Quasi due milioni di turisti visitano ogni anno le cascate di Iguazú. Attrazione cult per i viaggiatori in arrivo a Puerto Iguazú da Buenos Aires, con i numerosi voli quotidiani. Ma non solo. Anche con voli internazionali dal Brasile e dall’Europa. In lingua guaraní la popolazione indigena da sempre vivente nella foresta che le circonda, significa “acque grosse”. E grosse lo sono davvero. Las Cataractas, dichiarate patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel 1984, hanno un fronte di 3 km, 275 cadute d’acqua che piombano da circa 80 m di altezza. Situate al confine tra Argentina e Brasile, all’interno di un vasto parco naturale. Si possono ammirare sia dal lato argentino, dove il fronte è più ampio e articolato, sia da quello brasiliano, dove la visione forse risulta più spettacolare. E’ consigliabile, ovviamente, fare entrambe le escursioni, per godere a pieno questo incredibile spettacolo della natura.
Puerto Iguazú risuona del rombo delle imponenti cascate nascoste nel folto della foresta, un tempo abitata dai Guaraní. Alvar Nuñez Cabeza de Vaca arrivò, provenendo dal Brasile, nel 1542 e rimase stupefatto dinanzi alle Cataratas che chiamò Santa María. Nel 1901 Victoria Aguirre donò il denaro necessario a tracciare una strada da Puerto Aguire alle cascate, la qual cosa consentì lo sviluppo della cittadina, ben presto divenuta un centro commerciale e turistico di primaria importanza. Nel 1934 si istituì il Parco nazionale e nel 1943 Puerto Aguire prese il nome di Puerto Iguazú. Posto alla confluenza del Río Paraná con il Río Iguazú, a 300 km a nord-est di Posadas e a 1310 km da Buenos Aires, si presenta come una piacevole cittadina, molto turística e più tranquilla e sicura delle vicine Ciudad del Este in Paraguay e Foz de Iguazú in Brasile. Da non perderé, soprattutto al tramonto per la luce dorata che l’avvolge, l’Hito Argentino de las Tres Frontera, in Avenida Tres Fronteras, obelisco alto circa 12 m. Inaugurato nel 1903, segna il punto dove i due fiumi dividono i tre paesi confinanti: Argentina, Brasile, Paraguay. Su di un’alta riva a strapiombo sul Río Paraná e sul Río Iguazú, si gode invece di una spettacolare visone sul corso dei due fiumi.
Dal lato argentino. Le cascate fanno parte del Parque Nacional Iguazú, con una superficie di 550 kmq. La sua foresta pluviale si presenta abitata da tucani, pappagalli, colibrì, procioni, iguane, orchidee, felci arboree, liane. Il volume più importante d’acqua lo riceve la Garganta del Diablo (Gola del Diavolo). Il Parco dista 20 km da Puerto Iguazú, a cui è collegato con una ampia strada asfaltata. Meglio andare al mattino presto e tornare il pomeriggio tardi prima della chiusura, in questo modo si evita in parte di essere bloccati dal notevole afflusso di turisti che si verifica soprattutto nelle ore centrali della mattinata e del pomeriggio All’ingresso esite un Centro Visitatori con bar, ristoranti, shopping centre. Da qui iniziano i sentieri per le escursioni e parte il Tren Ecológico de la Selva, il quale porta fino al Cricuito della Gola del Diavolo. Quando si scende dal trenino si percorre una passerella sull’apice del salto fino alla piattaforma affacciata sulla parte alta della terrificante Garganta. Man mano che si avanza il rombo si fa via via sempre più assordante. Sulla piattaforma-terrazza ci si trova quasi dentro la cascata. Lo spettacolo risulta impressionante. Attenzione perché ci si bagna quasi completamente: sappiatevi regolare.
Si riprende il trenino e si scende alla stazione intermedia. Da qui partono i sentieri che portano alla Gola del Diavolo Inferiore, al Salto San Martín, ugualmente superbo ed emozionante. Adrenalina pura con il circuito Grande Avventura. Su gommoni semirigidi si risale il fiume fra le rapide, zizzagando paurosamente fra i flutti, e ci si avvicina ai salti della cascata venendo investiti dai suoi tonanti getti. Sigillare prima negli appositi sacchi stagni, forniti prima di imbarcarsi, tutti i propri averi ed i vestiti, perché ci si bagna totalmente. Fare attenzione anche ad occhiali e cappelli: si rischiano di perderli per la violenza dei getti d’acqua. A questo punto il costume risulta proprio necessario.
