Un piatto della tradizione per raccontare un territorio. Accade ad Abano Terme: la città dei Colli Euganei dove benessere e vita sana incontrano storia e natura, ed ha fatto la scelta più naturale, recuperare un piatto tipico capace di affondare le sue radici addirittura nel Seicento e che rappresenta l’ospite d’onore di una sagra consolidata, declinarlo in tutte le forme più attuali, e trasformarlo in un elemento di traino turistico grazie alla promozione di un marchio che ha fatto il suo debutto in questi giorni e ad una produzione pronta a puntare a conquistare il mercato più esigente. Qui nascono infatti i Bigoli di Monterosso, prodotto in grado di ottenere nel 2014 il riconoscimento de.co (denominazione comunale di origine) per un piatto della tradizione locale che negli anni si è consolidato e affermato sempre più.
Genuini e preparati con prodotti di alta qualità, proposti con sugo di pomodoro, ragù tradizionale di carne, ragù di anatra e sugo alla contadina (a base di salsiccia piccante), i Bigoli di Monterosso rappresentano un primo piatto che ben si sposa con l’ideale di vita genuina che contraddistingue e ha reso famoso questo territorio. Sono prodotti con materiali del territorio semplici e genuini: farina di grano tenero 00 granulare e uova a pasta gialla, lavorate a freddo fino a creare un impasto consistente. Piatto tipico della tradizione contadina veneta, i bigoli sono stati brevettati nel 1604 da un padovano, Bartolomeo Veronese, il quale riuscì ad ottenere la “patente” per un macchinario da adibire alla lavorazione della pasta usando frumento locale: si trattava del “bigolaro”, da cui i bigoli presero il nome. Nei secoli successivi la macchina per la preparazione dei bigoli al torchio si diffuse sempre di più, diventando un simbolo della cucina veneta. Non a caso è stata scelta come simbolo del prodotto. La trafilatura rappresenta infatti il marchio di questa pasta all’uovo, protagonista della tavola dei Colli Euganei. I bigoli vengono trafilati a mano con l’ausilio del torchio in bronzo, azionato dalla sola forza delle braccia tramite un movimento di pressione e torsione. Quelli de.co. si contraddistinguono per l’insolito diametro di 2,75 millimetri e per la particolare ruvidità capace di catturare al meglio i sughi.
Una tradizione che non è andata perduta grazie alla volontà ed all’impegno di molti estimatori del prodotto, proprio come è successo a Monterosso, dove i bigoli “fatti come una volta” vengono celebrati, preparati e gustati ogni anno in occasione della tradizionale sagra di San Bartolomeo di fine agosto, che vanta una tradizione trentennale e numeri in grado di arrivare fino a 10mila coperti. Una sagra che lega il momento della tavola alla spettacolarità, grazie alla lavorazione in diretta sotto gli occhi del pubblico, pronto a sopportare anche code di due ore per riuscire a mangiare. Oggi con un nuovo logo ed un’immagine coordinata, con una presenza e diffusione che andrà ad affermarsi nelle cucine di hotel e ristoranti del territorio, i bigoli potranno diventare anche un piacevole e gustoso incontro con la genuinità dei prodotti locali, per i numerosi turisti di Abano Terme e della zona.
Ad un anno dal lancio della sfida, il Comune infatti ha presentato ufficialmente il logo ed i materiali ufficiali con cui sarà promosso e distribuito il celebre piatto. Un percorso supportato da un comitato tecnico scientifico, istituito per l’individuazione del piatto tipico, coinvolgendo i rappresentanti della stampa specializzata, l’Istituto Pietro d’Abano, l’Associazione Cuochi Terme Euganee Bondi e Amira Veneto. “Dagli ultimi studi emerge che sette turisti su dieci si muovono accompagnati dall’idea di perseguire un turismo enogastronomico basato sui prodotti tipici locali. Questi sono numeri molto importanti che ci danno la dimensione di quanto sia sempre più fondamentale per un turista nel suo soggiorno mangiare prodotti sani e genuini”, spiega il sindaco di Abano, Federico Barbierato. “Da qui abbiamo avviato, circa un anno fa, un ragionamento condiviso con l’Istituto Alberghiero Pietro d’Abano, i cuochi delle strutture alberghiere, le associazioni di settore che, in maniera unanime, ha individuato nei Bigoli di Monterosso il prodotto che, grazie alle sue caratteristiche e alla sua produzione con materie del territorio, avesse i migliori requisiti per diventare il piatto tipico”.
L’appello è già stato raccolto da consolidate realtà come la Ghirlandina di Abano Terme, La Casalinga dell’Arcella di Padova e Artusi di Casalserugo e Piazza della Frutta a Padova, che si occuperanno della produzione. L’idea di promuovere i “Bigoli di Monterosso” attraverso un logo ed un’immagine coordinata nasce quindi per valorizzare il prodotto, le tipicità agro-alimentari e creare un vero e proprio brand attorno al quale avviare un ulteriore volano, non solo di sviluppo economico ma anche di promozione della città di Abano Terme, e dell’intera destinazione Terme-Colli Euganei. Con oltre 100 alberghi e 3 milioni e mezzo di presenze l’anno Abano, nata su una zona vulcanica spenta, rappresenta infatti uno dei principali centri termali europei, con turisti da tutto il mondo, i quali oltre ad apprezzarne la buona tavola (compresi i vini dop dei Colli Euganei), vanno matti per i fanghi dalle note proprietà antinfiammatorie, in grado di curare e prevenire malattie che vanno dai reumatismi all’osteoporosi. Fanghi famosi fin dai tempi dei Romani, quelli provenienti per esempio da un laghetto ad Arquà Petrarca, uno dei borghi più belli d’Italia, che lega il suo nome a quello del sommo poeta, del quale raccoglie le spoglie fin dal 1380 in un’imponente arca di marmo rosso.
Info: www.visitabanomontegrotto.com/ – tel. 049 81 24 46 –
Testo/Monica Guzzi – Foto/Google Immagini