Le Langhe, terra piemuntes che decenni orsono era celebrata solo da Cesare Pavese come luogo di memoria, nostalgia, ritorno all’infanzia, e da Beppe Fenoglio – colline, vento e fiumi non solo come cornice naturale, ma la sua stessa vita – dalla fine degli anni Settanta sono invece diventate la destinazione, sempre più ambita, di un colto turismo anche molto internazionale, in particolare eno-gastronomico, in cerca di tartufi (l’inarrivabile Fiera internazionale del tartufo bianco d’Alba sarà dal 5 ottobre al 24 novembre 2019) e di grandi vini, in primis il Barolo, con la sua articolata Strada del Barolo (ad unire i comuni di Alba, Barolo, Castiglione Falletto, Cherasco, Diano d’Alba, Dogliani, Grinzane Cavour, La Morra, Monchiero, Monforte d’Alba, Montelupo Albese, Novello, Roddi, Roddino, Rodello, Serralunga d’Alba, Sinio e Verduno), e poi il Barbaresco, il Nebbiolo, il Dolcetto, il Barbera, capaci di sposare al meglio con la sapida cucina langarola.
Nel frattempo (2014), l’Unesco ha proclamato le Langhe “patrimonio mondiale dell’umanità”, in quanto “esempio eccezionale d’interazione dell’uomo con il suo ambiente naturale”. Seducenti durante la bella stagione, le Langhe sono meta di un vero e proprio ‘pellegrinaggio’ in settembre, ottobre e novembre, quando cioè la natura abbonda di un variopinto foliage e di pregiati frutti, in primis il divino tuber magnatum (Pico, 1788), ma – stando sempre a Fenoglio – la terra risulta fascinosa anche d’inverno, grazie alla nebbia impenetrabile “come un mare di latte”.
A Serralunga d’Alba (Cuneo), la numerosissima famiglia Dogliani, tra tutto il resto patron dell’azienda vitivinicola Beni di Batasiolo a La Morra, in bassa Langa (nove tenute, 140 ettari, cinque cru di Barolo, www.batasiolo.com), ha deciso di cimentarsi in una differente esperienza imprenditoriale, di creare cioè Il Boscareto resort & spa (www.il boscaretoresort.it), sull’omonima collina, circondato da 32 ettari di vigneti di Moscato e Nebbiolo da Barolo, a pochi minuti da Alba e ad un’ora d’auto da Torino. La struttura, un’architettura contemporanea progettata dal romano Pietro Masson, si presenta incorniciata da un’area a verde progettata dal sommo paesaggista Paolo Pejrone. Include un hotel cinque stelle lusso (38 camere – di cui nove suites – che partono da una base di 200 euro a notte, a seconda del periodo e della superficie); il ristorante stellato La Rei (la regina, in dialetto) con una cantina di oltre 1.200 pregiate etichette; il bistrot Sunsì (dal nome dell’omonimo vino d.o.c. di famiglia); l’enoteca La Briccolina per degustazioni e aperitivi; una boutique (che propone bottiglie di Beni di Batasiolo, prodotti gourmand locali, i prodotti Aveda della spa, la biancheria di Frette delle camere, i tè Damman Frères della prima colazione, la profumazione d’ambiente Il Boscareto di Acqua delle Langhe).
E, infine, la spa La Sovrana, per un’armonia psico-fisica d’ispirazione olistica, articolata su due livelli: quello superiore è la Sala delle Acque, con piscina, vasca idro-massaggio, palestra attrezzata Tecnogym, ed un sistema a scomparsa delle vetrate che offre così accesso diretto alla natura esterna; il livello inferiore annovera invece cabine per i trattamenti (compreso il massaggio ayurvedico Abbayanga), lo spazio make-up e hair-styling (con prodotti eco-sostenibili Aveda), sauna finlandese, bagno turco aromatico, frigidarium, docce emozionali e di reazione, un’area-relax dove sorseggiare profumate tisane di fronte ad un camino. Ed a Il Boscereto c’è persino la possibilità d’atterrare in elicottero.
Ma uno dei suoi principali atout è costituito dal ristorante stellato La Rei che, con la riapertura primaverile (lo scorso 22 marzo), ha presentato un nuovo super-chef: si tratta di Fabrizio Tesse, ligure di 40 anni, già sous-chef di Antonino Cannavacciuolo a Villa Crespi il quale, pur proseguendo la sua attività presso lo stellato Carignano di Torino, s’estende sino ad Il Boscareto. La sua idea di cucina consiste nel valorizzare al massimo il territorio langhirano, con una carta da cambiare ogni tre mesi, introducendo tra il resto le lumache di Cherasco, il capretto della Bisalta, il coniglio grigio di Carmagnola, pesci di lago e di fiume piemontesi e, al contempo, seguendo una sorta di Via del sale, un suo personale concept, che attraversa la cultura occitana – Spagna e Francia – estendendosi a Liguria e Piemonte, con acciughe, baccalà e consimili. Ma al di là della diversificazione dei piatti fra il ristorante stellato ed il bistrot, per il sabato e la domenica viene anche prevista un’ulteriore, apposita sala in cui si servono esclusivamente piatti tipici della tradizione langarolo-piemontese, come la carne all’albese, la bagnacauda, bolliti e stracotti, il fritto misto piemontese, la trippa alla piemontese, gli agnolotti e i plin…
Del Boscareto la scicchissima amministratrice delegata è Valentina Dogliani, la quale ha seguito il resort dal cantiere fino ad oggi – e, in autunno, ne festeggerà il decennale – scegliendo personalmente ogni arredo o complemento d’arredo, dai tessili alle tinteggiature parietali, dalle piastrelle agli arredi su misura (in acero tinto e frassino), dalla biancheria delle camere agli apparecchi high tech (Bang & Olufsen), dai mobili per esterni (le collezioni di design Canasta e Crinoline di B&B Italia) agli inserimenti in pietra di Langa e pietra di Vico. E Valentina, vera fan della bicicletta insieme alla sua cagnolina Brenda, oggi tiene in particolar modo a sviluppare il cicloturismo internazionale, dato che uno dei motivi per cui i bikers adorano pedalare nelle Langhe è la varietà di esperienze fisico-visive: vigneti, boschi, noccioleti, colli, bricchi, borghi medievali con castelli, torri e campanili, botteghe gourmand, cantine (ne esistono più di 290 tra Langhe e Roero).
Info: Il Boscareto resort & spa, via Roddino 2, 12050 Serralunga d’Alba (Cn)
tel. 0173 61 30 36 e 61 30 41 – info@ilboscaretoresort.it – www.ilboscaretoresort.it
Testo/Olivia Cremascoli – Foto/Francesco Marzovillo e Donatella Bima©lefotodim