Chi sa perché, quando parliamo di benessere ci riferiamo inevitabilmente a quello fisico: più giovani, più sani, più belli, con tutto quello che ne può conseguire. Difficilmente alludiamo invece al benessere mentale e psicologico, forse per esorcizzarlo, perché quando manca crea problemi davvero seri. Mens sana in corpore sano, sentenziavano i latini, più come auspicio che come constatazione. Magari fosse sempre cosi. Ci preoccupiamo, sbagliando, più del benessere corporale rispetto a quello mentale, dell’apparire più che dell’essere, forse in risposta ad un retaggio del concetto filosofico greco sintetizzato nella frase kalos kagazos, in base al quale ciò che era bello dovesse essere ineluttabilmente anche buono. L’esperienza ci insegna che, purtroppo, non è sempre così. Ci preoccupiamo per gli inestetismi fisici, anche minimi, ma non per i disagi mentali, che tendiamo a nascondere o a negare. In passato abbiamo irriso gli americani perché andavano dallo psicanalista, oggi divenuta prassi comune anche da noi. Quanti se lo possono permettere economicamente, curano corpo e mente; e quanti invece non possono ? Una ruga o un naso aquilino non hanno mai ucciso nessuno, un forte disagio psicologico può condurre a conseguenze nefaste, per sé e per gli altri. Soprattutto se si tratta di persone fragili e non strutturate, come lo sono i giovani nell’età evolutiva. Se hanno alle spalle una famiglia responsabile e coesa, possono ricavarne un aiuto determinante, ma se la famiglia manca, ha problemi essa stessa o mancano i mezzi – economici e culturali – allora è facile soccombere. La sanità pubblica, come sempre, fa quello che può, spesso troppo poco: anche in questo campo l’apporto del volontariato può risultare importante, a volte anche determinante. Ogni iniziativa in tal senso risulta lodevole, ma anche il volontariato ha bisogno di risorse, magari anche poche, per assolvere compiutamente al proprio compito. Sorge spontanea una conclusione: nell’interesse collettivo, aiutiamo chi vuole aiutare.
In quest’ottica si inserisce, tra le mille iniziative meritevoli, il Consultorio Gratuito psicologico per adolescenti e genitori della Cooperativa Sociale Minotauro, fondata a Milano nel 1985 da un gruppo di psicoterapeuti guidati dal prof. Gustavo Pietropolli Charmet, una vera autorità in materia con all’attivo un gran numero di libri sull’argomento, e ora coordinato dal dr. Davide Comazzi. L’intento è quello di offrire ai ragazzi tra i 13 ed i 21 anni in gravi crisi esistenziali e con risvolti comportamentali un aiuto concreto ed immediato per riattivare la speranza nei confronti di un futuro che percepiscono come minaccioso. Si tratta di adolescenti isolati, ritirati da scuola, chiusi in casa senza relazioni sociali, dipendenti da internet, che abbiano tentato il suicidio, o pensino alla morte o minaccino gesti autolesivi, o ancora sofferenti per disturbi della condotta alimentare o intolleranti della propria corporeità. Il servizio prevede anche la presa in carico delle relative famiglie, proponendo un sostegno al ruolo genitoriale e un percorso psicoterapico per gli adolescenti in modo totalmente gratuito, continuativo e prolungato nel tempo, da parte di professionisti competenti e motivati, in cambio di una modesta retribuzione. Il modello di “psicoterapia evolutiva” adottato punta a riorganizzare la speranza nei confronti del futuro, a valorizzare le competenze del vero sé dell’adolescente attivando le risorse educative ed affettive da parte dei genitori, figure fondamentali che saranno coinvolte nei processi di crescita attraverso una consultazione individuale e l’inserimento in gruppi di discussioni. Negli ultimi cinque anni il Consultorio, finanziato quasi unicamente da contributi di Enti e privati (come la Fondazione Banca del Monte di Lombardia), ha preso in carico 266 adolescenti (149 femmine e 117 maschi) con le relative famiglie, per un totale di 598 utenti, erogando complessivamente 19.000 colloqui gratuiti. Il 69 % delle entrate viene infatti destinato agli utenti, mentre solo il 31 % è destinato ai costi di gestione, per una spesa complessiva annua di circa 180 mila euro. Che bisogna in qualche modo trovare.
Per autofinanziarsi, in mancanza di fondi pubblici, e garantire così la continuità della propria preziosa missione, il Minotauro deve ricorrere periodicamente ad iniziative benefiche. Tra le più rilevanti, quella promossa da Silvia Marzocco, affermata collezionista monegasca d’arte contemporanea e ideatrice per la cooperativa milanese di Nessuno Escluso, un’asta benefica che nelle due precedenti edizioni ha fruttato rispettivamente 214 e 185 mila euro. La prossima edizione di Nessuno Escluso sarà composta da un’asta in programma per venerdì 10 novembre 2017, ore 18,30, presso il Tunnel Riva sul porto del Principato di Monaco, condotta da Clarice Pecori Giraldi, e supportata dall’AFIP International – Associazione Fotografi Professionisti, che vedrà in catalogo 57 opere fotografiche offerte da una cinquantina di artisti di fama internazionale ed emergenti, tra cui Gianni Berengo Gardin, Franco Fontana, Francesca Moscheni, Oliviero Toscani e tanti altri. In catalogo anche una rara copia di “Pirelli, The Calendar. 50 Years and More”.
L’asta sarà preceduta alle ore 17,00 da una Lectio Magistralis tenuta da Franco Fontana, uno dei grandi maestri italiani della fotografia. L’evento è supportato da alcune banche, aziende e sponsor privati. Al tunnel Riva saranno quest’anno esposte e vendute anche le immagini realizzate dai ragazzi-pazienti del Minotauro, partecipanti ad un laboratorio fotografico guidato da Melina Mulas. L’evento monegasco sarà presentato dai promotori in occasione di una conferenza stampa, in programma giovedì 19 ottobre, alle ore 11,30, presso il Teatro Agorà alla Triennale di Milano, viale Alemagna 6 al Parco Sempione.
Info: Minotauro, www.minotauro.it – consultorio.gratuito@minotauro.it – tel. 02 49 52 37 14 e 02 29 40 87 05. Per il catalogo delle opere e l’asta benefica: smarzocco@hotmail.fr.
Testo/Giulio Badini – Foto/Google Immagini