Dal 5 dicembre 2024 al 16 gennaio 2025, nella prestigiosa sala eventi al piano terra della Biblioteca Universitaria del Ministero della Cultura (MiC) in piazza Fiume a Sassari, è stata allestita la mostra di opere d’arte e progetti di artisti del ‘900 e contemporanei “Disegnare i giochi – Il Gioco nel Cassetto – disegni libri prototipi realizzazioni”. Inaugurata nella serata del 5 dicembre, l’esposizione ha come filo conduttore il gioco, visto anche come metafora della vita. L’intento è quello di far conoscere ai visitatori come partendo dall’idea del gioco, dalla progettazione alla realizzazione, degli oggetti anche semplici possano diventare delle vere e proprie opere d’arte, di design e di artigianato di alta qualità.
Quelle in esposizione sono opere e materiali provenienti da collezioni private di alcune delle famiglie più importanti di Sassari, con progetti, disegni e bozzetti realizzati da grandi artisti del ‘900 come, Edina Altara, Tosino Anfossi o Eugenio Tavolara e messe a disposizione dai loro eredi. Alle opere di queste grandi figure dell’arte del ‘900 sassarese, si è affiancata l’esposizione di lavori e realizzazioni degli artisti e designer contemporanei Genesio Pistidda, Pier Michele Denti, Livio Lai e Claudia Melis che, nel riprendere l’idea del “Gioco”, rielaborano le proprie progettazioni nel solco tracciato dalla tradizione artistica Sarda. A corredo di questa importante iniziativa culturale, in contemporanea la Biblioteca Universitaria esporrà una rassegna di volumi sul tema della mostra, curata dal responsabile Giovanni Fiori con la collaborazione del personale dell’Istituto.
Una riflessione sulla Mostra sassarese
Se si volesse andare oltre il semplice sguardo, in questa mostra dove prendono vita i pupazzi di cartone vestiti coi costumi tradizionali, quelle opere varie realizzate in legno e sughero di cui la Sardegna è ricca, le scatole portafiammiferi riccamente decorate e quant’altro ancora, non si mette solo a confronto il genio artistico sardo tra passato e presente. Perché quegli oggetti in apparenza semplici e in particolare quella forma artistica che prese il nome di “giocattolo sardo”, sono lo specchio del sentimento profondo degli artisti presenti nel difendere le proprie radici, pur innovandosi nel modo di rappresentare la propria terra. Ideatore e curatore dell’evento è stato il designer e scultore sassarese Genesio Pistidda, affiancato dalla storica dell’arte Francesca Iurato, che ha realizzato la descrizione critica degli autori. Hanno collaborato ai lavori e all’allestimento Alba Canu e Carlo Consolati dell’Associazione CLIC- Circolo delle Lingue delle Informazioni e delle Culture, Raffaele Canu della GEA Costruzioni e il personale della Biblioteca Universitaria di Sassari.
L’iniziativa è stata realizzata grazie al sostegno e il patrocinio del Comune di Sassari-Assessorato alla Cultura, con il fondamentale contributo della Biblioteca Universitaria, partner e sostenitore dell’evento, dell’Associazione CLIC, del Centro Commerciale Naturale-CCN Stelle del Centro, della Gea Costruzioni e di Mobilia. «Questa Città è stata testimone dei lavori di grandi artisti; ognuno a suo modo, ha saputo segnare nuove strade nell’arte, nel design e nell’artigianato di qualità», ha precisato durante la presentazione la storica dell’arte Francesca Iurato. Dal canto suo, il curatore della Mostra, Genesio Pistidda, lancia l’idea di nuove iniziative. Credo sia giunto il tempo di riprendere a valorizzare le opere dei grandi del ‘900 sardo, non solo quelle materiali realizzate, ma anche il lavoro di progettazione che è altrettanto interessante. Questa sarà la prima di altre iniziative che si terranno anche grazie alle collezioni private conservate gelosamente e accuratamente dalle famiglie e dagli eredi degli artisti”, ha infine chiosato.
