Un faro antico, una scogliera con una vista mozzafiato sulla baia, un castello millenario reso noto dalla penna di James Joyce. A fare da cornice un paesino di pescatori che sembra resistere al passare del tempo, ancora tranquillo nonostante i tanti pub e i ristoranti che propongono ostriche e birra, punteggiando la costa e ammiccando alle carovane del turismo di un giorno. In questa atmosfera ovattata vive Howth, con le sue piccole barche adagiate nel porticciolo, la lunga passeggiata sul molo e la piccola spiaggia. E per i più temerari la scarpinata lungo la scogliera, attraverso una mappa di diversi percorsi disegnati su misura di fiato e gambe di ciascuno. Non lasciatevi spaventare dal primo strappo, in paese, impegnativo solo all’apparenza: poi bastano solo tre chilometri di cammino per raggiungere il Baily Lightouse, il suggestivo faro datato 1892, nato a guardia della baia di Dublino. Siamo a soli 15 chilometri dalla città, con il suo austero Trinity College, la biblioteca, una delle più importanti del mondo, e il Libro di Kells; ma anche dal quartiere della vita notturna , con il suo Temple Bar, e dalla maestosa cattedrale di San Patrizio, con il suo giardino sempre verde.
Eppure, nonostante la vicinanza, qui sembra di stare sospesi in un altro mondo, dove il ritmo rallenta. Ad Howth, “l’occhio d’Irlanda”, si può arrivare in treno, basta un’oretta per dimenticare l’atmosfera caotica della capitale e godersi la vista del mare e delle Wicklow Mountains. Il primo faro fu costruito nel Seicento ed era alimentato a carbone, poi arrivò l’alimentazione a gas e oggi il faro funziona ad elettricità. Il castello si presenta come uno degli edifici più antichi dell’isola: le sue prime origini sono addirittura normanne (XII secolo), oggi risulta abitato dagli eredi dei fondatori, conti e poi baroni di Howth, ed è circondato da un golf club.
Un’atmosfera magica e sospesa è anche quella che si può respirare tornando in città: basta spostarsi al National Botanic Garden, fondato nel 1795 su un terreno di circa 20 ettari dalla Royal Dublin Society, come luogo di studio e di sperimentazione. Un’altra meta comodissima da raggiungere, questa volta in autobus, a soli tre chilometri dal centro, la cosiddetta Isola di smeraldo sembra in grado di affascinare chiunque, grazie alla magia delle sue grandi serre in vetro, dove sono custodite 20 mila piante provenienti da tutto il mondo. Dentro il clima può diventare tropicale. Occorre vestirsi a strati per poter visitare le imperdibili Palm House, col fascino esotico delle sue alte palme, e la serra delle orchidee. Qui veniva a scrivere il matematico e filosofo viennese Ludwig Wittgenstein, a Dublino nell’inverno 1948-49: a lui il giardino ha dedicato una targa. L’ingresso è gratuito.
Accanto al giardino botanico sorge il cimitero di Glasnevin, suggestivo per le numerose tombe con la croce celtica e famoso perché è stato il primo cimitero cristiano creato a Dublino nel 1832. Fino a quella data infatti cattolici e protestanti non avevano un luogo dove seppellire i propri cari, a causa della supremazia della religione anglicana. Il cimitero, protetto da mura di cinta e torri di guardia contro i predoni delle tombe, accoglie le spoglie di numerosi padri della patria e personaggi famosi per la storia dell’isola, come Michael Collins, leader repubblicano assassinato nel 1922, Sir Roger Casement, rivoluzionario irlandese ucciso da un plotone di esecuzione britannico, Eamon De Valera, presidente della Repubblica d’Irlanda, o il politico Charles Stewart Parnell. Per i più curiosi vengono organizzati walking tour ed è possibile visitare anche il museo.
Non si può visitare Dublino restando immuni dalle suggestioni della storia politica dell’Irlanda, portata al grande pubblico dal cinema e dalla musica. Icona di tante battaglie rivoluzionarie appare Kilmainham Gaol, l’ex prigione oggi museo, resa celebre negli anni Novanta dalle riprese del film “Nel nome del padre”. Costruita nel Settecento, ebbe un ruolo importante nella storia dell’indipendenza irlandese: qui furono imprigionati e giustiziati numerosi leader della ribellione all’Inghilterra. Qui furono detenuti ed uccisi i capi della Sollevazione di Pasqua del 1916: l’ultimo prigioniero fu Eamon De Valera. La prigione fu chiusa nel 1924 dal governo del nuovo Stato libero d’Irlanda ed è diventata un museo, dove oggi sono proposte visite guidate dedicate proprio alla storia del nazionalismo irlandese. Nel 1982 nelle vecchie celle gli U2, rock band simbolo dell’Irlanda, hanno girato il videoclip del loro singolo “A celebration”.
Info: Turismo Irlandese, www.irlanda.com – informazioni@tourismireland.com – Tel. 02 58 17 73.
Testo/Monica Guzzi – Foto/Monica Guzzi – Google Immagini