Se ogni città di pregio può vantare un suo simbolo peculiare, grazie al quale è conosciuta al di là dei propri confini, Praga ne ha addirittura due: il primo è il Ponte Carlo che unisce la Città Vecchia al Quartiere Piccolo (Mala Strana) che conduce alla Cattedrale ed al Castello. Il secondo naturalmente è l’Orologio Astronomico, o Starometstsky Orloj, “l’Orologio della Città Vecchia”. Montato sul lato sud del Municipio di fronte alla piazza, è uno degli orologi astronomici più antichi al mondo e sicuramente il più conosciuto e fotografato da migliaia di turisti ogni giorno, che, soprattutto allo scoccare dell’ora quando si animano le sue statue, si affollano sotto di esse per una serie di immagini indimenticabili. Come spesso capita nella capitale Ceca, anche la sua storia è colma di leggende e di una storia complessa che ha visto numerosi interventi, come quello seguito al bombardamento delle autoblinde tedesche avvenuto l’ultimo giorno di guerra, ed un totale restauro terminato solo nel 2018, per riportarlo alla bellezza luminosa di un tempo.
Il meccanismo è composto da tre elementi: il quadrante astronomico, quello principale nonché la parte più antica, sul quale sono rappresentate varie informazioni astronomiche, le posizioni in cielo del sole e della luna, oltre che naturalmente l’ora; il quadrante inferiore, molto più moderno, composto dai medaglioni che raffigurano i 12 mesi dell’anno ed infine il cosiddetto “Corteo degli Apostoli”, la serie di meccanismi che mettono in movimento le statue. Il quadrante astronomico, vero capolavoro di ingegneria medievale (si calcola che i denti degli ingranaggi che servono al suo movimento siano circa 360 milioni), venne costruito nel 1410 dal maestro d’orologeria Nikolas Zu Kadan con l’aiuto di Jan Sindel, professore di matematica ed astronomia all’Università di Praga. Il quadrante del calendario e le sculture gotiche che decorano la facciata, con le immagini dei basilischi e degli angeli combattenti furono aggiunte nel 1490 e, quando il meccanismo venne riparato nel 1552, nacque una delle leggende.
Si diceva infatti che l’orologio fosse stato costruito nel 1490 dall’orologiaio Hanus zu Ruze, perso il ricordo dei veri costruttori; vista la magnificenza dell’opera i maggiorenti della città non volevano che egli la potesse replicare altrove ed allora lo accecarono; Hanus si vendicò fermando l’orologio, che riprese a camminare solo quando gli permisero di riprendere il suo lavoro. Da allora ogni guasto dell’orologio astronomico viene preso come un cattivo segno per la città di Praga. La lettura del quadrante astronomico risulta estremamente complessa se non si sa come leggerlo; con alcune informazioni diventa però più chiara e fuori dal comprensibile rimane solo la sua perfezione. La forma è quella di un astrolabio, lo strumento medievale per determinare la posizione delle stelle. Il cerchio azzurro sullo sfondo rappresenta la Terra, attorno alla quale si muovono le stelle, così come nella concezione scientifica dell’epoca. Sempre sullo sfondo vi è una zona colorata di blu (giorno – aurora), rosso (alba – ortus e tramonto – occasus) e nera (notte – crepusculum). Ai bordi i numeri romani che mostrano l’ora di Praga (uguale alla nostra), mentre le linee curve dorate indicano le ore in dodicesimi dall’alba al tramonto (“ore planetarie”) che cambiano con le stagioni, così come venivano conteggiate anticamente. Su questo sfondo si muovono un anello zodiacale interno, uno esterno con le ore, una lancetta con il simbolo del sole ed una con quello della luna.
Il primo anello mobile contiene i 12 simboli dello zodiaco, ed indica anche la posizione del sole sull’eclittica, la posizione dell’equinozio di primavera ed il tempo siderale. L’anello esterno indica l’antica ora boema, misurata a partire dal tramonto. Le lancette del sole e della luna indicano le ore, la posizione del sole e le fasi lunari. Un meccanismo da far girare la testa, soprattutto se pensiamo che la sua realizzazione è di oltre 6 secoli fa. La scena che attira maggiormente i visitatori è quella delle statue che si animano allo scoccare di ogni ora. Le quattro figure mobili che fiancheggiano l’orologio astronomico sono seicentesche e rappresentano i vizi capitali, o le virtù negative del medioevo: lo scheletro simboleggia la Morte, il turco la Lussuria, l’uomo con lo specchio in mano la Vanità ed il viandante con la borsa ovviamente l’Avarizia (prima della Seconda Guerra Mondiale la figura era quella di un usuraio ebreo, poi giustamente sostituita). Quando scocca l’ora, comincia la magia: lo scheletro tira la fune che suona la campana e capovolge la clessidra che ha nella mano sinistra, gli altri tre personaggi fanno di no con la testa ed esce il corteo con i dodici apostoli (del 1865) che a coppie si inchinano alla folla. Alla fine dello spettacolo il gallo dorato posto in cima canta l’ora suonata; il primo del mattino è il canto grazie al quale vengono scacciati i fantasmi della notte di Praga.
Il calendario posto al di sotto dell’orologio astronomico è un’aggiunta del 1870 che rappresenta dodici scene di vita rurale corrispondenti ai mesi dell’anno; le quattro figure ai lati, stavolta fisse al loro posto, rappresentano delle virtù: la filosofia, l’astronomia, la teologia e la matematica. Finito lo spettacolo del cambio dell’ora, è sicuramente consigliabile salire sulla torre dell’orologio per godere di una vista magnifica del centro della città vecchia dall’alto, molto suggestiva.
Una curiosità per ragazzi e cinefili: l’orologio è stato usato come modello per disegnare la torre dell’orologio nel film Harry Potter e il prigioniero di Azkaban; d’altronde si sa, Praga è una città magica. Al termine della visita vale sicuramente la pena perdersi nelle intricate stradine medievali della città vecchia, alla ricerca di angoli suggestivi ed oggetti ricordo; dopo tutte queste fatiche avrete poi la scusa per infilarvi in uno dei meravigliosi ristoranti di Praga per degustare dell’ottimo goulasch oppure le salsicce o la “spada di Carlo”, uno spettacolare spiedone di carne mista con verdure e patate; il tutto ovviamente innaffiato dall’eccezionale birra boema.
INFO: info-it@czechtourism.com,
www.turismoceco.it,
www.czechtourism.com
Testo/foto: Paolo Ponga