Qualcosa di più sugli artisti presenti nella mostra
Edina Altara (Sassari 1898 – Lanusei, 1983), è stata un’illustratrice, decoratrice, pittrice e ceramista. Ma si dedicò poi anche alla moda e al design del tessuto. Sempre intenta nella sperimentazione, cominciò molto giovane come ideatrice di balocchi in cartoncino. Siamo all’inizio del ‘900 e anche lei fu una convinta sostenitrice di quell’Arte che potesse esprimere anche quelle arti minori, come l’espressività popolare. Per questo Edina Altara ritenne che gli oggetti d’uso quotidiano realizzati con i nuovi sistemi produttivi, potessero armonizzarsi con gli antichi saperi artigianali. Tra gli incarichi ricevuti, quello di allestire gli interni di cinque transatlantici, tra i quali anche il mitico “Andrea Doria”, della Società di Navigazione Italia e naufragato tra il 25 ed il 26 luglio 1956 per lo speronamento da parte della nave Stockholm mentre era in navigazione verso New York, suo porto di arrivo. L’Andrea Doria era considerata la più bella delle navi passeggeri italiane ed Edina Altara contribuì alla sua bellezza, decorandone le vetrate della sala ristorante con diversi soggetti di nature morte.
Tosino Anfossi (Sassari 1892 -1934) fu un artista sassarese di cui si stavano perdendo le tracce nella memoria storica dopo la sua morte a soli 42 anni per una malattia, se non fosse stato per il nipote Vidèo Anfossi, morto qualche anno fa ma non prima di dar lustro al progenitore. Quella laurea in chimica presa a Cagliari nel 1921 con una Tesi sulle sostanze coloranti vegetali usate in Sardegna e in particolare per la tintura delle stoffe per i costumi tradizionali, già indicava quale fosse il futuro orientamento dell’artista.
Come ricorda la storica dell’arte Francesca Iurato, co-curatrice della Mostra, con il marchio “Atte” fondò negli anni Venti del ‘900 assieme ad Eugenio Tavolara una produzione di arti applicate, con in “catalogo” giocattoli e balocchi in legno policromo vestito di feltro, tela e altre stoffe dai colori sgargianti. Ma anche oggetti ricamati in cuoio o pelle e oggetti d’arredamento come i cuscini dove erano raffigurati i profili delle teste di donne in costume sardo. In particolare, per la produzione dei primi “giocattoli sardi”, venne loro incontro l’ebanista sassarese Gavino Clemente, che mise loro a disposizione il proprio studio. Una perseveranza che portò Anfossi e Tavolara a vincere la medaglia d’oro alla Mostra Internazionale di arte decorativa a Parigi del 1925 e una seconda medaglia all’Esposizione Internazionale di Barcellona del 1930. Poi le loro strade si divisero e il primo fondò la Ditta “Anfossi Arte Applicata”, mentre l’altro la “Casa Alba”, design dell’artigianato artistico sardo. Tosino Anfossi fu un personaggio poliedrico che ha lasciato ai posteri un ricco repertorio tra disegni, balocchi, fantocci e ricami. Prima della prematura morte per malattia nel 1934, Anfossi ricevette vari riconoscimenti in tutto il Paese, tra cui il diploma di medaglia d’oro per le bambole sarde nel 1931.
Eugenio Tavolara (Sassari 1901-1963), fu un personaggio del suo tempo, praticando diverse espressioni artistiche dalla pittura alla ceramica, alla scultura e al designer. Un artista che fece leva sull’artigianato sardo e si dedicò in particolare all’arte popolare in genere, per ridare slancio con le sue creazioni alle arti applicative. Anche lui puntò inizialmente alla realizzazione di giocattoli o pupazzi di legno raffiguranti pastori e contadini in abito tradizionale, clown, musicisti jazz, animali, personaggi delle fiabe come Pinocchio, tappeti, arazzi, oggetti in cuoio e cestini tradizionali. Una delle suo opere pubbliche, realizzata assieme allo scultore e ceramista Gavino Tilocca, sono “I 10 comandamenti”. Realizzata fra il 1940 e 1941 che adorna l’aula della Corte d’Assise del Tribunale di Sassari. Si tratta di pannelli in pietra di Padria (antichissimo borgo nel nord-ovest della Sardegna non lontano da Sassari e Alghero), con rilievi di soggetti che si rifanno alle bibliche Tavole della Legge.
