Per molti l’arcipelago maltese con le isole di Malta, Gozo e Comino è la meta di vacanze estive con le sue numerose baie e calette di mare cristallino dove si può gettare l’ancora e fare il bagno; l’eccezionale visibilità dovuta alla limpidezza delle acque e la varietà di relitti e archi naturali ne fanno anche una destinazione top per i subacquei. Molti conoscono Malta dalle trasmissioni televisive spesso in onda sulle reti italiane o come set di numerose produzioni cinematografiche che ne fanno la Hollywood del Mediterraneo: diversi film di successo sono stati girati sulle isole con alcune scene divenute cult.
Tuttavia, una visita all’arcipelago di Malta, raggiungibile con un’ora di volo da molte città italiane, è l’occasione per immergersi nei secoli di storia pur godendo di un’ospitalità e di servizi modernissimi. Le orme dei Cavalieri dell’Ordine dell’Ospedale di San Giovanni di Gerusalemme, costituito da nobili provenienti dalle più importanti casate europee, impegnati a proteggere la fede cattolica e l’Europa dagli attacchi dei Turchi Ottomani, hanno lasciato un’impronta indelebile in quasi tre secoli di dominazione. Sotto le insegne del patrono San Giovanni Battista, i membri dell’Ordine, tuttora vigente con sede a Roma, si distinguono in Cavalieri, Cappellani e Serventi d’armi sotto l’autorità di un Principe Gran Maestro. A Malta la loro eredità è visibile nell’architettura mozzafiato e in luoghi d’interesse eccezionale: abbondano fortezze, bastioni, torri di guardia, alcuni dei quali possono anche essere prenotati per eventi privati. E infine come curiosità pochi sanno che Malta è l’unico luogo fuori dal Regno Unito dove ha vissuto per alcuni anni la regina Elisabetta, quand’era ancora principessa fresca di nozze: il suo palazzo è ora in corso di ristrutturazione e sta per diventare un interessantissimo museo.
L’architettura di Valletta
La capitale di Malta su una lunga penisola è Valletta, a volte chiamata La Valletta, che prende il nome da Giovanni de Valette, Gran Maestro dell’Ordine che la fondò all’indomani della vittoria ottenuta sui turchi capitanati da Solimano il Magnifico nel Grande Assedio del 1565. A seguito dell’abbandono del quartier generale dell’isola di Rodi da parte dei Cavalieri Ospitalieri, conseguenza dei ripetuti attacchi da parte delle armate ottomane, dopo un breve pellegrinare l’imperatore del Sacro Romano Impero concesse all’Ordine il feudo siciliano dell’arcipelago maltese: i Cavalieri stabilirono allora la loro roccaforte nella città di Birgu, uno dei tre primitivi nuclei dell’odierna Malta, ubicato a sud-est del Porto Grande. Birgu in seguito fu chiamata Vittoriosa dopo la vittoria riportata contro i turchi. In quel momento l’Ordine continuò il rafforzamento difensivo di Malta per trasformare le sue isole in fortezze inespugnabili: gli edifici dove alloggiavano i Cavalieri, detti Auberge, furono raggruppati in un solo luogo in posizione strategica e difendibile, su una penisola protesa nella baia, costituendo così il nuovo assetto cittadino della futura capitale dello stato.
Valletta è uno dei porti naturali più spettacolari del mondo, con le sue imbarcazioni da diporto, yacht, grandi navi da crociere e traghetti nei sinuosi anfratti che guardano le tre città di fronte, Cospicua, Sanglea e Vittoriosa. Il panorama pieno di movimento che si gode dai punti di osservazione degli Upper Barrakka Gardens sul porto è magnifico e cambia in ogni momento. In pochi passi si raggiunge l’imponente Auberge de Castille costruito nel XVI secolo per ospitare i Cavalieri di Castiglia, León e Portogallo. Sorge accanto alla chiesa degli italiani intitolata a Santa Caterina d’Alessandria; l’Auberge ospita oggi gli uffici del primo ministro della repubblica di Malta. Da qui dipartono le lunghe strade semipedonali in lieve discesa, dove passeggiare per negozi, bar e ristoranti, ma dove si trovano anche gli edifici pubblici spesso ospitati negli Auberge dei cavalieri di altre nazionalità, nonché i principali musei. L’Auberge d’Italie, all’epoca sede dei cavalieri italiani, è ora il Museo delle Belle Arti, attualmente anche una delle sedi espositive di un’interessante rassegna chiamata Biennale, che si tiene in più località diverse a Malta e a Gozo e che costituisce un nuovo interessante richiamo turistico e un invito alla visita per gli appassionati di arte contemporanea.L’architettura tipica degli edifici di abitazione civile del centro storico, molto ben preservata, è caratterizzata da loggiati detti Galerij di gusto un po’ turco, come se ne vedono a Istanbul, tutti colorati di colori vivaci, verde, giallo, blu e azzurro.
