Il Forte di Bard è un’importante struttura militare realizzata nella prima metà del XIX secolo, posta alla sommità di una rocca all’ingresso della Valle d’Aosta. Grazie ad un articolato intervento di recupero, la fortezza è oggi un polo culturale e turistico sede di musei, esposizioni di respiro internazionale, eventi, servizi informativi e di accoglienza all’avanguardia. Tratto distintivo del Forte nella sua veste attuale sono le moderne strutture architettoniche capaci di fondere impianto militare e nuove tecnologie.
La visita al Forte consente di ammirare l’imponente architettura militare, la cui struttura è costituita da tre principali corpi di fabbrica, posti a diversi livelli, tra i 400 e i 467 metri: dal più basso, l’Opera Ferdinando, a quello mediano, l’Opera Vittorio, e al più alto, l’Opera Carlo Alberto per un totale di 283 locali che potevano ospitare una guarnigione di mille uomini. Una cinquantina di bocche di fuoco, 296 le feritoie. Due le piazze situate al culmine della rocca che si sviluppano su 2036 metri quadrati di superficie, sedi di eventi e happening. La prima citazione di questo insediamento fortificato risale al 1034: esso apparteneva al visconte di Aosta Boso, i cui discendenti mantennero la signoria di Bard fino alla prima metà del XIII secolo. Espugnato nel 1242 da Amedeo IV di Savoia, il castello passò da allora direttamente sotto il dominio sabaudo. Nel 1661 il duca Carlo Emanuele II fece smantellare le piazzeforti di Verrès e Montjovet e trasferì tutta l’artiglieria a Bard, che da allora divenne il presidio delle forze del Ducato di Savoia in Valle d’Aosta.
Nel corso del XVII e del XVIII secolo sono documentati vari interventi per ampliare e potenziare le strutture difensive della fortezza. Memorabile fu la resistenza opposta a Bard dall’esercito di Vittorio Amedeo II di Savoia alle truppe francesi nel 1704, nel corso della guerra di successione spagnola. Ma l’episodio militare più noto di cui il Forte fu teatro fu l’assedio del 1800. All’alba del 14 maggio di quell’anno i 40.000 uomini dell’Armée de réserve di Napoleone guidati dal generale Berthier varcarono le Alpi attraverso il Gran San Bernardo per sorprendere l’esercito austro-piemontese che occupava la pianura padana. La calata proseguì speditamente fino a Bard, dove fu arrestata dalla guarnigione delle truppe austriache a presidio della fortezza. Napoleone attraversò il Colle nella notte tra il 19 e il 20 maggio pur essendo già a conoscenza della battuta d’arresto del suo esercito ai piedi del Forte. Il 21 e 22 maggio ebbe luogo l’assalto del borgo e la guarnigione austriaca si ritirò nel Forte. La porta occidentale del borgo (Curlett, presso Casa Nicole) venne presa d’assalto. Dal Forte partirono colpi i cui segni sono ancora evidenti sull’edificio sottostante. Il comandante del Forte, il capitano Stockard von Bernkopf, non si dette per vinto resistendo all’assedio dei francesi. Il 25 e 26 maggio venne sferrato un nuovo attacco al Forte, nel corso del quale i francesi molti uomini. A Bernkopf venne intimata la resa, ma non cedette e nessun soldato francese riuscì ad entrare nella fortezza. Venne quindi adottato da parte dei francesi lo stratagemma del fieno cosparso sul selciato del borgo e delle ruote ricoperte di stracci per attutire il rumore e passare con l’artiglieria durante la notte. Superato l’ostacolo il Forte si trovò tra due fuochi e al capitano Stockard von Bernkopf non restò che arrendersi. Il 1° giugno 1800 fu costretto a firmare la resa, ottenendo comunque l’onore delle armi.
Esasperato dall’inaspettata resistenza, Napoleone fece radere al suolo il “vilain castel de Bard”. Fu Carlo Felice, timoroso di una nuova aggressione francese, a promuovere il rifacimento del Forte nel 1827, affidando il progetto all’ingegnere militare Francesco Antonio Olivero, ufficiale del Corpo Reale del Genio. La supervisione dei lavori venne affidata al giovane Camillo Benso Conte di Cavour, che giunto a Bard nel 1831, per quanti entusiasmi l’impresa potesse suscitare in chiunque, visse purtroppo quest’esperienza come una punizione, una “prigione morale” che lui stesso in seguito definì un “esilio”. I lavori si protrassero fino al 1838. Dismesso nel 1975 dal demanio militare, il Forte è stato acquisito dalla Regione Autonoma Valle d’Aosta nel 1990, che con un gruppo interdisciplinare di esperti ha elaborato uno studio di fattibilità per il recupero dell’intero complesso e il rilancio del borgo medievale. Il complesso del Forte e del Borgo di Bard è così diventato il nuovo polo culturale delle Alpi Occidentali. Gli spazi museali sono stati progettati per integrare la tradizione storica del Museo con la finalità educativa che ne contraddistingue la missione, la vocazione innovativa del centro d’interpretazione, luogo di comunicazione e di decodificazione del territorio che rappresenta e la forza comunicativa del parco tematico, con la sua capacità di proporre un’esperienza coinvolgente. L’Opera Ferdinando si presenta a forma di tenaglia ed è costituita da due corpi di fabbrica, l’Opera Ferdinando Inferiore e l’Opera Ferdinando Superiore all’interno del quale è ubicato il Museo delle Fortificazioni e delle Frontiere, mentre l’Opera Mortai, collocata alle sue spalle, e l’attigua Polveriera ospitano i locali destinati ai laboratori didattici e sono adibiti anche a mostre temporanee.
A circa metà della rocca sorge l’Opera Vittorio, che ospita Le Alpi dei Ragazzi, un percorso interamente dedicato ai più giovani di avvicinamento all’alpinismo. Al culmine del rilievo, la più imponente delle tre opere è formata da una cinta su cui si appoggiano tutti i fabbricati e che racchiude al suo interno l’Opera di Gola, con il relativo cortile, posta a difesa del lato sud, e l’Opera Carlo Alberto con il grande cortile quadrangolare della Piazza d’Armi, circondato da un ampio porticato. Il primo piano dell’Opera ospita il Museo delle Alpi mentre al pianterreno, lungo il Deambulatorio che si affaccia sulla grande Piazza d’Armi, si affacciano gli spazi dedicati alle mostre temporanee (Cannoniere, Cantine, Corpo di Guardia) e lo spazio Vallée Culture. All’interno dell’Opera Carlo Alberto si trovano anche le Prigioni, 24 celle di detenzione disposte lungo quattro sezioni con le anguste celle (dimensioni molto ridotte, circa 1,3X2 metri) dove venivano rinchiusi i prigionieri. Nel corso dell’Ottocento arrivarono ad ospitare decine di prigionieri, in particolare nel corso della terza Insurrection des Socques del 1854 per poi essere trasformate in magazzini viveri della fortezza.
Nel 2014 la fortezza è stata scelta dalla Marvel per ospitare alcune scene del film kolossal Avengers: Age of Ultron diretto da Joss Whedon. Allo sbarco del terzo ascensore sono collocati i modelli in scala 1:1di Iron Man, Hulk e Captain America.
www.fortedibard.it
Testo/Claudio Zeni/ Foto di Giovanni Latorella