La Superba, dimenticati i mugugni per le aree industriali dismesse e la crisi economica che l’ha attanagliata negli ultimi dieci anni, si rifà il trucco e scopre la sua vocazione di città d’arte e di centro culturale e turistico. E lo fa da par suo, con lo stile sobrio e elegante che la contraddistingue, forse un pò old fashion, con un pizzico di sussiego inglese e con fantasia tutta mediterranea. Il suo centro storico, il più grande e monumentale d’Europa, sta ritornando progressivamente ai fasti di un tempo. Fra vicoli e carrugi, piazzette e archivolti si scoprono palazzi duecenteschi dai monumentali portali in ardesia scolpita e dimore patrizie del Quattrocento sontuosamente affrescate, chiese e chiostri romanici e gotici. Un patrimonio artistico di grande pregio che solo ora viene apprezzato e valorizzato in tutta la sua unicità.
Nel cuore di Genova, Palazzo Ducale. La fastosa dimora dei Signori della Superba, completamente restaurata è divenuta un centro culturale di rilievo internazionale. Fino al 26 febbraio 2017 rimane aperta la mostra “Warhol. Pop Society”, un omaggio al grande protagonista della scena artistica newhorkese degli anni Settanta e Ottanta, che presenta opere mai viste prima in italia. E fino al 22 gennaio quella dedicata all’insuperabile fotografo “Helmut Newton” con le sue immagini aggressive, patinate e trasgressive. Non solo mostre ma anche antiquari, ristoranti e caffè. Ottimo l’happy hour proposto da Mentelocale Caffè con dehor nel cortile d’onore.
Attraversata la piazza De Ferrari, a pochi metri si apre il porticato neoclassico del Teatro Carlo Felice (www.carlofelicegenova.it). Il primo appuntamento della stagione lirica è “La Traviata” di Giuseppe Verdi. Capolavoro drammaturgico tratto dal dramma La dame aux camélias di Alexandre Dumas figlio. A dirigerla la bacchetta di Massimo Zanetti che si alterna con Alvise Casellati. Travolgente successo ha riscosso la prima del 15 dicembre, in cartellone fino al 29 dicembre. Il Carlo Felice propone un proprio nuovo allestimento con la regia di Giorgio Gallione che, parallelamente alla sua trentennale attività di direttore artistico del Teatro dell’Archivolto di Genova, ha realizzato numerose regie di opere liriche, spaziando dai titoli di repertorio a quelli contemporanei. Le scene e i costumi sono firmate da Guido Fiorato, luci di Luciano Novelli e coreografie di Giovanni Di Cicco. E’ proprio con Fiorato, spiega Gallione “che abbiamo pensato di ambientare l’opera in un luogo stilizzato, antirealistico, simbolico, sterile, dove dominano vetro e ghiaccio, virato in un bianco e nero “ferito”, solo talvolta, dal rosso del sangue e della vita che, comunque, pulsa. Forse Violetta muore già nel preludio e l’opera è tutto un allucinato flash back visionario e spettrale. Siamo, anche nei momenti di gioia, imprigionati in una sorta di perenne moritat dove, grazie alla musica di Verdi, il dolore è trasfigurato in modo sublime, ma dove la speranza è assente e la vita rischia di essere nient’altro che una tragica carnevalata”. Nel cast spiccano i nomi di Desirée Rancatore, nel ruolo di Violetta Valéry; Marta Leung in quello di Flor;, Daniela Mazzucato Annina; il ruolo di Alfredo Germont affidato a Giuseppe Filianoti. Mentre Giorgio Germont è interpretato da Vladimir Stoyanov. Completano il cast Didier Pieri (Gastone), Paolo Orecchia (Barone), Stefano Marchisio (Marchese), Manrico Signorini (Dottor Grenvil). Un appuntamento imperdibile per gli appassionati della lirica, come pure le altre opere in cartellone: dal 17 febbraio, Così fan tutte; dal 19 marzo, L’elisir d’amore; dal 21 aprile, Don Carlo; dal 17 maggio, Maria Stuarda; dal 16 giugno, Turandot.
Fra i caruggi del centro storico profumo d’Oriente. Tutti i prodotti di terre lontane, anche freschi, dal riso Basmati ai legumi, dal ginger alla soia, per cucinare indiano, indonesiano, cinese, vietnamita, cambogiano, thai e arabo. Da Erminia Pastorino, che ha fatto del suo negozio a due passi dal porto una specie di mercato orientale fra l’incantato e l’esotico. (Erminia Pastorino, via San Giovanni di Prè 4/r, tel. 010.252093). Sugli scaffali liberty più di 500 vasi di vetro con il tè di Ceylon, dell’Assam, della Cina e di Dargeeling e con oltre 290 tipi di spezie dalla drogheria Torielli, aperta nel 1930. E le scatole rosse con le fiale di ginseng che rigenera e assicura l’eterna giovinezza. Insuperabili i cioccolatini e la cioccolata preparati secondo una segretissima ricetta. (Antica Drogheria Torielli, via San Bernardo 32r, tel. 010. 2468359). In uno dei caruggi più noti e antichi della Superba, Sa Pesta dalla fine dell’Ottocento delizia con le sue specialità: farinata, verdure ripiene, torta pasqualina, torta di riso, polpettone di verdure, acciughe ripiene. Tutto è fermo nel tempo: piastrelle bianche alle pareti, il grande forno a legna, i tavoli di legno, le foto d’epoca di una Genova che non c’è più. Ma soprattutto il sorriso e l’accoglienza del suo personale. (Sa Pesta, Vico dei Giustiniani 16 R, tel. 010246833).
Lampi di luce sul Porto Antico, ristrutturato da Renzo Piano, dove l’Acquario è ormai divenuto un must visitato da oltre un milione di persone all’anno. Imperdibile la vasca degli squali, che incanta grandi e piccini. Gli attuali discendenti del principe Andrea Doria, i fratelli Jonathan e Gesine Pamphilj, hanno riaperto il Palazzo del Principe (via San Benedetto 2, tel. 010.255509) che risale al 1530. Di fronte alla Stazione Marittima, è un’occasione unica per ammirare il “Ritratto di Giannettino Doria” del Bronzino e i dipinti di Aurelio Lomi e Domenico Piola.
Testo e foto/Pietro Tarallo