L’abbazia di Sénanque è una chiesa cistercense del 1148 a pochi chilometri da Gordes, nel dipartimento del Vaucluse, sul versante settentrionale del Parco Naturale Regionale del Luberon istituito nel 1977, il cui nome deriva dalla catena montuosa composta da tre alture che lo taglia a metà in direzione nord-sud. Un po’ fuori dagli itinerari più battuti dalla frotta di viaggiatori italiani che raggiungono la Provenza in tutte le stagioni, si trova ad una settantina di chilometri a nord di Aix-en-Provence e non lontano da altre località molto amate come Arles, Avignone, Saint-Rémy, Les Baux e Orange. La foto di infiniti e ordinati campi di lavanda in fiore, sullo sfondo della severa pietra della basilica, costituisce una delle icone più conosciute del sud della Francia, ma tutta questa destinazione va scoperta perché riserva angoli suggestivi.
Nel cuore della Provenza il Luberon è infatti terra di castelli e i villaggi arroccati, da conoscere per i suoi colori, sapori, profumi ed essenze che cambiano a seconda della stagione e permettono di godere appieno di questa regione in tutti i momenti dell’anno, capaci di dare il meglio all’inizio dell’estate. Il parco ospita una fauna e una flora caratterizzate da eccezionale biodiversità, oltre che da un patrimonio architettonico, religioso, storico e paesistico di valore, fatto di piccoli paesi in cui si respira l’atmosfera genuina dei secoli passati. Chi vuole raggiungere questa destinazione, parte della più ampia regione di Marsiglia che riunisce la Provenza, la Costa Azzurra e le Alpi francesi, dall’Italia settentrionale provenendo da Milano e Torino può attraversare il confine al Monginevro proseguendo in Francia su Briançon e poi per Manosque su ottime strade con poco traffico, per riservare infine al ritorno la più affollata autostrada che da Aix-en-Provence prosegue verso Cannes e Nizza per rientrare in Italia sulla costa ligure a Ventimiglia.
Nel Luberon mancano del tutto le grandi città: strade e sentieri affascinano per l’alternanza dei pendii scoscesi delle montagne, le terre rosse dalle calde tonalità, le distese di erbe aromatiche e campi di lavanda a profusione dappertutto. Da Manosque, un po’ la porta orientale di questo parco, due strade procedono a nord e a sud del complesso montagnoso fino a raggiungere all’estremità opposta Cavaillon, che ha le dimensioni di una cittadina di 25 mila abitanti nella valle della Durance, lungo il percorso del fiume, ai piedi della collina di Saint-Jacques. Qui va assolutamente visitato l’Hotel d’Agar, un palazzo privato del XVII secolo con una stupefacente collezione di opere d’arte e di curiosità di tutti tempi, raccolte da facoltosi e un po’ eccentrici proprietari. Non lontano si trova il Domaine Le Chateau du Bois, fondato nel 1890, che a Coustellet ha aperto anche un Museo della Lavanda (www.museedelalavande.com), una visita piacevole per adulti e ragazzi, in grado di spiegare anche con un bel filmato le differenze colturali, le tecniche di estrazione dell’olio essenziale e le proprietà terapeutiche di questa pianta apprezzatissima da tempi immemorabili. E si impara pure a riconoscere la differenza tra la preziosa lavanda fine e la molto più diffusa lavandina, pianta ibrida e sterile, derivata dall’incrocio di due specie.
Proseguendo nella circumnavigazione del massicio del Luberon a nord-ovest si incontra Gordes, classificato tra i più bei paesi di Francia, abbarbicato con le sue costruzioni in pietra in posizione assai panoramica sulla cima di un’alta collina. Si passeggia per le sue stradette animate di piccoli negozi, bar e ristoranti, ammirando il castello in stile rinascimentale ricostruito nel 1525, dove si trova l’ufficio dell’Ente per il Turismo. Sulla piazzetta antistante una fontana già citata nel 1342 a lungo costituiva l’unico approvvigionamento d’acqua della parte alta del paese. Più a sud scendendo verso il belvedere si trova la chiesa di San Firmino, con una torre quadrata del XIV secolo. Le sale trogloditiche con scale sotterranee, cisterne, frantoio per produzione di olio del vicino palazzo Gaudin-de-Lancier provano che il paese fu abitato fin epoche molto antiche.
Spostandosi invece sul versante meridionale del Luberon, Lourmarin è uno dei borghi più graziosi e autentici del comprensorio, dominato dai campanili della chiesa cattolica e di quella protestante valdese, ma soprattutto dal suo imponente castello alto, in posizione panoramica e molto ben conservato con tutto il mobilio al suo interno: primo castello in Provenza costruito in stile rinascimentale a partire dal 1526, fa fare un balzo indietro di secoli nel tempo durante la visita dei suoi ambienti. Tutto il paesino di soli mille abitanti costituisce però un insieme vivente di bar, ristoranti, enoteche per l’assaggio di vini locali, boutiques, atelier di produzione di ceramiche, venti diverse gallerie d’arte che in autunno, da fine settembre a inizio novembre, trasformano l’intero paese in un’unica grande esposizione artistica. Da molti decenni Lourmarin ispira artisti e scrittori: proprio qui prese casa il grande scrittore francese Albert Camus, con il denaro del premio Nobel per la letteratura, e qui riposa nel piccolo cimitero dopo l’incidente stradale che gli costò la vita nel 1960.
