Villa Cordevigo Relais & Chateaux, Wine Relais & Spa, cinque stelle lusso a Cavaion Veronese (Verona), è un’antica villa veneta risalente al XVIII secolo situata nella prestigiosa tenuta immersa tra i cento ettari di vigneti Villabella e oliveti di proprietà delle famiglie Cristoforetti e Delibori, un luogo dove rigenerarsi, vivere gli spazi all’aperto in armonia con la natura. Trentacinque sono le ampie stanze e le suite, tutte diverse tra loro, dove rilassarsi dopo la Spa, oppure dopo una passeggiata rigenerante lungo i sentieri del parco. Gli spazi comuni e il ristorante Oseleta (Una stella Michelin) completano l’atmosfera di un’antica residenza patrizia. Il ristorante Oseleta, incastonato tra il parco e i vigneti Villabella, è il ‘sancta sanctorum’ dello chef Marco Marras, che definisce la sua proposta gastronomica “una cucina polifonica”, dove ciascuna voce e gestualità si uniscono in un’avvolgente armonia.
Originario di Bosa (Sardegna), 33 anni, la cucina di Marco racconta della sua terra d’origine, conserva i sapori dei luoghi in cui ha lavorato (Portofino, Madonna di Campiglio, Ginevra, Isola d’Elba, Cala di Volpe, Miami, Hawaii, Puglia…) e che l’hanno poi portato fino a Villa Cordevigo.
«La cucina di Marras – spiega Lorenza Delibori, Maître de Maison – rappresenta un filo diretto tra Veneto e Sardegna: espressione dell’abbraccio fra l’antica tradizione culinaria sarda con quella veneta dalla quale scaturisce una cucina di concreta e schietta ricerca».
Chef Marras definisce la sua proposta come un mélange fra ricordi del passato, il legame profondo con la terra d’origine, le tecniche acquisite nel corso degli anni, le esperienze culinarie vissute in vari Paesi.
Autenticità e genuinità, armonia dei territori mediterranei, continua ricerca di eccellenza, sia tecnica sia artistica, sono gli elementi chiave e caratterizzanti della sua filosofia di cucina. Sapori e tradizioni provenienti da territori diversi si sposano con prodotti locali per creare ricette personali e innovative basate sulla tradizione.
I piatti di Marras sprigionano il profumo dell’aria balsamica del mar Mediterraneo e, al contempo, ricordano il confine fra le campagne venete con laghi, fiumi e il mare. È una sinfonia di sapori e sensazioni, profondamente italiana, con contaminazioni provenienti dal lontano Oriente.
Proprio per questo motivo la caratteristica principale del menù è la ricerca continua di un’armonia nata dall’interazione fra diversi elementi che, uniti, esprimono l’essenza sarda dello chef e il suo amore per le terre mediterranee, la sua stagionalità, i suoi prodotti sempre in chiave moderna. Per Marras il rispetto delle proprie radici è imprescindibile: «Nei miei piatti cerco di portare i profumi della mia terra – spiega Marras – noi sardi siamo nostalgici ed io non faccio eccezione. La lontananza dagli affetti più cari pesa e il mio lavoro mi tiene distante per periodi molto lunghi. Il tempo per concedersi una pausa è veramente poco, ma quando posso ne approfitto per tornare a casa e godermi la mia terra e la mia bellissima Bosa».
Con la riapertura dell’Oseleta, Marras sta progettando l’orto di Villa Cordevigo, continuando a cercare una sempre maggiore sostenibilità nei processi produttivi delle cucine e anche nella produzione degli ingredienti “home-made”, dove per home s’intendono due grandi regioni italiane con una biodiversità notevole e emozionante, la Sardegna e il Veneto.
La brigata dell’Oseleta, fra cuochi, sous chef, pastry chef, si compone di dieci elementi, tutti under 35. Già da qui s’intuisce lo spirito innovativo, fresco e giovane che guida le tecniche in cucina e le scelte che contraddistinguono il menu proposto dallo chef sardo, scelto dalle famiglie Cristoforetti e Delibori per interpretare al meglio l’anima e l’essenza del ristorante incastonato all’interno dell’antica villa veneta. Ad accompagnare le proposte culinarie dell’Oseleta pregiati vini da sorseggiare non solo ai tavoli del ristorante, ma anche a bordo piscina, seduti in giardino avvolti tra i vigneti Villabella.
www.villacordevigo.com
www.ristoranteoseleta.it
Testo/Claudio Zeni – Foto fornite dalla struttura