Grazie al mite micro-clima del territorio, l’imperatrice Elisabetta d’Austria (1837–1898), la popolarissima Sissi, usava non a caso trascorrere la stagione invernale a Merano, presso Castel Trauttmansdorff (sede oggi del Touriseum, Museo provinciale altoatesino del turismo), in toto circondato da palme, sotto al quale è allogato il grande stagno delle ninfee (con un padiglione sulla riva) e circondato dagli omonimi e magnificenti giardini botanici. A forma (naturale) di anfiteatro e in posizione super-panoramica, i Giardini di Castel Trauttmansdorff (XIV secolo) si estendono su un dislivello di oltre 100 metri, integrandosi armonicamente con il paesaggio meranese circostante; suddivisi in quattro aree tematiche (i Boschi del mondo; i Giardini del Sole; i Giardini acquatici e terrazzati; i Paesaggi dell’Alto-Adige), presentano – su una superficie di 12 ettari – più di 80 tableaux botanici con piante provenienti da tutto il globo e, dopo l’inverno, hanno già iniziato a fiorire tulipani (oltre 200mila), narcisi, ranuncoli, ciliegi ornamentali giapponesi, camelie esotiche, rododendri e peonie.
Visitabili, in teoria, dal 1° aprile a 15 novembre, i Giardini sono al momento chiusi causa Covid-19 e in attesa di ‘nulla osta’ per la riapertura. Raggiungibili da Merano anche a piedi, i Giardini di Castel Trauttmansdorff costituiscono, all’atto pratico, un intreccio fra natura, arte, relax e svago, rappresentando cioè un mix tra un giardino botanico e un’attrazione turistica: vi sono infatti installate diverse stazioni multi-sensoriali (ad esempio, un percorso di 200 metri, scavato nella roccia, che porta alla scoperta del regno vegetale sotterraneo), specifici giardini a tema, dieci padiglioncini artistici (ad esempio, il Giardino degli Innamorati, cioè tre collegati padiglioni galleggianti, che emergono dallo specchio d’acqua), una grande voliera (80 metri quadrati per un’altezza di 10 metri, popolata da pappagalli lori e ara), una gigantesca arnia, in paglia intrecciata, che consente di osservare una colonia di circa 60.000 api al lavoro, e, infine, svetta il progetto (2005) dell’architetto Matteo Thun, in pratica una piattaforma panoramica, a forma di maxi-binocolo, che, dall’alto, domina tutto il paesaggio circostante. Accanto al fantasmagorico mondo botanico, nei giardini vale anche la pena scoprire le diverse specie animali che popolano i vari ambienti: gli alpaca, le pecore Zackel ungheresi, le capre di Montecristo, le anatre di Pechino e le carpe giapponesi Koi. Nel 2013, la Garden Tourism Conference di Toronto (Canada) ha premiato l’unicità di questo fiore all’occhiello altoatesino con il riconoscimento di Giardino internazionale dell’anno.
Il 2020 ai Giardini di Castel Trauttmansdorff ruota intorno al tema della bio-diversità: con il motto Diversity viene infatti sottolineata la fondamentale importanza della diversità biologica – per l’uomo, gli animali e le piante. I visitatori avranno così la possibilità di passeggiare tra prati in fiore ma anche tra varietà di ortaggi e insetti ronzanti, apprendendo nozioni anche su tutto ciò che potremmo singolarmente fare per preservare la bio-diversità. Infatti, la mancanza di rispetto e lo scriteriato intervento umano sulla natura hanno già ben messo a repentaglio il sottile equilibrio degli eco-sistemi, provocando disastri e gravose conseguenze, come, ad esempio, l’incremento delle temperature e la desertificazione. Prendendo spunto proprio da ciò, Officinadïdue, duo artistico costituito da Vera Bonaventura e Roberto Mainardi, ha creato quest’anno per i Giardini le installazioni battezzate Seed Bombing: si tratta di vitree ‘bombe’ di semi da appendere ai rami, oppure da poggiare sul terra o sull’acqua. Sono vere e proprie sculturine, in vetro soffiato, che, palesando la fragilità della vita, contengono semi di varia origine: fiori, graminacee, piante.
In effetti, il seed bombing (bombardamento di sementi) è una pratica di riforestazione aerea in uso da decine di anni, per cui vengono utilizzati aeromobili che riescono così a raggiungere luoghi remoti o di difficile accesso. Questi rilasciano in poco tempo ‘bombe’ di semi, racchiusi in sfere di creta con humus e sostanze nutritive, su territori piuttosto ampi, arsi da incendi, inariditi o deforestati.
Ricordiamo infine che, Coronavirus permettendo, nelle serate estive vengono abitualmente organizzate le Notti in giardino, in cui si esibiscono concertisti anche di fama internazionale. I visitatori hanno inoltre la possibilità di godersi una pausa gourmand al ristorante Schlossgarten e al Café delle Palme, presso il laghetto delle ninfee. Lo Schlossgarten si trova all’interno del castello, sopra la Terrazza di Sissi, e propone specialità locali con ingredienti soprattutto regionali, che vengono servite anche nella terrazza dalla vista panoramica sui giardini e il laghetto delle ninfee. A seconda della stagione, vengono proposti tre differenti menu da accompagnare con vini altoatesini. All’interno del locale vi sono 140 posti a sedere e, sulla terrazza, 200. Al Café delle Palme, a ridosso del laghetto delle ninfee e in mezzo al palmeto, si può ordinare caffetteria e dolci fatti in casa, piccole specialità regionali, bibite e gelati. Il Café ha a disposizione 70 posti a sedere, per la maggior parte all’aperto.
Giardini di Castel Trauttmansdorff
via San Valentino 5a
39012 Merano (Bz)
tel. 0473 255600
info@touriseum.it
www.trauttmansdorff.it
orari d’apertura: 9 – 19
biglietto: 14 euro (adulti), cumulativo per famiglie
Testo/Olivia Cremascoli – Foto/Giardini di CastelTrauttmansdorff