano mai durante la visita: osservandolo dal basso, il forte prorompe l’osservatore come un pugno nello stomaco, mentre durante l’itinerario storia e modernità continuano ad interfacciarsi. Dalla cima della rocca infine, si gode una vista semplicemente incredibile: il tutto è sicuramente d’effetto. Queste sensazioni capaci di stimolare continuamente il visitatore, sono state confermate dalla scelta di utilizzarlo come location per un film blockbuster, che l’ha reso famoso nel mondo: nel marzo 2014 sono state infatti girate qui le prime scene del film Marvel Avengers: Age of Ultron, nel quale la fortezza diventa la sede dell’Hydra, acerrima nemica dei buoni dello Shield. Come risulta ovvio aspettarsi un lieto fine dal film d’avventura, così è successo anche per la vera Fortezza di Bard, diventata attualmente uno splendido luogo carico di emozione e di cultura.
Info: www.fortedibard.it/ – tel. 0125 83 38 11 –
Testo/Paolo Ponga – Foto/Google Immagini e Paolo Ponga