A Venezia la storia e l’arte sono di casa. Nella seconda metà del ‘200 in tutta l’Italia Centro-Settentrionale fiorirono numerose confraternite religiose, che a Venezia furono chiamate Scuole. I loro membri appartenevano alla più operosa borghesia che in questo modo legittimava il proprio ruolo in contrapposizione ai nobili di sangue. Fino alla caduta della Serenissima le Scuole ebbero una parte notevole nella vita religiosa e nell’assistenza caritativa in città. All’inizio del ‘400 esistevano a Venezia numerose Scuole di varia derivazione: confraternite di arti e mestieri, che raccoglievano gli interessi delle diverse categorie, quelle che rappresentavano le nazionalità straniere presenti in città e quelle con specifica connotazione religiosa. Erano dette tutte Scuole Piccole, mentre secondo un censimento del 1467 ben poche avevano un ruolo diverso: le Scuole Grandi erano infatti soltanto sei.
La Scuola Grande di San Rocco, protettore degli appestati, fu fondata nel 1478 come Scuola dei Battuti, penitenti che si flagellavano durante le processioni in occasione delle festività religiose. Accanto alla Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari costruirono prima un piccolo edificio noto come Scuoletta, poi la chiesa intitolata al santo patrono per conservarvi degnamente le reliquie che erano giunte a Venezia, come molte altre reliquie trafugate in quel periodo dall’Oriente; finalmente nel ‘500 edificarono di fronte la Scuola Grande dall’imponente bianca facciata rinascimentale, che si compone di una vasta sala a pian terreno col ciclo pittorico del Tintoretto. Grazie a un doppio scalone imperiale si sale alla Sala Capitolare, un trionfo dell’arte che non si può mancare di visitare per poter dire di aver visto le meraviglie dell’arte di Venezia. La sala è ricolma di scranni e sculture allegoriche in legno che dimostrano la maestria degli intagliatori: erano frequentate in occasione delle grandi riunioni del Capitolo, perché nel corso del ‘500 questa confraternita arrivò a contare anche 2000 iscritti. Ben due decenni durarono i lavori per affrescare questa enorme sala.
Jacopo Robusti detto Tintoretto era nato a Venezia nel 1519: frequentò per breve tempo la bottega di Tiziano, ma a vent’anni era già un maestro indipendente. La sua tecnica deve alle lezioni di Tiziano non meno di quanto deve ad altri grandi pittori veneziani dell’epoca: il Rinascimento si stava già trasformando a poco a poco in manierismo e questa transizione determinò il suo linguaggio pittorico caratterizzato da una scattante rapidità della pennellata, dalla resa plastica delle figure e da marcati contrasti di chiaroscuro che preludono all’arte inconfondibile di Caravaggio. Prima di legare indissolubilmente il suo nome alla scuola di San Rocco, dove lavorò per più di vent’anni lasciandovi oltre 60 “teleri” (telai, in dialetto veneto) con vividi episodi dell’antico e del nuovo testamento, Tintoretto si era già affermato in città con numerosi capolavori, tra cui lo straordinario “San Rocco che risana gli appestati” per il presbiterio dell’adiacente chiesa dedicata al santo. Sue opere si trovano in oltre una dozzina di altre chiese veneziane che le conservano gelosamente come tesori. Tintoretto ebbe otto figli, molti dei quali furono suoi garzoni di bottega: il grande affresco del Paradiso nella sala grande di Palazzo Ducale, ad esempio, fu progettato da lui, ma completato dal figlio Domenico.
Scuola grande Arciconfraternita di San Rocco
San Polo 3052, Venezia (VE)
Tel. 041 5234864
E-mail snrocco@libero.it
www.scuolagransesanrocco.org
Testo/Leonardo Felician