Ci sono voluti ben dieci anni di iter burocratico piuttosto complicato, infarcito di relazioni di specialisti, traduzioni, planimetrie, fotografie, grafici e quant’altro, ma alla fine ci sono riusciti: le colline di Conegliano Veneto e di Valdobbiadene, nell’alta provincia di Treviso al confine tra Veneto e Friuli-Venezia Giulia, area famosa per la produzione del Prosecco, uno dei vini più affermato in Italia e più esportato nel mondo, sono state finalmente riconosciute dall’Unesco come patrimonio dell’umanità. Ciò è avvenuto nelle scorse settimane, durante la 43° sessione di questo organismo, svoltasi a Buku in Azerbaijan, dopo che nella precedente sessione non era stata approvata per una manciata di voti mancanti. A riprova del fatto di come trattasi di un riconoscimento assai ambito, ma al tempo stesso anche difficile da conseguire.
Attenzione, chiariamo subito a scanso di equivoci: il titolo è andato non al vino, per quanto celebre ed anche economicamente importante – tanto da poter competere nel mondo con lo champagne francese – bensì alle colline che lo producono, una ristretta striscia di 30 km ad una altitudine media di 150 – 350 m, compresa nei territori di ben 15 diversi comuni. Si tratta del risultato di un lungo e paziente lavoro di interazione tra l’habitat naturale delle colline, con l’atavica fatica dell’uomo, capace di adattare una complessa morfologia non propriamente idonea, con pareti precipiti e forti pendenze, alla miglior produzione possibile, quella dell’uva, eseguita da sempre interamente a mano. Arrivando ad ottenere un vero mosaico di piccoli vigneti, stupendi anche dal punto di vista estetico, alternati a romantici boschetti, in grado di coprire ogni angolo del territorio, grazie all’unicità del terreno alluvionale ricco di minerali, unito al clima con la giusta insolazione.
Il Prosecco si ottiene esclusivamente rispettando un rigido capitolato, che prevede l’impiego all’85 % di uve locali Glera, mischiate per il restante ai tre vitigni autoctoni di Verdiso, Bianchetta e Perera, oppure a Pinot e Chardonnay, il tutto ovviamente prodotto nel territorio compreso tra Vittorio Veneto e Valdobbiadene, unico autorizzato ad utilizzare il nome di Prosecco. Questo vino si può realizzare in tre diverse versioni: tranquillo (cioè non effervescente), frizzante (con moderata effervescenza) ed infine spumante, quello tutto bollicine, il più noto ed anche quello prodotto in maggiore quantità. Complessivamente si tratta di un totale di oltre 700 aziende e cantine tra grandi e piccole, di cui 170 riunite nel Consorzio Tutela Vino Conegliano e Valdobbiadene Prosecco, capaci di produrre in totale 453 milioni di bottiglie ogni anno – la maggior parte delle quali esportate all’estero come espressione del buon bere made in Italy – ripartite in 365 milioni di bottiglie di Prosecco Doc, 87 di Docg ed appena 1,3 di Cartizze superiore, con una superficie dedicata di circa 30 mila ettari, terreni ricercatissimi e con prezzi alle stelle, anche superiori al milione di euro per ettaro.
In questo territorio bucolico si snoda per ben 120 km una delle più antiche Strade Italiane del Vino, dedicata ovviamente al Prosecco. Percorrerla, oltre a scoprire un habitat unico e peculiare, permetterà di assaggiare – e di acquistare – ottimi vini al giusto prezzo, ma anche altri prodotti agricoli caserecci come salumi, formaggi, miele e ben altro. Lungo questo percorso le soste possono essere infinite; noi vogliamo suggerirvene almeno due, decisamente meritevoli. Il Mulinetto della Croda a Refrontolo costituisce un vero gioiello turistico: un mulino ad acqua del 1600 piazzato su uno svettante sperone di roccia, con annessa cascata del torrente Lienza a muovere gli ingranaggi; attivo fino al 1953, ora è stato ripristinato per macinare mais, da fare polenta. La si può acquistare in loco assieme al raro e famoso passito Docg di Refrondolo, vino storico citato perfino da Mozart nel Don Giovanni.
Altra chicca e curiosità enogastronomica: non lontano dall’agriturismo Prime Gemme e dall’annesso maneggio, si trova un vecchio casolare tra i filari del miglior Cartizze, noto con il nome di Osteria senz’oste – di nome e di fatto – dove si mangia e si beve servendosi da soli, per poi pagare quanto si ritiene giusto spendere, facendo in questo caso davvero i conti senza l’oste. Lungo la Strada del Prosecco non ci si annoia, e non si muore di fame o di sete.
Assieme alle colline del Prosecco, la sessione di Baku ha fatto entrare nella lista dei siti Unesco altre 28 località, tra le quali il santuario degli uccelli migratori sulla costa del Mar Giallo in Cina, le foreste miste ircane in Iran, le terre ed i mari australi francesi nell’oceano Indiano, il paesaggio di Paraty e l’lha Grande in Brasile, il parco islandese Vatnajokull. E poi le acque di Augusta in Germania, il palazzo di Mafra in Portogallo, il paesaggio di Risco Caido e delle montagne sacre a Gran Canaria, le rovine di Liangzhu in Cina, la città di Jaipur in India, le miniere di carbone di Omblin a Sawahlunto in Indonesia, i tumuli di Mozu-Furuichi in Giappone, la Piana delle Giare a Xiangkhloang in Laos, i siti metallurgici del Burkina Faso e le rovine di Babilonia in Iraq. Infine le tombe della cultura Dilmun in Barhain, il sito aborigeno di Budj Bim in Australia, il complesso di templi medievali di Bagan in Myanmar, le accademie neoconfuciane di Seovon in Coeea, le iscrizioni rupestri di Asinai’pi in Canada, la regione mineraria di Erzebirge/Krusnohori tra Cechia e Germania, il paesaggio dell’allevamento di cavalli a Kladruby nel Ladem in Cechia e il complesso minerario preistorico di Krzemionki in Polonia.
Dopo la riunione di Buku, la classifica dei siti Unesco varia sensibilmente, arrivando ad un numero totale di 1.121 località protette, in 167 nazioni diverse. L’Italia mantiene ancora il primato in testa con 55 siti, ma per la prima volta viene affiancata dalla Cina, seguita da Spagna (48), Germania (46) e Francia (45). Il meglio del mondo si trova cioè concentrato nel vecchio continente, ma l’Italia – date le enormi dimensioni della Cina (grande ben 32 volte l’Italia), deve abituarsi all’idea di perdere in futuro tale primato.
Info: Consorzio Tutela Vino Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG – www.prosecco.it – info@prosecco.it – tel. 0438 83 028 –
Strada del Prosecco: info@coneglianbovaldobbiadene.it – tel. 0423 97 40 19 –www.coneglianovaldobbiadenbe.it – www.prosecco.it/it/territorio/unesco/ –
Unesco Italia: www.unesco.it/it/Contatti – comm.unesco@esteri.it – tel. 06 68 73 713 –
Testo/Giulio Badini – Foto/Google Immagini