Si trova in California. E’ una città gigantesca, estesa come un’intera regione italiana, seconda per popolazione solo a New York in tutti gli Stati Uniti. E’ un mito conosciuto in tutto il mondo: si chiama Los Angeles.
Los Angeles è una città cosmopolita, dalle mille sfaccettature, centro culturale di primaria importanza che fa tendenza nel mondo, in grado di unire la vivacità della sua scena culturale contemporanea a un panorama museale ricco e variegato che riflette la sua complessità e diversità abbracciando una vasta gamma di interessi e spaziando dalle arti visive alla storia naturale, dall’innovazione tecnologica al cinema, fino alla cultura delle comunità locali. I musei della città non sono semplici spazi espositivi ma veri e propri centri di narrazione pensati per raccontare storie locali e globali attraverso arte, scienza, storia e innovazione. Un nome spicca su tutti, quello di J. Paul Getty, petroliere miliardario morto nel 1976 che ha lasciato la sua straordinaria collezione d’arte a una Fondazione che qui ne perpetua la memoria con due straordinarie sedi, tra l’altro entrambe a visita gratuita su prenotazione.
Getty Center: arte e panorami spettacolari
Il Getty Center, situato in alto con vista panoramica sulla città, non è solo uno spazio espositivo ma un capolavoro architettonico in sé, che ospita una collezione internazionale d’arte che lo colloca tra i più grandi musei americani, l’unico a ovest di Chicago che può competere con i grandi musei della costa orientale (New York, Washington, Philadelphia, Boston, Baltimora).
Sulle colline di Brentwood, il Getty Center offre una combinazione unica di arte e architettura immersa nella natura di giardini geometrici e luminosi. Il complesso, progettato da Richard Meier, ospita una ricca collezione che include dipinti di autori americani ed europei, sculture e fotografie, con capolavori di artisti come Van Gogh e Monet presentati in sale espositive offrono un’esperienza immersiva che va oltre la semplice visione delle opere. I giardini curati, insieme alla vista mozzafiato sulla città, rendono il Getty una meta affascinante anche per chi non è propriamente appassionato d’arte. Il museo, com’è tradizione a Los Angeles e in molti musei americani, non è affatto un’istituzione statica, ma uno spazio vivo che si evolve costantemente con l’organizzazione regolare di mostre temporanee, performance, conferenze, momenti di studio e workshop che lo trasforma in centro di dialogo e sperimentazione culturale.
Getty Villa: un tuffo nell’antichità
Bisogna programmare un po’ di tempo per lo spostamento per raggiungere la costa del Pacifico vicino alla località di Malibu, in realtà uno dei tanti sobborghi di Los Angeles, ma ne vale assolutamente la pena, non tanto per la spiaggia, quanto per visitare la Getty Villa su una collina subito a ridosso dell’oceano. E’ una tappa da non mancare che completa l’esperienza del Getty Center, concentrandosi interamente sull’arte e la cultura del mondo classico con 44.000 opere, di arte antica, principalmente etrusca, greca e romana, che coprono un lungo periodo che parte dal 6500 a.C. fino al 440 d.C.
L’edificio che compie ora il suo cinquantenario è ispirato alla Villa dei Papiri di Ercolano e ad altre antiche ville romane. Gli ambienti sono ricostruiti alla perfezione e il fascino è dato anche dall’ambientazione in mezzo al verde. La sua visita è un affascinante viaggio immersivo attraverso le civiltà del Mediterraneo in un’ambientazione che evoca le radici storiche dell’architettura classica. Sono esposti soltanto i pezzi di maggior valore storico e artistico, naturalmente, ma sono in grado di colpire anche chi conosce bene queste espressioni artistiche per averle ammirate nei musei italiani ed europei.
Un ecosistema culturale dinamico
Situato lungo il Museum Row, il Los Angeles County Museum of Art, affettuosamente qui noto come LACMA, si trova vicino al pittoresco Farmer’s Market in centro città, ammesso che per un agglomerato enorme come Los Angeles costituito da molte diverse municipalità diverse, si possa parlare di un vero e proprio centro. Il LACMA è un caleidoscopio culturale con oltre 150.000 opere che coprono un arco temporale di millenni. Si viene accolti all’ingresso da un’opera di grande effetto, diventata un’icona della città: la famosa Urban Light installation, opera del 2008 di Chris Burden che consiste in una quantità di lampioni stradali degli anni ’20 e ’30 restaurati. La vastissima raccolta di opere del LACMA spazia dalla grande arte europea nei secoli all’arte contemporanea americana, dalle collezioni dedicate all’arte latino-americana a quelle dei nativi americani: il museo racconta così in maniera molto inclusiva le molteplici identità della California e degli Stati Uniti.
