Nel tardo pomeriggio del 5 aprile si è svolta a L’Aquila, nel Parco della Memoria (piazzale Paoli), la cerimonia per il XIV anniversario del drammatico evento sismico che distrusse la città e con essa, la vita e i sogni di tante persone. Assieme ai familiari delle vittime e all’intera comunità aquilana guidata dal sindaco Pierluigi Biondi, erano presenti la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il presidente del Senato Ignazio La Russa, il ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli, il presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio, il prefetto Cinzia Torraco. Con loro i sottosegretari Emanuele Prisco (Interni), Lucia Albano (Economia e Finanze), Fausta Bergamotto (Imprese e Made in Italy), Luigi D’Eramo (Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste), oltre a parlamentari, una rappresentanza dei sindaci del cratere sismico, autorità civili, militari e religiose.
Un «Profondo ringraziamento» è stato rivolto dal sindaco Biondi, al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per aver inviato il suo messaggio per il 14esimo anniversario del sisma e indossato la spilla raffigurante il Fiore della memoria.
Dopo aver deposto una rosa bianca davanti alle targhe con i nomi delle 309 vittime del terremoto sul viale che fiancheggia la fontana del Parco, alle 17,45 il presidente La Russa e il sindaco Biondi hanno alzato il drappo con i colori nero e verde che fanno da sfondo allo stemma cittadino, per scoprire una stele marmorea progettata dall’Accademia delle Belle Arti, sulla quale è stato inciso il Fiore della memoria. Si tratta del fiore dello zafferano, pianta simbolica di Provincia, per la sua produzione dello Zafferano Dop dell’Aquila, un’eccellenza del territorio protetta e garantita dall’omonimo Consorzio.
È poi seguita nella chiesa di Santa Maria del Suffragio in piazza Duomo, una messa in ricordo defunti del sisma officiata dall’Arcivescovo, cardinale Giuseppe Petrocchi. La funzione religiosa è stata accompagnata nei vari passaggi dal coro Polifonico L’Aquila in Canto e durante la preghiera eucaristica c’è stata la lettura dei 309 nomi e un messaggio letto dal sindaco Pierluigi Biondi, in cui ha tra l’altro ricordato che «La sofferenza è un varco da attraversare e L’Aquila ha scelto di non indugiare nel dolore, ma pur continuando ad abitarlo, si è fatta guidare dalla luce della speranza». In questo stesso luogo alle 19.30, orchestra, organo, solisti e coro del conservatorio Alfredo Casella dell’Aquila, hanno eseguito “Tempo di musica e preghiera per le vittime del 6 aprile 2009”, con alcuni brani di Johann Sebastian Bach.
All’uscita dalla chiesa la presidente Meloni e Ignazio La Russa si sono soffermati a parlare con “Nonna Renza” Bucci e il marito Angelo, che oltre al genero e un altro nipotino, durante il sisma persero la figlia Giovanna al nono mese di gravidanza, di una bambina che si sarebbe dovuta chiamare Giorgia.
La chiesa di Santa Maria del Suffragio (XVIII sec.) fu realizzata in memoria delle vittime del terremoto del 1703. Chiamata dalla popolazione anche “delle Anime Sante”, è il simbolo della ricostruzione settecentesca della città. Gravemente danneggiata durante il terremoto del 2009, dopo vari lavori di restauro e consolidamento finanziati anche dal governo francese, è stata riaperta al pubblico nel 2018. Nello stesso luogo, l’orchestra, organo, solisti e coro del conservatorio Alfredo Casella dell’Aquila, alle 19.30 hanno eseguito “Tempo di musica e preghiera per le vittime del 6 aprile 2009”, con alcuni brani di Johann Sebastian Bach.