Dal lato brasiliano. Ugualmente spettacolare appare la visione delle cascaste dalla parte brasiliana, anche se l’area non consente di avere più punti di vista e non ci sono tanti sentieri come in quello argentino. Comunque vale la pena dedicare almeno mezza giornata anche a questa escursione, così d’avere un’immagine totale e totalizzante, completa ed indimenticabile delle cataratas. E poter poter dire: “io c’ero e le ho viste tutte”. A Foz do Iguaçu, città brasiliana posta subito dopo il confine (35 km), si passa la frontiera brasiliana senza problemi e non occorre il visto per i cittadini italiani. Il Parque Nacional do Iguaçu (1500 kmq) è più vasto di quello argentino ed ha anch’esso un Centro Visitatori dotato di tutti i servizi. Si imbocca un sentiero lastricato lungo 1,5 km, capace di offrire spettacolari vedute sull’arco delle cascate dalla parte argentina, sull’Isola San Martí e sulla foresta e termina nella passerella-piattaforma che si protende nel fiume quasi proprio sotto la Garganta del Diablo e il fronte delle cascate. Fra gli spruzzi d’acqua e la massa d’acqua che precipita nel baratro si formano perfetti arcobaleni, i quali rendono ancor più suggestiva la visione. Da qui si riprende il sentiero per raggiungere l’ascensore che sale fino alle piattaforme, situate sopra le cascate a Puerto Canoas. Il rombo risulta assordante, lo spettacolo impressionante ed emozionante.
Misiones, l’utopia dei Gesuiti. La regione di Misiones si insinua fra il Paraguay e il Brasile: annessa all’Argentina dopo la guerra di fine Ottocento con il Paraguay, deve il suo nome alla prima colonizzazione operata dai Gesuiti nel XVII e XVIII secolo. II clima tropicale umido ha dato origine ad una fitta foresta, che per molti secoli è stata inaccessibile, provocando il totale isolamento di questa parte dell’Argentina. Verso la fine dell’Ottocento, con l’arrivo di immigrati slavi, sono stati dissodati più di 300.000 ettari, in gran parte coltivati a yerba mate, sostituita dopo il 1950 da cotone, tabacco, soia ed agrumi. I Gesuiti nel Seicento e nel Settecento riuscirono a creare in questi territori una sorta di stato libero, per sottrarre gli Indios Guaraní alla brutalità ed allo sfruttamento dei coloni spagnoli. Questo stato rendeva conto del proprio operato solo all’ordine di Sant’Ignazio de Loyola. A partire dai 1607, nel folto della giungla si diffusero chiese e conventi, attorno ai quali sorsero villaggi e nuovi insediamenti degli Indios Guaraní, il cui numero si accrebbe sempre più, di anno in anno, fine a raggiungere un totale di quasi 100.000 persone, compresi i religiosi.
Altre missioni gesuitiche sorsero in Paraguay, Brasile e Bolivia, per un totale di 50 pueblos abitati da quasi 200.000 persone, in prevalenza Guaraní, che si dedicavano all’agricoltura, all’allevamento del bestiame, alla musica sacra, al canto, alla lavorazione del legno con cui creavano pregevoli statue, pannelli intagliati, colonne e mobili. Nel 1767 la Compagnia di Gesù fu sciolta, le missioni distrutte e gli Indios dovettero ritornare alla loro condizione di schiavi o rifugiarsi nel folto della selva. E’ qui che sono state girate le scene più toccanti del film Mission. A San Ignacio Miní, un villaggio ad un’ora e un quarto di strada da Posadas, e nei pueblos attorno di Santa Ana, Nuestra Señora de Loreto e Santa María La Mayor, si rivive tutto il misticismo di quest’utopia religiosa e civile.
Consigli utili. I sentieri e le passerelle sono scivolosi per gli spruzzi che si vaporizzano nell’aria. Tenersi sempre agli appositi mancorrenti. Se non ci si vuole bagnare, munirsi di un leggero impermeabile di plastica. Proteggere adeguatamente la macchina fotografica dagli spruzzi delle cascate. Indossare abiti leggeri, perché il caldo-umido risulta elevato. Usare scarpe antiscivolo e robuste. Portarsi il costume da bagno.
Il Tucano Viaggi e Ricerca, Piazza Solferino 20, Torino, tel. 011 561 7061, www.tucanonoviaggi.com, propone numerosi viaggi a tema in Argentina, fra cui anche l’escursione alle Cascate di Iguazú. Molto preparato e particularmente professionale è la guida José Sartor (js_pepe@yahoo.com.br), che lavora per l’agenzia Aguas Grandes, calle Entre Rìos 66, Puerto Iguazú, tel. +54.3757.425500, www.aguagrandes.com, in grado di organizare la visita alle cascate. L’Hotel Amérian, Avenida Tres Fronteras 780, Puerto Iguazú, tel. +54.3757.498200, www.portaldeliguazu.com, molto confortevole, con piscina, si trova in una posizione spettacolare a pochi metri dalla confluenza del Río Paraná con il Río Iguazú.
Info: Ufficio Turismo Argentino: www.argentina.travel – tel. 06 48 73 866 – Ufficio Brasiliano del Turismo: www.visitbrasil.com – embratur@aidapartners.com – tel. 06 89 50 46 50 –
Testo/Pietro Tarallo – Foto/Massimo Bisceglie