Vivere la propria storia è un sicuro mezzo per garantire autenticità alle esperienze di un turismo sempre più artificiale e massificato: la scoperta o riscoperta di terre incognite a volte è in mezzo a noi, ai nostri quartieri e perfino alle nostre case. In questo i francesi sono maestri, capaci di mettere in luce e valorizzare ciò che la storia e l’arte ha creato nei secoli sul proprio territorio. Terza città di Francia, dal respiro internazionale, importante nodo di comunicazioni e centro industriale, Lione si è trasformata nel XXI secolo in un’importante destinazione artistica e culturale e ha effettuato questa trasformazione ripartendo dalla propria storia e senza per questo sacrificare o cancellare le attività economiche che ne hanno sostenuto la crescita nel XIX e XX secolo. Capoluogo della vasta regione centro-meridionale francese dell’Alvernia-Rodano-Alpi, la città transalpina rappresenta un polo di sviluppo a livello europeo, favorito dalla sua posizione centrale e dalle ottime comunicazioni stradali, ferroviarie e aeree. Lunga è la sua tradizione di iniziative economiche e tecnologiche che affonda nella storia: nel Rinascimento era un grande centro bancario ed editoriale, poi è diventata famosa per l’ingegneria meccanica e ferroviaria: una delle più antiche ferrovie d’Europa la collegò infatti già nel 1832 alla vicina Saint-Étienne. In epoca più moderna qui si è sviluppata la ricerca scientifica, soprattutto in medicina, fisica, virologia, con un gran numero di istituzioni e scuole superiori a livello universitario: tutti i settori industriali sono comunque ben rappresentati, con eccellenze di reputazione internazionale nell’industria meccanica, tessile, chimica, farmaceutica e della salute.
Il Rodano e la Saona che confluiscono poco a sud del centro cittadino hanno determinato la storia e la fortuna di Lione. Il sito era originariamente un insediamento celtico sulla collina di Fourvière sulla riva destra della Saona, che è anche uno dei punti panoramici più spettacolari sulla città, in particolar modo dalla cattedrale di Notre Dame che domina la collina e dalla torre metallica di Fourvière, il punto più alto della città. La colonia romana fu fondata nel 43 a.C. da un luogotenente di Giulio Cesare con il nome di Lugdunum, ossia “fortezza del dio Lugus”, la suprema divinità dei Galli. La posizione cruciale all’incrocio delle grandi direttrici romane da est verso ovest e da nord verso sud resero fiorente la colonia che diede i natali a due noti imperatori romani, Claudio e Caracalla.
Il maggior impulso e sviluppo economico della città avvenne alla fine del Medio Evo con l’arrivo dei banchieri fiorentini e di mercanti attirati dalle franchigie regie e dalle fiere che vi si tenevano quattro volte l’anno: ciò permise in particolare lo sviluppo di una fiorente industria e del commercio della seta. Di quest’epoca restano numerosi edifici di stile rinascimentale che testimoniano la ricchezza all’epoca della città. Nella Vieux Lyon non si può mancare di visitare la cattedrale di St. Jean, il cui impianto è di stile romanico lombardo, ma qui si trova anche il teatro romano e il museo della civiltà Gallo-Romana.
Il Rodano e la Saona sono attraversati da numerosi ponti e passerelle; alla loro confluenza sorge il quartiere della Presqu’île, oggi vero centro cittadino che si prolunga verso la confluenza dei due fiumi. Qui si trova Place Bellecour, una delle più vaste di tutta la Francia, con al centro una statua di Luigi XIV e un po’ più indietro una statua di Antoine de Saint Exupéry, cui è dedicato anche l’aeroporto della città, accompagnato dal suo celebre Piccolo Principe. Su questa piazza si affaccia l’Ufficio del Turismo e da qui si dipartono in due direzioni opposte le vie principali pedonali. Da una parte, verso nord, rue de la République porta all’Hôtel de Ville, allo spettacolare Museo di Belle Arti da non perdere assolutamente per chi si interessa alla pittura e alla scultura e all’Opéra Nouvel, la storica sala ridisegnata negli anni Ottanta dall’archistar francese Jean Nouvel, dedicata all’arte lirica e alla danza con opere, balletti, concerti underground e atelier scoperta; dall’altra parte, verso sud, rue Victor Hugo è la via dello shopping elegante con tutti i tipi di negozi e con le marche più famose.