Al momento è in corso di svolgimento un ampio progetto di rinnovamento che include la costruzione di nuovi spazi espositivi, consolidando il suo ruolo centrale nella scena culturale della città: l’ampliamento e la ristrutturazione edilizia in atto limita molto la quantità di padiglioni visitabili e di opere d’arte esposte. Comunque, visitare il LACMA significa non soltanto ammirare opere d’arte o reperti storici, ma immergersi in una narrazione complessa, comprendere le stratificazioni di una città e di uno stato che è sintesi di culture, storie e visioni differenti. Non lontano in un’altra costruzione degna di nota, The Broad è un museo gratuito dedicato all’arte contemporanea che ospita opere di artisti di fama mondiale come Kusama, Koons e Basquiat. Il design avveniristico dell’edificio attira appassionati d’arte e curiosi da tutto il mondo.
L’Hammer Museum: contemporaneità e ricerca
Nel quartiere di Westwood Village, legato all’Università della California a Los Angeles (UCLA), a pochi passi dal Palihotel, un simpatico alberghetto in un edificio del 1939, l’Hammer Museum combina una collezione permanente di rilievo con un’attenzione particolare per l’arte contemporanea, la ricerca culturale e le questioni sociali. I suoi spazi ospitano mostre che esplorano le tendenze artistiche più attuali, con una particolare attenzione ad artisti emergenti, a pratiche creative innovative e un occhio alla sostenibilità nel campo delle coltivazioni e anche in campo alimentare, con il Lulu Restaurant in un ambiente molto verde e informale. Le iniziative del museo Hammer, che prende il nome dal lascito di un ricco benefattore, vanno oltre le semplici esposizioni, a volte audaci su temi controversi di attualità: si propongono come luogo di dialogo, dibattito e sperimentazione culturale dove storia, arte e innovazione si incontrano costantemente anche con conferenze, dibattiti e proiezioni. Nella sala dedicata alla collezione permanente del lascito Hammer sono raccolti pochi dipinti di grande impatto di maestri come Rembrandt e Van Gogh e una delle opere più ammirate del pittore americano John Singer-Sargent.
C’è anche la settima musa
Ma una visita di Los Angeles non sarebbe completa senza rendere omaggio alla settima musa, il cinema, che proprio qui è di casa: Hollywood, infatti, è forse il quartieri più noti della città, insieme a Beverly Hills, il quartiere in cui si trova la maggior parte delle ville esclusive dei personaggi del mondo dello spettacolo, i negozi più di moda su Rodeo Drive, gli iconici hotel a cinque stelle come The Maybourne Beverly Hills, le residenze più lussuose come l’AKA Beverly Hills. Sul famosissimo Hollywood Boulevard nel 1958 fu creata la Hollywood Walk of Fame per rendere omaggio ai più famosi artisti dell’industria del cinema. Oggi questa è una delle più famose attrazioni della città, vicino allo storico Chinese Theater. Dopo il 1995 sono state realizzate alcune nuove strutture come il Dolby Theatre, terminato nel 2001, che ospita ogni anno la mitica cerimonia per l’assegnazione dei Premi Oscar. Chi vuole alloggiare in zona, sul lungo Sunset Boulvard trova l’Andaz West Hollywood che ha avuto una parte importante nella storia del rock avendo ospitato gruppi come i Led Zeppelin e i Rolling Stones.
Tuttavia, naturalmente una visita di Los Angeles non sarebbe completa senza aver visto gli Studios, che attraggono turisti da tutto il mondo. Dopo aver passeggiato sulle stelle della Walk of Fame bastano 5 minuti in macchina in direzione del centro per raggiungere la vasta area dove sorge il complesso di Paramount Pictures, che è pienamente operativo nei numerosi grandi capannoni contrassegnati con il numero dello studio di produzione. I visitatori possono fare però un interessante Paramount Studio Tour che normalmente dura un paio d’ore e offre un’esperienza immersiva nel mondo della produzione cinematografica, consentendo di esplorare set di film iconici, scenografie e aree di produzione storiche. Durante il tour guide esperte raccontano aneddoti e curiosità su film e serie TV prodotti dalla Paramount e accompagnano i visitatori tra teatri di posa, backstage tematici e spazi esclusivi che mostrano l’evoluzione dell’industria cinematografica hollywoodiana.
Il tour nei vasti spazi della Paramount Pictures è piacevole sia per quanto di vede, sia per i numerosi aneddoti sulla storia del cinema che si è sviluppata in questa sede. Le 22 stelle che circondano il logo Paramount, ad esempio, rappresentano i 22 attori famosi che inizialmente erano sotto contratto. Nel campus si vedono anche le abitazioni assegnate durante il periodo di produzione ad attori e registi famosi come Alfred Hitchkock, la panchina di Forrest Gump e tante altre icone di premiati da Oscar che tutti conoscono.