Chi cerca una soluzione semplice ma elegante per vivere davvero l’atmosfera del Luberon, può alloggiare in un Bed&Breakfast appena fuori Lourmarin, La Maison de Collongue (www.maisoncollongue.com), aperta da Guillaume Toutain nel 2014 dopo un attento restauro effettuato con la passione e la maestria della sua professione di architetto d’interni originario della Normandia e parigino di adozione. Da una fattoria con edifici del XVII e dei due secoli successivi, prototipo delle abitazioni di campagna del Luberon, un po’ nascosta e difficile da raggiungere anche con il navigatore satellitare, ne è derivata una dimora con tanto spazio verde intorno dall’atmosfera magica, in cui il tempo di ferma e il silenzio viene interrotto solo dai rumori della campagna: camere dai muri spessi e travi a vista, per un’accoglienza come in famiglia con solo 5 grandi camere ciascuna con grande personalità.
A poca distanza da Lourmarin, in località Lauris, il Domaine de Fontenille sta in mezzo a vigneti che da più di duecento anni producono vini pregiati (www.domainedefontenille.com), immersi in un dolce paesaggio da cartolina che sarebbe piaciuto anche a Francesco Petrarca, il quale poco lontano da qui cantò le “chiare, fresche, dolci acque”. Nel 2013 cominciarono importanti lavori di ristrutturazione della costruzione al centro della tenuta vinicola, una vecchia Bastide del XVII secolo come ce ne sono parecchie in questa regione alle pendici del Luberon. Dopo un anno e mezzo senza badare a spese i lavori sono terminati ed è stato aperto l’hotel omonimo, membro della catena alberghiera Small Luxury Hotels, una garanzia di qualità in campo europeo. Un’elegante sfilata di saloni si apre ora sul parco e sulla valle del fiume Durance, che maestosamente serpeggia nella regione; lo spazio ospita solo 19 camere e suite, tutte luminose e rivolte sul giardino, con un vasto parco, vigneto, frutteto e grande piscina esterna. L’arte contemporanea si fa vedere dappertutto al Domaine de Fontenille: ogni stanza è ornata almeno da un’opera di un artista di fama nazionale o internazionale, ogni anno l’antica cantina accoglie quattro esposizioni tematiche o personali di artisti contemporanei, in associazione e la collaborazione di gallerie e istituzioni internazionali. Nei giardini si tengono concerti di musica jazz d’estate e cinema all’aperto che fanno da punto di richiamo non solo per gli ospiti dell’albergo, ma per tutta la località di Lauris.
L’albergo dispone anche di due ristoranti, una Spa, una sala fitness e yoga. Si possono fare escursioni a cavallo, in bicicletta o a piedi per scoprire il paesaggio provenzali e vengono proposti corsi di enologia, di iniziazione all’arte, visite all’orto biologico e al pollaio, nonché ancora passeggiate a dorso d’asino nella tenuta di proprietà. Dalla piccola sala di ricevimento all’ingresso si passa sullo stesso piano nel ristorante gastronomico un po’ minimalista nell’arredo, ma dalla superba gastronomia, dove lo chef Jerome Faure si è guadagnato una stella Michelin praticando una cucina del territorio basata sulla qualità dei prodotti e sull’associazione di sapori sorprendenti: “una cucina da equilibrista, che ama uscire dai sentieri già tracciati, mescolare i sapori, e solleticare le papille gustative”, secondo la definizione della stessa guida Michelin. Uno dei piatti più tipici è il fois gras preparato al vino rosso del Dominio.
Tutto il Luberon risulta infatti una zona apprezzata per la produzione vinicola, con alcuni produttori di qualità ben noti in Francia e all’estero. La reputazione internazionale della DOC Luberon si basa su vitigni di Syrah, Vermentino, Grenache nero e bianco, ma anche vitigni locali meno noti in Italia come il Viogninier e il Mourvèdre. Di proprietà di un gruppo con possedimenti nella regione dello champagne, il Domaine Chateau La Verrerie (www.chateau-la-verrerie.com) si trova in collina nella piccola località di Puget sul fiume Durance: risalgono al 1981 gli impianti dei vigneti orientati in modo da prendere al meglio l’aria che spira dai contrafforti nord del massiccio montuoso, per ventilare le calde estati provenzali. Sviluppato su 54 ettari di vigneti e uliveti, con una produzione vinicola di 250.000 bottiglie all’anno totalmente bio dal 2013, il Domaine propone tre diverse linee di etichette, organizza tutto l’anno master class di degustazioni per conoscere e apprezzare meglio i vini, visite ai vigneti e alla cantina e dispone anche di una boutique di vendita disegnata dalla mano di un architetto. Tutti i prodotti sono disponibili anche sul sito internet, in vendita per corrispondenza.
Info: www.luberoncoeurdeprovence.com, www.france.fr
Testo/Leonardo Felician – Foto/Google Immagini e Leonardo Felician