Un bicchiere di vino può raccontare un territorio. E in Franciacorta quello fra il paesaggio e ciò che si beve è un connubio naturale. Siamo nel cuore della Lombardia, a due passi da Milano: affacciata sulle sponde del lago d’Iseo, si estende un’area di circa 200 chilometri quadrati che comprende 19 comuni della Provincia di Brescia. Le sue dolci colline, tra il fiume Oglio e le Alpi Retiche, devono le loro antichissime origini ai ghiacciai che, ritirandosi oltre 10mila anni fa, hanno creato un anfiteatro ricco di buoni frutti. Il nome di questa zona deriva probabilmente da “curtes francae”, corti franche, zone esentate dal pagamento dei tributi, riferimento alle piccole comunità di monaci benedettini qui insediate nell’Alto Medioevo ed esentate dal pagamento dei dazi per il trasporto ed il commercio delle loro merci. I frati erano infatti dediti alla bonifica dei territori assegnati e istruivano i contadini alla coltivazione dei campi.
Qui, nelle tenute “La Montina”, si coltivano i vitigni di Chardonnay e Pinot Nero: 72 ettari di Vigneti, con giacitura preminentemente collinare, impiantati su terreni calcarei e limo-argillosi con una resa circa di 100 quintali e una cantina che si estende per oltre settemila metri quadrati sotterranei, il che garantisce tutto l’anno la minore escursione termica possibile (attorno ai 13°- 16°) e condizione ottimale per la giusta maturazione dei Franciacorta. Se la produzione media è di 380mila bottiglie annue, quest’anno alcune di queste si vestiranno a festa. L’occasione per sbarcare in Franciacorta, o almeno di assaggiarne i prodotti simbolo, è San Valentino.
“Da diverso tempo diamo ai nostri clienti la possibilità di personalizzare le bottiglie preferite incidendo la propria dedica sul vetro. È un’idea molto apprezzata perché lascia la libertà di rendere unico ogni pezzo, che è inciso con tecnica laser da esperte mani artigiane” spiega Jessica Giovanessi, responsabile della comunicazione delle tenute “La Montina”. E per San Valentino, insieme col suo artigiano di fiducia, “La Montina” ha studiato due grafiche a tema, che non solo saranno incise sul vetro, ma saranno anche dipinte a mano. Due disegni dallo stile diverso, che potranno essere riprodotti su bottiglie di vari formati e tipologie, con la possibilità di confezioni corredate di calici da degustazione e altri accessori per il vino.
E poi c’è la possibilità di regalare una visita guidata alla cantina con degustazione, da svolgere non appena sarà possibile farlo, senza preoccuparsi della scadenza. I buoni si possono acquistare in enoteca, che online o al sito www.lamontina.com.
Si fa presto a dire bollicine, è il motto della tenuta.
“Un Franciacorta è infinitamente di più: ogni nostro vino è ottenuto attraverso il lungo e attento processo prescritto dal Disciplinare di produzione dei vini a denominazione di origine controllata e garantita “Franciacorta” (DOCG), con la rifermentazione in bottiglia, la sboccatura, e i tanti altri passaggi che dalla vigna portano nei vostri calici un Franciacorta – lo diciamo con orgoglio – fatto a regola d’arte”. Una realtà che risale addirittura al 1620, quando proprietaria della casa padronale era una nobile famiglia bresciana facente capo a Benedetto Montini – avo di Papa Paolo VI – il cui cognome originò il toponimo Montina. Da allora questa piccola località che comprende, oltre le terre vitate, la collina retrostante, è denominata per l’appunto La Montina. Passata di mano in mano nell’arco dei secoli, verso il 1970 la tenuta – in grave stato di abbandono – ospitava un convento di Suore Dorotee, che successivamente si trasferirono in Valcamonica. Era il 1982: tre dei sette fratelli Bozza, ovvero Gian Carlo, Vittorio e Alberto, acquistano la proprietà delle monache Dorotee in Contrada Baiana, 36 piò di terreno (circa 12 ettari) fra bosco e vigne, con cascina e convento. Il loro obiettivo, produrre Franciacorta.
I lavori nelle vigne vanno di pari passo con la costruzione della cantina, completamente interrata nella collina e impercettibile dall’esterno, dove vengono scavate le gallerie di affinamento, la sala vinificazione, la barricaia. Ai primi terreni se ne aggiungono via via altri, fino a raggiungere i 72 ettari attuali, dislocati in 7 Comuni della Franciacorta.
Testo/Monica Guzzi – Foto fornite dall’ufficio stampa