Se la ricorrenza del 6 aprile 2022 era stata dedicata al popolo ucraino invaso dalla Russia, quest’anno il dolore della gente dell’Aquila si è associato a quello di Turchia e Siria, a loro volta devastate dal tragico terremoto dello scorso febbraio, con decine di migliaia di vittime e almeno 6000 edifici crollati solo in Turchia. Prima della partenza della fiaccolata prevista in tarda serata, il sindaco Biondi si è incontrato con il primo segretario dell’Ambasciata della Turchia in Italia, Hasan Enes Maboçoğlu, che vi ha preso parte in rappresentanza dell’ambasciatore Omer Gucuk. Alle 21.50 il corteo con circa un migliaio di persone è poi partito da via XX settembre (Palazzo di Giustizia) alla volta del ‘Parco della Memoria’ e durante il tragitto è stata fatta una sosta sul luogo dove si trovava la Casa dello studente, nel cui crollo morirono otto giovani universitari. Alle 23,30 l’arrivo presso la fontana al centro del Parco, dove era stato posto un braciere commemorativo e, per testimoniare quel “gemellaggio di dolore” e la vicinanza della popolazione aquilana verso quelle di Turchia e Siria colpite dal sisma dello scorso 6 febbraio, ad accendere il braciere sono state chiamate due “donne simbolo”: Cansu Sonmez, ricercatrice turca dottoranda al ‘Gran Sasso Science Institute dell’Aquila’ e dalla siriana Rasha Youssef, ingegnere chimico industriale che lavora da diversi anni in città, collaborando anche con l’Università degli Studi dell’Aquila.
Durante la notte un fascio di luce azzurra si è levato verso il cielo dalla centralissima piazza Duomo, come un messaggio per chi non c’è più. Alle 3.32 – ora della drammatica scossa – la campana della chiesa “delle Anime Sante” in piazza Duomo ha battuto i 309 rintocchi, uno per ogni vittima. Nella giornata del 6 aprile ci sono state delle deposizioni di fiori al monumento che rappresenta un Angelo di fronte all’ex Casa dello Studente di via XX settembre realizzato allora dai vigili del fuoco e restaurato da loro quest’anno. Fiori che hanno ricordato anche Antonietta Centofanti, zia di uno degli studenti che perirono nel crollo di quel fabbricato. Persona da sempre impegnata nel sociale, fu la portavoce del Comitato Vittime e simbolo della lotta per la giustizia nel post sisma. Un’altra deposizione è avvenuta alle 10.30 su iniziativa dell’Associazione nazionale della Polizia di Stato (Anps), a cui è seguito il concerto della fanfara della Polizia nell’Auditorium del Parco della Memoria. Una corona di fiori è stata deposta anche nel ‘Piazzale 6 aprile’ della Scuola ispettori e sovrintendenti della Guardia di finanza, dove alle 11 di venerdì 10 aprile 2009 si svolsero in forma solenne i funerali di Stato, alla presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, del presidente del Consiglio dei ministri Silvio Berlusconi.
L’Aquila è una città che nel corso dei secoli è stata più volte colpita da eventi sismici dai quali è però sempre risorta alla vita, e non farà certo eccezione anche questa volta, dopo quella serie di circa diecimila eventi sismici di diversa entità, con vari epicentri sia nell’area cittadina che nella conca aquilana. Iniziati nel dicembre 2008 fino al 2012, culminarono con la scossa distruttiva del 6 aprile 2009 alle ore 3 e 32’ a quasi 9 km di profondità, calcolata dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) con una magnitudo di 6,3 che distrusse la città e cinquantasei borghi limitrofi.
Tra i monumenti più noti distrutti o danneggiati nel capoluogo, oltre ai circa trenta palazzi settecenteschi e trenta edifici religiosi che facevano del suo centro storico uno dei più belli d’Italia, la Basilica di Santa Maria di Collemaggio, la Fontana delle 99 cannelle, il Forte spagnolo, l’Oratorio di Sant’Antonio dei Cavalieri de’ Nardis, la Torre civica, la Prefettura dell’Aquila, il Duomo, I cui lavori per la ricostruzione dovrebbero concludersi entro il 2028. Beni architettonici d’immenso valore che rendevano il capoluogo abruzzese sia un posto da visitare che per andarci a vivere; e oggi l’obiettivo di tutta la città e non solo, è quello di cercare di riportare L’Aquila agli splendori di prima che il sisma la riducesse in un cumulo di macerie e disperazione.
Testo/Maurizio Ceccaioni – Foto/Ufficio Stampa Comune dell’Aquila