Genesio Pistidda, sassarese classe 1974 si è laureato in scultura nel 2001 presso l’Accademia delle Belle Arti di Sassari, città dove vive e lavora. Un artista a tutto tondo che ha saputo sondare e indagare le molteplici tecniche figurative dell’oggi, pur avendo come faro quelle di ieri. Per lui passare dal realizzare opere plastiche, installazioni, grafiche, realizzazioni fotografiche con immagini ispirate al corpo umano o al mondo animale e vegetale, è cosa normale. Ha prestato la sua opera per diverse aziende a livello nazionale, enti pubblici e privati. Alcune delle sue realizzazioni sono esposte in molti luoghi del territorio sardo, a cominciare dalla sua città. Ma non bastano le circa 30 personali fatte in Italia e all’estero, 44 mostre collettive, 14 installazioni e 23 pubblicazioni per avere un’immagine esatta di questo artista. Per saperne di più: https://www.genesiopistidda.com/
Francesca Iurato (Sassari 1994) è una Critica, Curatrice Museale e Autrice,e docente di Materie Umanistiche e Storia dell’Arte che vive ad Alghero. Tra le sue pubblicazioni “Arte e natura nella magia di Molineddu”, Aletti editore, 2019.
Pier Michele Denti (Sennori, Sassari,1946), compie i suoi studi presso il locale Istituto d’Arte, nel quale ha insegnato fino al pensionamento come docente, dirigendo la sezione di Architettura e arredamento. Non escludendo la sperimentazione e la ricerca verso quanto può servire per creare una comunicazione attraverso la manipolazione dei più diversi materiali, quello suo preferito sarà sempre il legno. Tra le sue creazioni, sculture in legno, metallo, resine e oggetti d’arredo. Ma nel suo lungo percorso artistico si occuperà anche della fotografia, mezzo che con elaborazioni fatte attraverso sue personali sperimentazioni, gli è valso diversi riconoscimenti internazionali. Tra le sculture, la serie di opere intitolate “Aspettando Teosfrato“, realizzate con materiali differenti (vari tipi di legno, rame, ferro, resina, ottone e stracci, acciaio) e che richiama alla mente del visitatore la trasposizione tecnologica del mondo moderno. Il suo tratto pittorico è caratterizzato spesso da pennellate profonde e colori forti e vivaci, con la rappresentazione fantastica della vita quotidiana e delle forze della natura, con scorci di paesaggi quasi onirici, popolati da aquiloni e ombre. O la serie “Omaggio agli artisti”, dove ripropone in chiave ironica e anche un po’ irriverente (se mi è concesso) delle opere del passato, con inserti sul piano bidimensionale di personaggi e oggetti tridimensionali in resina e smalto. Tra i riconoscimenti per le opere di fotografia, la Menzione d’onore per la foto del1998 “Bottiglie – Omaggio a Giorgio Morandi“, ricevuta nel 1999 a Milano, in occasione del 50° Anniversario della macchina fotografica Hasselblad“.
Per info: http://www.piermicheledenti.it/
Livio Lai (Sassari nel 1969) si caratterizza per il suo studio sulle tradizioni ancestrali della cultura popolare sarda. Tradizione e innovazione fanno da “stella Cometa” alle sua attività sassaresi, con creazioni artistiche, l’home design, l’artigianato contemporaneo e la produzione di artigianato artistico. In questo Lai spazia dalle sculture stilizzate alle figure che richiamano le tipiche maschere Boes e Merdules del carnevale di Ottana (Nu); a quella scure di Su Boe (Il Bue) in carta di cotone modellata a mano, oppure ai quadri e pannelli decorativi con teste di sughero intagliate a mano, montate su una base arricchita con elementi di pelle e tessuto tradizionale ricamato. Tutti pezzi unici realizzati interamente a mano e proposti con il suo marchio Lai Creazioni e la collaborazione di Claudia Melis. Oltre a quanto già accennato, produce zaini, borse e accessori in pelle con inserti sempre in tessuto tradizionale sardo.
Per saperne di più: https://www.laicreazioni.it/
La mostra “Il Gioco nel Cassetto: disegni, libri, prototipi, realizzazioni” sarà visitabile nei giorni feriali con orario continuato 9 –19, fino al 16 gennaio 2025. Per maggiori info: https://bibliotecauniversitariadisassari.cultura.gov.it/
Testo/Maurizio Ceccaioni – Foto/organizzazione evento