Il centro storico della vecchia Lione consta di 500 ettari iscritti nel Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’UNESCO dal 1998 per riconoscere il valore del più grande quartiere rinascimentale in Europa. Edifici antichi, rimessi a posto e tuttora abitati, si affacciano su un dedalo di piazzette e viuzze, a volte strettissime e spesso coperte, con passaggi segreti scarsamente visibili e ingressi nascosti che bisogna conoscere: sono i celebri traboules, passaggi pedonali spesso celati da anonime porte sulla strada che attraversano corti private di edifici e permettono il transito diretto da una via cittadina all’altra, secondo percorsi alternativi più brevi prescindendo dalla topologia viaria del centro. Alcuni comportano la presenza di scale che connettono strade separate da un dislivello, quasi tutti attraversano proprietà private, ma ciononostante una quarantina di essi sono liberamente attraversabili, aperti al pubblico e visitabili grazie a un accordo tra i proprietari e la municipalità che si fa carico di parte delle spese di gestione. Oggi sono frequentati dai locali, ma sono divenuti anche un’attrazione turistica: i traboules hanno avuto un ruolo importante nella rivolta dei Canuts, la sollevazione dei tessitori della seta che infiammò Lione nel 1831, ma furono utilizzati anche dai partigiani della Resistenza francese durante l’occupazione tedesca della Francia nella seconda guerra, mondiale perché permettevano di far perdere più facilmente le tracce e scomparire agli occhi delle forze naziste.
A partire dal 1960 come in quasi tutte le città d’Europa crebbe grandemente il numero degli abitanti e furono costruiti perciò nuovi quartieri residenziali in periferia: la modernizzazione venne attuata con grandi lavori urbanistici come la costruzione di un quartiere d’affari a La Part-Dieu, oggi secondo in Francia dopo la Defense parigina, il tunnel che oltrepassa la collina di Fourvière e la costruzione della metropolitana inaugurata nel 1978 che collega velocemente le varie parti della città. Se per chi ha interessi culturali la visita di Lione offre numerosi edifici, monumenti e punti di interesse, non mancano però le aree di svago e i polmoni verdi come il Parc de la Tête d’Or affacciato su un piccolo lago in un’ansa del Rodano. Per quanto riguarda i musei non c’è che l’imbarazzo della scelta: oltre al già citato Museo di Belle Arti e al Museo di Arte Contemporanea, il Museo Africano, il più antico in Francia, il Centro di Storia della Resistenza e della Deportazione, il Museo delle Confluenze che riguarda antropologia, scienze naturali e scienze della terra, il Museo di Storia della Medicina e della Farmacia di Lione, il Museo dei Tessuti e delle Arti Decorative, il Museo della Stampa e della Comunicazione Grafica, il Museo Internazionale della Miniatura, il Museo dei Pompieri, il Museo di Storia di Lione, il Museo della Marionetta, e il Museo Urbano Tony Garnier dedicato all’urbanesimo. Particolarmente interessanti e accattivanti sono due musei che realizzano un gemellaggio ideale con la non lontana città di Torino, che dista poco più di 200 km dove sono trattati gli stessi temi: sono l’Istituto Lumière, il museo che illustra la storia del cinema perché proprio a Lione i fratelli Lumière inventarono la settima musa nel 1895, nonché il Museo dell’Automobile Henri Malartre.
In pieno centro sul lungo fiume, a pochi passi dal Grand Hôtel-Dieu, un ex ospedale classificato monumento storico che ha ritrovato una seconda giovinezza e una nuova vocazione per entrare nella storia del XXI secolo coniugando moda, design, gusto e benessere, un palazzo dall’aplomb parigino ospita l’Hotel Boscolo Lyon, un cinque stelle che coniuga il lusso italiano con l’eleganza francese. Le camere, junior suite e suite sono spaziose, da 30 a 55 metri quadrati, arredate con cura, luminose e ben insonorizzate. L’albergo è dotato anche di una bella Spa e di quattro sale adatte a riunioni ed eventi. Lo chef Pasquale Lanzilotti con la sua brigata di cucina italiana preparano piatti saporiti e accostamenti innovativi, con un occhio di attenzione anche per i vegetariani e i vegani. Il ristorante ha preso il nome di famiglia, Angelo, e la cucina si basa su prodotti freschi, tanta pasta e olio d’oliva italiano. Nella spaziosa e tranquilla sala del ristorante al piano terra si serve al mattino anche una sontuosa prima colazione.
Info:it.france.fr
www.lyon-france.com
boscolocollection.com/lyon/
Testo/Leonardo Felician – Foto/Cynthia Beccari