Una cattedrale spettacolare
Scendendo con una gradevole passeggiata di pochi minuti si giunge a una piazzetta di dimensioni ridotte, dove fa fatica a risaltare la facciata di una chiesa realizzata in pochi anni su progetto di Girolamo Cassaro alla fine del’500, dichiarata Patrimonio dell’umanità dell’UNESCO nel 1980 insieme al centro storico di Valletta. In questa chiesa conventuale, nei due secoli successivi i Cavalieri furono patrocinatori di opere di assoluto valore artistico che impreziosirono l’interno dell’edificio, facendone una delle più alte espressioni artistica dell’arte barocca in tutte le sue sfaccettature. Impossibile intuirlo dalla facciata esterna, austera e sistemata peraltro sul fianco della navata, costituita da una parte centrale su due livelli parzialmente sormontata da timpano con croce di Malta con ai fianchi due alte torri campanarie. La costruzione della facciata, realizzata nei colori caldi della pietra locale, si caratterizza con lesene, paraste e cornici marcapiano. L’originale monumentale scultura bronzea raffigurante Cristo Salvatore è opera di Alessandro Algardi, noto scultore barocco bolognese attivo a Roma: si tratta di una copia, l’originale restaurato per preservarne la conservazione è esposto all’interno del Museo.
Però solo varcando la soglia della Concattedrale di San Giovanni, così chiamata perché la sede vescovile storicamente si trova a Mdina, storica capitale dell’arcipelago situata nell’interno, si coglie la ricchezza, il potere e lo sfarzo di un’epoca importante della storia europea. Difficile non restare a bocca aperta davanti all’impianto basilicale di un’ampia navata principale larga 15 metri per una lunghezza di 53 metri, con due laterali sostenute da dodici pilastri. Lungo entrambi i lati della navata sono dislocate le dieci cappelle laterali intercomunicanti tra loro; otto sono dedicate alle otto nazionalità principali della cristianità da cui provenivano i Cavalieri, che fanno a gara per superarsi dimostrando sfarzo, ricchezza, sculture e opere d’arte. Ciò che più colpisce è l’intera superficie del pavimento della chiesa, istoriata da 406 tombe di cavalieri in marmi policromi, una più sontuosa dell’altra.
Non c’è un centimetro quadrato libero sulle pareti di marmo nero impreziosite dall’oro che orna tutta la Concattedrale. All’altare si trova una scultura con Giovanni Battista che battezza Gesù; di fronte, sulla controfacciata in fondo alla chiesa, un’allegoria di Malta vittoriosa, in cui lo stendardo bianco e rosso ricorda la bandiera attuale dello stato, ma in realtà è il simbolo dei Cavalieri. Il soffitto della navata commissionata dai Grandi Maestri dell’Ordine Rafael e Nicolas Cotoner è completamente affrescato dal pittore calabrese Mattia Preti impiegando la tecnica della pittura ad olio direttamente su pietra; si tratta di sei sezioni di volta con diciotto episodi ispirati alla vita di San Giovanni Battista. Lo stesso artista è autore anche di molti dipinti e affreschi in altri punti della chiesa, come l’Ecce Homo, l’Incoronazione di spine, e la Crocifissione, tre grandi opere nell’Oratorio dei Cavalieri, noto anche come Oratorio della Decollazione, patrocinato dal Gran Maestro Alof de Wignacourt.
E finalmente l’incontro con Caravaggio
Un’aura sacrale si percepisce entrando in questa lunga sala e man mano che ci si avvicina, cresce l’emozione mentre lo sguardo è catturato dalla magica luce del grande dipinto collocato sull’altare: è la Decollazione di San Giovanni Battista, forse l’opera più sublime di Caravaggio, dipinta nel 1608, unico tra i dipinti in cui la firma dell’artista è leggibile ai bordi di una macchia di sangue sotto il collo di Giovanni. Un appassionante filmato, anche in lingua italiana, racconta in una vicina saletta di proiezione la romantica e ben nota storia del rissoso e geniale personaggio, dalla fuga da Napoli alle sue opere a Malta che gli diedero la gloria di essere ammesso tra i Cavalieri, dalla sua caduta, la successiva condanna all’espulsione dall’Ordine e dall’isola, all’incredibile fuga dalla cella di forte Sant’Elmo per tornare in Italia dove incontrò la morte.
In una saletta silenziosa si ammira da vicino l’altra tela di Caravaggio presente a Malta: San Girolamo scrivente che originariamente faceva parte dell’arredo pittorico della Cappella d’Italia della Concattedrale. In questo quadro Caravaggio, al secolo Michelangelo Merisi, si firma Fra Michelangelo: Malta conserva così le uniche due firme sulle opere di uno dei pittori più emozionanti e più amati dell’arte italiana di tutti i tempi. La visita di questa chiesta è vero pellegrinaggio.
Info: www.visitmalta.com/it
Testo e foto/Leonardo Felician