Chi non vorrebbe vivere nella città con la migliore qualità di vita al mondo, vale a dire dove si può trascorrere un’esistenza tranquilli e sereni, con tutte le cose che funzionano e in santa pace ? Ma, ammesso che esista, dove si trova un tale luogo ? E poi in base a quali criteri oggettivi possiamo affermare trattarsi della migliore qualità di vita? A queste domande risponde ogni anno il prestigioso quotidiano economico inglese The Economist, il quale stila la classifica mondiale delle città più vivibili sulla base di una trentina di parametri quali il tasso locale di criminalità, i trasporti, l’accesso all’educazione ed alla sanità, la gestione dei rifiuti, la stabilità economica e politica, il clima sociale, il costo della vita, le possibilità occupazionali, ecc. Se qualcuno pensa che un simile paradiso terrestre si trovi nel civile vecchio continente, si sbaglia di grosso.
La classifica per il 2018, compilata esaminando 140 metropoli in tutti i continenti, risulta per le prime dieci la seguente: 1) Vienna; 2) Melbourne; 3) Osaka; 4) Calgary; 5) Sydney; 6) Vancouver; 7) Tokyo; 8) Toronto; 9) Copenaghen e 10) Adelaide. Dunque in testa con tre località ciascuna Australia e Canada, due il Giappone e ancora soltanto due in Europa. Le sorprese e le variazioni, rispetto alle classifiche precedenti, non sono poche. Innanzi tutto è la prima volta per una capitale europea occupare la prima posizione, scalzando Melbourne che aveva mantenuto la testa ininterrottamente per sette anni, ed ora comunque saldamente al secondo posto. Sorprende poi di non trovare nella top ten nessuna città Usa. Anche per il vecchio continente non va un gran che bene: Londra si trova infatti soltanto al 13° posto, mentre Helsinki ed Amburgo – nel 2017 rispettivamente 9° e 10°, ora sono sparite dal vertice; Manchester invece risulta quella con la miglior performance rispetto allo scorso anno, passata dal 51° al 35° posto, con una scalata di ben sedici posizioni. Negli ultimi cinque anni hanno registrato una buona risalita anche Abidjan (Costa d’Avorio), Hanoi (Vietnam) e Belgrado (Serbia).
Le ultime posizioni invece, cioè le città con le peggiori condizioni di vita, vengono occupate da Damasco in Siria, e non occorre spiegare perché, preceduta da Dhaka in Bangladesh, Lagos (Nigeria), Karaci (Pakistan), Tripoli (Libia), Algeri (Algeria) e Dakar (Senegal). Insomma Africa maglia nera, tanto per cambiare. Ma non va tanto bene neppure per l’Italia, con Milano al 46° posto (nel 1917 era al 43°) e Roma al 55°, dopo Budapest, Dublino e Lisbona. Altre considerazioni generali: se escludiamo il Giappone, in genere tendono ad occupare buone posizioni le città con un relativo basso numero di abitanti rispetto alle grandi metropoli, dotate di parecchie attività ricreative. Le grandi capitali finanziarie finiscono invece per essere escluse in quanto vittime del loro stesso successo, in quanto tendono a presentare un’elevata criminalità e scarse infrastrutture. Se decidete di cambiare città, tenetene conto.
Secondo un’altra recente graduatoria relativa però soltanto all’Italia, la città migliore per vivere sarebbe Bologna, seguita da Milano, Torino, Mantova, Parma, Trento, Brescia, Reggio Emilia, Roma e Firenze, con nessuna località del Sud tra le prime venti. In testa con tre località ciascuna Lombardia ed Emilia-Romagna.
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