Francia, Normandia: sulla costa della Manica battuta dal vento, c’è una meta d’eccezione poco conosciuta, almeno in Italia: un sito naturale formato da alte falesie bianche che si gettano nel mare della costa d’Alabastro, un tratto del dipartimento della Senna Marittima che si estende per circa 120 km da Dieppe fino a Cap de l’Hève presso la località di Sainte-Adresse, alla periferia della città di Le Havre. Il litorale deve il proprio nome al colore biancastro delle acque e delle rocce che si ergono lungo la costa che ricorda appunto il colore dell’alabastro e si trova nell’estremità nord-orientale della Normandia, tra la Côte Fleurie a ovest e il litorale della Piccardia e la Côte d’Opale a nord-est. Le impressionanti sculture naturali della costa d’Alabastro sono state immortalate in quadri famosi da pittori come Eugène Boudin, Gustave Courbet e il più famoso degli impressionisti Claude Monet, ma anche numerosi scrittori tra cui Maupassant e Flaubert di cui ricorrono i 200 anni dalla nascita hanno dato notorietà a questa costa e trasformato piccoli borghi in animate stazioni balneari.
La destinazione più frequentata dai turisti francesi e dai parigini in particolare è certamente Étretat, un paesino di meno di 2000 abitanti sorto inizialmente come modesto villaggio di pescatori, ma dopo il 1850 trasformato in rinomata stazione di villeggiatura. Il gradevole piccolo centro è caratterizzato da costruzioni ottocentesche con una passeggiata a mare baciata dal sole dall’alba al tramonto: da qui si possono ammirare le spettacolari Falesie d’Aval e d’Amont, unite da una lunga spiaggia di ciottoli dove le alte maree del canale si susseguono salendo e scendendo senza posa. L’attrazione più famosa dell’intera costa d’Alabastro è appunto la Falesia d’Aval, una ripida scogliera alta 85 metri che lo scrittore Guy de Maupassant paragonò per la sua forma a una proboscide che si getta sul mare.
Con le sue belle case e ville d’architettura normanna, animati bar e appetitosi ristoranti vicino alla spiaggia Étretat è frequentata tutto l’anno. Tra le ville un po’ più all’interno si può visitare il Clos Lupin, la casa in cui lavorò Maurice Leblanc, un personaggio di grande notorietà in Francia e non soltanto. Di origine normanna e nativo di Rouen, Leblanc amava trascorrere il tempo e scrivere i suoi romanzi in questa villa un po’ vecchiotta carica di suoi ricordi: qui ha ambientato uno dei racconti più noti del personaggio che l’ha reso famoso, Arsenio Lupin. La visita del Clos Lupin propone in altrettante stanze un percorso in sette tappe per incontrare lo scrittore ed entrare nell’universo segreto del celebre ladro gentiluomo, protagonista di una fortunata serie di romanzi tradotta in molte lingue. Raccogliendo vari indizi aiutati da un’audioguida si percorre un’indagine alla scoperta del segreto dell’Aguille Creuse, nome di un suo romanzo ma anche di una delle più spettacolari rocce sul mare prospicienti la spiaggia.
In alto sulla falesia sopra il paese si slancia il monumento a Nungesser e Coli eretto nel 1928 in memoria dei primi due sfortunati aviatori francesi che tentarono la traversata senza scalo dell’Atlantico. Charles Nungesser fu uno degli assi dell’aviazione francese durante la prima guerra mondiale: rivaleggiando con Charles Lindbergh che solo due settimane dopo compì la sua storica impresa. A inizio maggio del 1927 Nungesser partì insieme a François Coli dall’aeroporto di Le Bourget vicino a Parigi diretto a New York. Il loro aereo Oiseau Blanc fu avvistato per l’ultima volta proprio nel cielo di Étretat prima di affrontare la lunga trasvolata sul mare, poi però scomparve forse nell’oceano Atlantico, forse nelle paludi della costa americana del Maine com’è stato ipotizzato da ricerche più recenti: i resti dell’aereo e degli sfortunati piloti non sono mai stati ritrovati e il mistero sulla loro fine è ancora fitto. Il monumento fu ricostruito nel 1962 nella forma di una grande e freccia con 60° d’inclinazione che raggiunge un’altezza di 24 metri. Di fronte al monumento si aprono i curatissimi Jardins d’Étretat, che coniugano l’arte del paesaggio e del giardino con l’arte contemporanea. Giustamente inserito nella rete dei «Great Gardens of the World», questo giardino neo-futurista si affaccia sulle falesie della costa d’Alabastro con sculture vegetali che in seguito a una singolare metamorfosi diventano splendide cyber-forme che rispecchiano i contorni naturali della costa stessa e il carattere della Manica. Immersa tra i cespugli, una collezione di opere d’arte contemporanea completa il giardino e lo trasforma in un museo a cielo aperto visitato da numerosi turisti provenienti da tutto il mondo. A pochi passi si trova anche la piccola cappella di Notre-Dame de la Garde, dall’alto della quale il panorama sulla spiaggia e sulle falesie è veramente da cartolina a tutte le ore del giorno, ma specialmente con la luce del tramonto.
