Grazie al cinema, alla letteratura, alla pubblicità, nonchè a mostre e musei, tutti noi siamo più o meno affascinati dal mondo dei dinosauri, i giganteschi rettili che per alcune centinaia di milioni di anni hanno dominato incontrastati la superficie terreste, fino ad estinguersi per cause misteriose e repentine circa 65 milioni di anni fa. Ma poco o nulla sappiamo invece degli altrettanto enormi rettili che, contemporaneamente, popolavano gli oceani del pianeta, animali del tutto dissimili da quelli attuali. Eppure anche i mari erano abitati da enormi e fameliche creature, estintesi assieme ai dinosauri terrestri per le stesse ragioni, e capaci di rivivere oggi nella nostra fantasia soltanto attraverso il rinvenimento di resti fossili. Fino al 31 marzo 2018 la Galleria Atlantide dell’Acquario di Genova ospita la mostra “Paleacquarium, il mare al tempo dei dinosauri”, la prima rassegna del genere in Europa.
Cinquecento mq di spazio espositivo, cinque ricostruzioni in scala reale, 315 mq di illustrazioni a parete in scala 1:1, tre esperienze multimediali, un teatro con dieci postazioni di realtà virtuale per un viaggio in 4D nel tempo e nello spazio, 180 secondi di video immersivo consentono al visitatore di immergersi negli oceani preistorici alla scoperta dei grandi predatori marini come Liopleurodon, Tylosaurus e Cryptoclidus. Punti forti dell’esposizione, per l’impatto spettacolare che hanno in genere sul pubblico, sono le ricostruzioni degli animali acquatici del passato: un esemplare del plesiosauro Cryptoclidus dal lungo collo, uno dei più famosi rettili acquatici estinti parecchio noto anche per aver ispirato la leggenda del mostro inglese di Loch Ness; il pliosauro Liopleurodon, strettamente imparentato con i plesiosauri ma caratterizzato da un collo corto e da fauci enormi; l’ittiosauro Opthalmosaurus, lungo 4-5 m, con una forma del corpo rimandante ai delfini dei nostri giorni; e poi il calco di un cranio di Dunkleosteus, pesce primitivo simile per morfologia esterna alle forme attuali, ma non imparentato con esse in quanto visse circa 370 milioni di anni fa, era lungo 6 m e pesava circa una tonnellata; e per finire le gigantesche mascelle del megalodonte Charcharocles, lo squalo in assoluto più grande mai esistito.
Un tuffo nel passato dove la tecnologia più moderna si unisce alla realtà virtuale, con la ricostruzione in scala reale di alcuni enormi esemplari di animali che un tempo solcavano le acque del mare preistorico. Un’esperienza immersiva anche sotto l’aspetto tecnologico, poiché uno dei suoi punti di forza sono una decina di poltrone a realtà aumentata, le quali consentono di fare un balzo indietro nel tempo per assistere al volo di pterodattili che si inseguono tra vette e foreste, immergendosi nel mare preistorico inseguiti da un gigantesco predatore intenzionato a divorarci, e molto altro ancora. Ci si siede comodamente, quindi si indossa uno speciale caschetto con visore e cuffie e con un joystick si comandano gli spostamenti della poltrona motorizzata, quindi in grado di ruotare, alzarsi ed abbassarsi, di piegarsi avanti o indietro. Il percorso inizia però fin dall’esterno, nell’area del Porto Antico, con alcuni esemplari di animali marini preistorici i quali, grazie ad apposite installazioni, emergono dal pavimento per catturare l’attenzione del pubblico, preparando al tema della mostra.
Dal punto di vista del rigore scientifico occorre a questo punto precisare soltanto il fatto che i grandi rettili marini viventi all’epoca dei dinosauri, non erano affatto dei dinosauri, termine riservato esclusivamente ai giganteschi animali viventi in passato sulla superficie terrestre. Anche i dinosauri appartengono alla classe dei rettili, ma presentano caratteristiche anatomiche a sé stanti e sono animali esclusivamente terrestri. E’ pur vero che alcune specie marine gli assomigliavano parecchio, come il criptoclido dal lungo collo, ben presente nella rassegna genovese con un video che lo mostra mentre nuota impegnato a catturare pesci ed ogni tanto ad uscire dall’acqua per respirare. Infatti i rettili marini preistorici erano animali che respiravano con i polmoni, come le attuali balene o i delfini. E, proprio come loro, anche quei rettili discendevano da antenati comuni terrestri, i quali ad un certo punto della loro evoluzione scelsero per continuare a vivere l’habitat mare.
Tutti gli animali presentati a Paleoacquarium, così come i dinosauri, risultano estinti da tempo immemore, salvo uno, il vero fossile vivente latimeria celecanto, in assoluto la più antica linea evolutiva dei pesci che si conosca. Si pensava che si fosse estinto qualcosa come 70 milioni di anni or sono, in quanto se conoscevano soltanto forme fossili precedenti a questa data. Poi, un giorno del 1938, una giovane ricercatrice del Museo di East London in Sudafrica,vide comparire dalla rete di un pescatore la strana pinna blu malva appartenente ad un pesce a lei del tutto sconosciuto: si trattava proprio di un celecanto, sopravvissuto certamente non da solo per decine di milioni d’anni nelle acque profonde dell’oceano Indiano. Ecco una dimostrazione palese di come, con un po’ di fortuna, si possa fare una scoperta importante per la scienza anche andando al mercato.
Alla rassegna genovese potrete ammirarne un esemplare. Nei mesi estivi la mostra è aperta tutti i giorni dalle 8, 30 alle 22,30 (ultimo ingresso alle 21,30); prezzi: adulti 13 €, bambini 10 €. Genova, Area Porto Antico, Ponte Spinola. www.paleoacquarium.com, tel. 010 23 541, info@paleoacquarium.com
Testo/GiulioBadini – Foto/Google Immagini