È stata inaugurata lo scorso 23 dicembre 2022 presso il nuovo spazio ‘Art Gate’ dell’Aeroporto Internazionale di Capodichino a Napoli, la mostra d’arte ‘Salvatore Emblema. La materia del Cielo’. Realizzata dalla Gesac (Società di Gestione Servizi Aeroporti Campani), la mostra è stata curata da Sylvain Bellenger, direttore del ‘Museo e Real Bosco di Capodimonte’, che con il ‘Museo Emblema’ hanno collaborato al progetto. Tra i presenti all’inaugurazione, oltre all’Ad Gesac Roberto Barbieri e Sylvain Bellenger, anche Raffaela Auricchio, moglie dell’artista morto nel 2006, assieme i figli e a vari membri della famiglia, che curano il Museo Emblema a Terzigno, nell’area vesuviana di Napoli. Salvatore Emblema, artista che seppe coniugare nelle sue opere gli elementi essenziali e identitari della sua terra d’origine con il linguaggio astratto di matrice americana, volle realizzare questa casa-museo dove si svolge attività didattica e di promozione dei linguaggi contemporanei, per farne un luogo dedicato all’educazione, allo studio e alla diffusione dell’arte contemporanea. Qui è anche esposta, a rotazione semestrale, una copiosa selezione di opere dell’autore realizzate in particolare tra gli anni 60 e 70 del 1900.
Qualcosa sulla mostra e l’artista. La mostra ‘Salvatore Emblema. La materia del Cielo’, all‘Art Gate dal 23 dicembre 2022 al 23 gennaio 2023, non è priva di una calibrata valenza di studio, su un periodo breve ma intenso di ricerca. In essa già si riconoscono le fasce quadrangolari degli anni successivi e quell’interesse verso la trama e l’ordito della tela, che in alcuni punti è già portata alla luce tra le masse di colore. Tutte tracce distintive visibili nelle cinque grandi opere pittoriche esposte, risalenti alla prima metà degli anni 60, quando il Maestro si orientò, nella sua formazione artistica di matrice astratta/informale, verso una ricerca di tipo informale materico, influenzato in particolare dall’Espressionismo Astratto di artisti come Paul Jackson Pollock o Mark Rothko. Una pittura informale che, rifiutando il concetto di forma ne diventa di fatto un’evoluzione artistica, sempre più libera da schemi compositivi complessi. Dove attraverso l’inserimento nel dipinto di materiali come cenere e sabbie vulcaniche nell’impasto pittorico poi steso sul supporto non solo coi pennelli, ma usando anche a mo’ di spatola, utensili in legno e metallo, si trova un connubio tra pittura e scultura, rendendo la piatta immagine bidimensionale in tridimensionale. Le sue opere sono state esposte tra l’altro alla Biennale di Venezia, nel Metropolitan Museum di New York, agli Uffizi di Firenze e Palazzo Reale di Napoli. «Per capire cos’è un quadro – scrisse l’artista – uno si dovrebbe prima domandare a cosa è legato. Io credo che dopo il focolare, la pittura è la più domestica delle cose umane. Non c’è pittura senza casa, come non c’è casa senza muri […] A me il muro […] seduce come fosse un corpo vivo. È il confine, la soglia tra lo spazio dove governi tu e quello dove governa qualcos’altro. Appartiene alla geografia dell’esistenza più che all’edilizia. Ti protegge dai dubbi dell’orizzonte aperto. Pensaci, i muri vivono di tempo e il tempo li segna, li graffia, li tormenta. Ma tutto questo avviene fuori. E dentro? Magari la pittura è lo strumento che ci siamo inventati per tormentare i muri: da dentro, che poi è tormento buono, si capisce. Come quando consumiamo fino allo sfinimento, le cose che amiamo, per troppo averle tenute tra le mani».
Il nuovo spazio espositivo ‘Art Gate’ nell’aeroporto di Napoli. ‘Art Gate’, il nuovo spazio espositivo creato dalla Gesac a Capodichino (area imbarchi, C20) , è nato in chiave artistico/culturale come attrattiva per il passeggero che arriva in aeroporto, dove sarà condotto passo dopo passo verso una narrazione immersiva. Guidato da una serie di frasi/aforisma di quel sognatore dell’immenso che è stato Salvatore Emblema fino alla mostra ‘La Materia del Cielo’ e apprezzarne le opere in esposizione. Frasi come «Nel Cielo non ci sono Muri… ma ci sono i quadri, dovunque guardi»; oppure «Da piccoli tutti coloriamo il Cielo, io poi, ho provato a dipingerci sopra», e «Il Cielo sopra casa mia l’ho camminato tutto, a piccoli passi». Infine, per ultima, «La Pittura ti leviga gli Occhi ma ti affila l’Orizzonte», che introduce a quell’area espositiva che potrebbe essere scambiata un’installazione artistica dello stesso Salvatore Emblema, nella cornice del paesaggio aeroportuale osservato dalle vetrate che danno sulle piste. Un artista affascinato da sempre dal paesaggio e dall’interazione tra il visitatore e le sue opere, viste come medium di connessione tra l’uomo e l’ambiente esterno in cui è immerso. Ma ‘Art Gate’ sarà anche un palcoscenico dedicato interamente alla scena artistica campana, per accogliere i visitatori con mostre che mettono in risalto la vivacità culturale di questa città, la cui storia è stratificata su pagine di millenaria cultura e arte, dove si alterneranno periodicamente anche mostre che accoglieranno la sperimentazione di nuovi linguaggi e le più svariate istanze culturali. Il progetto di partenariato, che unisce due grandi attrattori turistici come Gesac e Museo di Capodimonte, si basa su un accordo pluriennale per favorire il turismo culturale che, oltre a prevedere altre installazioni artistiche in aeroporto per offrire passeggeri in transito un’esperienza unica che crea una forte connessione con il territorio, darà anche un sostegno alla mostra in programma nel 2023 al museo francese del Louvre, dove saranno esposte diverse opere presenti nel Museo napoletano.
Salvatore Emblema al Museo e Real Bosco di Capodimonte. Per chi fosse interessato, fino al 29 gennaio 2023 presso il Museo e Real Bosco di Capodimonte è esposta in un museo pubblico la più ampia personale dedicata a Salvatore Emblema dalla sua scomparsa nel 2006. Inserita nel ciclo di mostre ‘Incontri Sensibili’, che mettono a confronto le opere di artisti contemporanei con quelle presenti nella collezione storica del Museo, presenta opere realizzate da Salvatore Emblema in un periodo compreso tra la fine degli anni sessanta e inizio anni ottanta del 900 che evidenziano la stretta correlazione tra l’attività pittorica dell’artista e la parallela ricerca nel campo delle installazioni artistiche. Il progetto espositivo, che si articola in un percorso diffuso tra gli spazi interni del Museo e quelli esterni del Real Bosco, è stato curato dal direttore del Museo Sylvain Bellenger, con il supporto scientifico del Museo Emblema (e il suo archivio) e in collaborazione con l’Associazione Amici di Capodimonte Ets.
Per info e biglietti: www.capodimonte.cultura.gov.it
Testo/ Maurizio Ceccaioni – Foto/ Museo e Real Bosco di Capodimonte