Universal Studios: tra set di film e attrazioni a tema
A dieci minuti in macchina da Hollywood Boulevard, ma in direzione opposta, cioè verso le colline retrostanti Los Angeles si visitano invece gli Universal Studios, un complesso che combina un parco a tema e un altro dei più celebri studi cinematografici. Fondato nel 1915, anche questo sito è noto per aver ospitato la produzione di film iconici e per offrire ai visitatori un’esperienza immersiva nel mondo del cinema e della televisione. Un punto di forza è anche in questo caso lo Studio Tour, un viaggio dietro le quinte che consente di visitare set originali, come quello di Psycho e War of the Worlds, e di assistere a effetti speciali in azione. Quest’anno lo Studio Tour degli Universal Studios ha festeggiato i 60 anni di attività, avendo aperto al pubblico nel 1964 per offrire al pubblico, tra cui un giovanissimo ed entusiasta Steven Spielberg, un’esperienza unica che permetteva ai visitatori di osservare da vicino i “trucchi del mestiere” della produzione cinematografica e televisiva. Inizialmente basato sull’uso di piccoli tram, il tour negli anni è diventato un’icona del parco tematico e ha subito continui aggiornamenti.
A differenza di Paramount, questo però è anche un parco di divertimenti con attrazioni suddivise in diverse aree tematiche ispirate a produzioni famose, tra cui Harry Potter, Jurassic World e The Simpsons. Per questo, val la pena di programmare una giornata di visita intera per gli Universal Studios, evitare se possibile le giornate festive e arrivare presto al mattino quando l’affollamento è minore. Attrazioni come il Wizarding World of Harry Potter, la ricostruzione di un intero villaggio con case, negozi, locande, permettono di divertirsi esplorando set molto dettagliati, mentre le numerose montagne russe, come il Jurassic World Ride, combinano tecnologia avanzata e tanta adrenalina. Per una pausa nell’esplorazione delle numerose attrazioni, che a volte possono richiedere tempi lunghi in coda, evitabili però con l’acquisto degli Express Tickets assolutamente da raccomandare, la gastronomia all’interno del parco propone una grande varietà di ristoranti a tema, mentre negozi di vendono articoli legati ai film, souvenir, giocattoli e abbigliamento.
Sistema di trasporti di Los Angeles
Muoversi a Los Angeles non è semplicissimo, tenuto conto che la contea supera i 10 milioni di abitanti e che l’automobile è il messo di locomozione più usato. Le Freeways, immense autostrade da 3 a 6 corsie sfrecciano in tutte le direzioni anche nel cuore della città, ma le code sono frequenti soprattutto nelle ore di punta e il costo del parcheggio dell’auto è dovunque molto elevato. Solo pochi indirizzi offrono il parcheggio gratuito, come Inn at Playa del Rey, un comodo alberghetto familiare e curato a poca distanza dall’aeroporto internazionale LAX. Ciò nonostante le enormi distanze, Los Angeles è una città in cui si può girare anche senza macchina. Se non si ha una macchina a noleggio bisogna armarsi di pazienza e utilizzare i servizi di ride sharing, i più costosi taxi tradizionali o gli incredibili taxi senza conducente di Wajmo, a guida completamente autonoma.
Un’alternativa è muoversi con i servizi pubblici dell’estesa e complessa rete della contea, operata da più società indipendenti. La principale si chiama LA Metro, con sede in un bell’edificio Art déco di ventitré piani adiacente alla Union Station ferroviaria, gestisce linee di metropolitana e autobus con un’unica tessera, ricaricabile, chiamata Tap card. Sorprendentemente, per un Paese costoso come gli Stati Uniti, le tariffe sono convenientissime e anche più economiche di quelle di molte città italiane. Inoltre è stato introdotto un comodo sistema di plafonamento della spesa, che non fa pagare più di cinque dollari al giorno oppure 18 dollari per settimana, senza la necessità di acquistare prima un abbonamento. Le linee metropolitane MetroRail sono sei e servono 101 stazioni: tra queste la linea di metropolitana più lunga al mondo con un percorso di circa cinquanta miglia. La spina dorsale della circolazione sono poi le tante linee di autobus, tutte accessibili anche ai portatori di handicap: il MetroBus System permette di raggiungere senza difficoltà ogni punto della città.
Info:
www.discoverlosangeles.com
www.visitcalifornia.com/places-to-visit/los-angeles/
www.visitlosangeles.la
Testo/Leonardo Felician – Foto/Cynthia Beccari