Thailandia, Mare delle Andamane, ai confini con la Malaysia. Raggiungere l’isola è un’impresa non tanto ardua quanto lunga: quattro ore di pullman da Krabi direzione Satún, attesa al pier di Pak Bara e mezz’ora di speed boat che lascia i turisti direttamente sulla spiaggia con le proprie valige in mano!
Con una superficie di soli due chilometri quadrati e una forma a L, appartiene all’arcipelago Adang-Rawi, di cui è l’unica abitata, e fu originariamente dimora degli zingari del mare, i Chao Ley, che le diedero il nome Koh Lipe (nel loro idioma Paper Island, una fusione tra influenze thailandesi e malesi).
Conta una strada asfaltata, la Walking Street, nella quale si concentrano la maggior parte dei ristoranti (meno raffinati sono, meglio si mangia: non dimenticare di provare il Pad Thai, ovvero noodles di riso con verdure e germogli di soia, gamberi e pollo, tofu e arachidi), locali e negozietti con prodotti d’artigianato, e tre spiagge principali: Pattaya Beach, popolare e chiassosa; Sunrise Beach, ben ventilata e tranquilla; Sunset Beach, poco frequentata e ideale al tramonto, oltre a calette nascoste e incontaminate. Basterà fare una breve camminata per raggiungerle, seguendo la costa o il proprio spirito d’avventura. Il periodo più adatto per visitare l’isola è durante la stagione secca, da novembre ad aprile, meglio ancora in occasione del Songkran, il capodanno del calendario lunisolare buddhista.
Acqua cristallina, sabbia candida e palme da cocco, sono le caratteristiche peculiari del Parco Nazionale Marino di Tarutao, dove è obbligatorio pagare una tassa d’ingresso all’arrivo. Lo snorkeling e il diving sono dunque attività da non perdere per conoscerne l’habitat sottomarino, basti pensare che, il 25% dei pesci tropicali del mondo si trova qui come pure le oltre sette specie di corallo, tra cui i rarissimi in viola o in nero. Nelle notti di luna piena è estremamente piacevole e salutare per piedi e gambe, fare una passeggiata sul bagnasciuga, accompagnati dal plancton bioluminescente, simile a piccole lucciole blu, che sale in superficie. Il modo migliore per salpare da un’isoletta all’altra è salire a bordo di una longtail boat, l’imbarcazione “dalla lunga coda” tipica thailandese.
Per chi fosse invece alla ricerca di avventura e leggenda può agilmente raggiungere Koh Tarutao, isola e
casa di una vecchia prigione per condannati a morte e dissidenti politici. Durante la Seconda Guerra Mondiale oltre tremila detenuti lavorarono nel campo di prigionia per poi essere abbandonati al loro destino senza ricevere più alcun sussidio, cosicché per sopravvivere si trasformarono in pirati, saccheggiando ogni nave di passaggio fino al ritorno della Marina Britannica e alla conseguente chiusura.
Un’atmosfera da brivido e un’insolita inquietudine avvolge quest’isola ricoperta da folta vegetazione, con il vecchio sentiero di mattoni pieno di statue che rappresentano guardie e carcerati dal viso arrabbiato, questo è ciò che rimane del Santuario degli Spiriti.
Escursioni a parte, ciò che rende indimenticabile Koh Lipe e dintorni sono gli abitanti, ospitali e premurosi, tant’è che la ricerca improvvisata di un posto per dormire si conclude con la prenotazione in loco di una guesthouse modesta ma essenziale, gestita da Oh, la “zia dell’isola”. L’isola colpisce e rapisce ogni visitatore per lo stile di vita rilassato, l’atmosfera hippie fuori dal tempo e dalle classiche convenzioni sociali, chiringuitos con musica dal vivo, mare turchese, lussureggiante foresta tropicale, non a caso sono state rinominate le Maldive thailandesi. Attenzione però agli effetti negativi di uno sviluppo troppo rapido, che potrebbero alterarne l’autenticità, omologandola alle mete del turismo di massa disinteressato e spregiudicato, di cui Koh Samui e Phi Phi Islans ne sono testimonianza.
Tuttavia il vero momento indimenticabile è al tramonto, dove gli abitanti per tradizione, salutano il sole rivolgendo un ringraziamento all’Universo che ha concesso loro di vivere un’altra giornata. Un rito con valenza mistica vissuto in religioso silenzio a contemplare l’orizzonte.
Koh Lipe rappresenta a tutti gli effetti la spensieratezza del vivere umano. Qui la parola d’ordine è chill out, termine inglese che indica l’attività del dolce far niente, godendosi a fondo ogni attimo della giornata in totale relax, senza sentirsi in colpa, ma al contrario traendone piacere.
Testo e foto/Giulia Fraschini