Viaggiare offre un’incredibile possibilità di crescita della propria anima. Si vedono posti nuovi spesso meravigliosi, monumenti eterni, lo spettacolo della natura sempre in rinnovamento; si fanno nuove esperienze legate al cibo, alla cultura, al modo di sentire la vita. Tutto questo avviene quando andiamo lontano, presso popolazioni che hanno una lingua, una storia, un background così diversi dai nostri. Capita però anche vicino a casa, quando meno te lo aspetti. A volte è come un profumo lieve, che fai fatica a percepire. Un profumo di cose buone, di gente che lavora, che si apre nei tuoi confronti perché capisce e ti sente uguale, anche se le tue esperienze sono tanto diverse.
Nella parte pianeggiante della provincia alessandrina, a sud del capoluogo, si trova un piccolo paese di origine romana che si chiama Silvano d’Orba. Nel suo centro storico si trova la storica Distilleria Gualco, attiva da oltre 150 anni nella produzione di un prodotto di eccellenza che è possibile acquistare direttamente nel negozio, ma del quale si possono anche osservare le fasi diverse della sua nascita. Mi accoglie nello storico negozio Giorgio Soldatini, titolare con la sorella Marcella dell’attività dei suoi avi, di proprietà della stessa famiglia dal 1870; con lui visiterò i locali dove, quasi come allora, si ricavano le diverse grappe Gualco. L’amore e l’orgoglio per la distilleria traspaiono da ogni parola, da ogni gesto del giovane proprietario, che con gentilezza e simpatia rara mi accompagnerà lungo tutto il processo produttivo.
Dopo aver partecipato al Risorgimento, Paolo Gualco, erede di una famiglia di celebrai (produttori di mastelli di legno per l’agricoltura), mediatori di vini e commercianti, decise di provare a dedicarsi alla distillazione delle vinacce tramite un nuovo metodo di produzione, utilizzando il vapore: nasce così la distilleria omonima nell’autunno del lontano 1870. Paolo rimase a condurre la società fino alla morte avvenuta nel 1932, mentre era coadiuvato dal nipote Bartolomeo che poi prese in mano le redini dell’azienda. Questi, forte delle esperienze maturate in Argentina e di un carattere vulcanico, la diresse fino alla morte avvenuta nel 1971, all’età ragguardevole per i tempi di ottantasei anni. Il suo segreto? La grappa Gualco ovviamente, che rese famosa in Italia e all’estero grazie alle sue idee e alla sua intraprendenza: massima qualità, diversificazione dell’offerta, vendite centellinate, amore e nome proprio. Perché i suoi prodotti si dovevano riconoscere e ricordare: la Suavitas, per esempio, fatta con vinacce rosse piemontesi, latte, limone e piante officinali, dal sapore particolarissimo, oppure la Superla, che alle vinacce vide aggiungere un infuso di dodici erbe officinali e spezie. E ancora la famosa Senza Nome, che viene fatta dalle vinacce del Barbera: curiosa la storia della sua nascita. Dopo cinque anni di invecchiamento in una botte, Bartolomeo prese il “ladro”, un attrezzo che serve per prelevare la grappa dalla botte sigillata e la assaggiò, trovandola sublime. Non sapendo come chiamarla, organizzò una cena con i maggiorenti del paese, fra cui ci dovevano essere probabilmente il parroco, il medico e le autorità; durante le abbondanti libagioni fu servito Barbera in abbondanza e, alla fine, la nuova grappa. Questa fu talmente apprezzata che gli invitati se ne andarono solo a notte fonda e molto contenti, ma dimenticandosi di darle un nome. Poco male: Bartolomeo decise di chiamarla così, la Senza Nome. La cena rimase nell’immaginario collettivo degli abitanti di Silvano d’Orba, tanto che tutti i bambini sentirono in seguito il racconto dalla voce dei nonni. Il terzo personaggio chiave fu la nipote Susanna Gualco in Soldatini, che energicamente condusse la distilleria al nuovo secolo; il figlio Alessandro passò quindi le sue redini agli attuali titolari, Marcella e Giorgio.
La visita inizia dal negozio, in cui tutto riporta a tempi passati: l’arredamento, le bottiglie che sembrano opere d’arte, le immagini appese alle pareti, la gentilezza della mia guida. Proseguo quindi visitando l’area in cui vengono scaricate le vinacce, poi quella della produzione con il famoso alambicco, rimodernato ma tradizionale allo stesso momento. Oggi come un tempo la piccola industria artigiana utilizza un alambicco a bagnomaria alla piemontese, per ottenere un prodotto di grande qualità: con questo apparato 200kg di vinaccia in un’ora si trasformano in 12 litri di ottima grappa, che verrà poi invecchiata e lavorata adeguatamente. Passiamo poi alle cantine con le botti d’invecchiamento e alle sale dove la grappa viene miscelata con le spezie, gli agrumi, il latte, utilizzando sempre i prodotti migliori disponibili sul mercato. Cerco di assorbire tutte le spiegazioni che mi fornisce il mio ospite, ma non è semplice: per me è tutto nuovo, mentre lui ha la grappa che gli scorre nelle vene (nel senso buono, genetico, ovviamente). Vedo la sala dell’etichettatura, le bottiglie pronte per essere spedite in Italia, nel resto d’Europa e negli Stati Uniti, quelle dove vengono provate nuove miscele e sapori e intravedo dappertutto diplomi di onorificenza, concorsi vinti, vecchi articoli di giornale, fotografie di altre epoche. Al termine della visita è impossibile non respirare l’orgoglio per il lavoro e le proprie origini, sentendo come i due giovani siano il futuro dell’azienda, ma allo stesso tempo rimangano ancorati al loro passato, anche per gli insegnamenti di papà Alessandro e l’amore di nonna Susanna.
Da parte mia riesco persino a fare un assaggio della Suavitas: non bevo assolutamente grappa, ma la trovo ugualmente eccezionale. Per finire Giorgio mi fa dono di un libro numerato che parla della distilleria e racconta la storia della sua famiglia e me lo dedica “A Paolo, con amicizia, famiglia Soldatini”. Quando si scrive di turismo e di viaggi è normalmente facile raccontare delle emozioni che suscitano luoghi, immagini o persone. In alcuni e per fortuna rari casi, diventa meno semplice per il sommarsi di sensazioni, di storia, di rapporti umani, che a volte ti mettono quasi in imbarazzo, per il timore di non riuscire a esprimere quello che hai provato durante la loro visita. Io questa sensazione l’ho vissuta durante la visita alla Distilleria Gualco e non deriva da assaggi o fumi provenienti dalla lavorazione delle vinacce, ma da un viaggio nel tempo, in cui l’amore per il proprio lavoro e le proprie radici esistono ancora. Nel quale la gentilezza e i rapporti fra le persone sono reali, non sono stati perduti dalla società moderna.
Se volete visitare il negozio e fare acquisti, questo è aperto in via XX Settembre 5/9 a Silvano d’Orba AL tutti i giorni tranne le feste dalle 09.00 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 19.00.
Per visitare invece la distilleria, occorre effettuare una prenotazione contattando l’indirizzo info@distilleriagualco.it.
Testo-foto/Paolo Ponga