Anche la non lontana Fécamp può contare su una spiaggia e una falesia degna di essere ammirata. E’ una cittadina di origini antiche e di dimensioni maggiori, che vive non soltanto di turismo grazie al suo movimentato porto peschereccio, ma soprattutto grazie a un’attivissima fabbrica liquoristica che un imprenditore visionario già nel nome, Alexandre Le Grand, creò nella seconda metà dell’Ottocento. In realtà si chiamava Alexander Prosper Le Grand, ma il paragone con Alessandro Magno deve aver pesato nella sua esistenza e certamente l’ha spinto a realizzare imprese non comuni: si narra che nel 1863 questo ricco mercante di vini trovò in una biblioteca l’antico manoscritto messo a punto nel 1510 da un monaco benedettino veneziano, alchimista e erborista, di nome Bernardo Vincelli che distillando alcune piante medicinali che si trovavano in abbondanza in Normandia produceva un liquore molto apprezzato dal re di Francia Francesco I. Ispirato da questa ricetta ritrovata Alexandre Le Grand con opportruni aggiornamenti riuscì a inventare uno dei più famosi liquori francesi, ancor oggi distribuito, apprezzato e imitato in tutto il mondo. Per celebrare il suo successo fece costruire a fine ‘800 un palazzo nobiliare con aspetto esterno di secoli precedenti per ospitare i laboratori, la fabbrica e le sue collezioni. Il palazzo che è sorto in mezzo alla cittadina di Fécamp come una follia architetturale eclettica, un po’ neogotica, un po’ neorinascimentale, è un edificio improbabile: accolti in un peristilio a piano terra si visitano al piano superiore una sala gotica, una rinascimentale, la sala della cupola, l’oratorio, il gabinetto dei manoscritti, la sala degli abati e la sala di videoproiezione.
Tutte le stanze sono gremite delle raccolte artistiche e di oggetti eclettici del suo creatore, un collezionista appassionato e compulsivo. Ma la visita permette anche di scoprire la storia di uno dei liquori più famosi di Francia, il Bénédictine, così chiamato in onore del monaco veneziano, ancora oggi distillato al piano terra con un processo molto articolato da ventisette piante e spezie provenienti da tutto il mondo con una ricetta segreta. La spiegazione del processo di distillazione durante la visita guidata che termina con un’occhiata alle cantine di invecchiamento sotto terra e con l’assaggio di diversi prodotti nello spazio degustazione prima della boutique sono interessanti per adulti e ragazzi. Prima di lasciare Fécamp si può ammirare un imponente monumento storico di Francia, la grandiosa abbazia benedettina della Santissima Trinità, dove riposano ventidue duchi normanni, costruita su edifici precedenti per volontà del suo abate a partire dal 1087 in stile romanico e ricostruita in stile gotico dopo un incendio a partire dal 1175. Per questa ragione curiosamente conserva nella navata alcuni tratti tipici di stile romanico normanno così come nel portale, ricostruito però insieme a tutta la facciata nel XVIII secolo. La leggerezza, lo slancio del coro e soprattutto la torre della lanterna alta 65 metri e gioiello di questa chiesa appartengono invece lo stile gotico.
In questo tratto di costa di grande valenza turistica non mancano naturalmente gli alberghi di tutte le categorie: a Étretat particolare è l’atmosfera di Le Donjon, Hotel, Ristorante e Spa. Costruito nel 1862 sulla cima di una piccola collina e diventato albergo quarant’anni fa, questo edificio che assomiglia a un piccolo castello immerge gli ospiti in un’atmosfera autentica e di charme. E’ gradevole esplorare gli anfratti in cui si sviluppa la costruzione: un angolino di qua, una piccola scala di là, una mansarda, un sottotetto, un abbaino caratterizzano le 25 camere su più piani, una diversa dall’altra e tutte con il nome di un personaggio storico o di un artista. Ci si sente ospiti di una casa privata quando dalle tre alle sei del pomeriggio nel luminoso salone della reception sono offerti dolci, pasticceria e bevande calde e fresche.
Per il tempo libero c’è un salone privato, una biblioteca, una serie di giochi per computer o di società a disposizione, compreso un calciobalilla; un luminoso patio è il punto di ritrovo per leggere, chiacchierare o bere un bicchiere in compagnia. All’esterno c’è una piscina riscaldata da aprile a novembre, con asciugamani a disposizione e servizio bar in terrazza. Il parcheggio interno recintato è comodo e si possono essere noleggiate biciclette elettriche per scendere in paese. La prima colazione è servita nell’edificio del bistrò dietro alla piscina in due turni al mattino: di sera la sala fa anche da ristorante, e in più nelle sale interne del castello c’è un ristorante gastronomico con una proposta culinaria più elaborata.
Info: it.france.fr
It.normandie-tourisme.fr
www.hoteletretat.com
www.palaisbenedictine.com
Testo/Leonardo Felician –foto/Cynthia Beccari