Quanti si apprestano a trascorrere, per la prossima estate 2019, le proprie vacanze balneari in Sardegna, soprattutto in quella centro-sud occidentale, debbono sapere che si troveranno a disposizione nuove spiagge per la balneazione, prima neppure immaginate. Non si tratta di un regalo inaspettato della natura che, di punto in bianco, ci regala nuovi arenili. Non funziona così: una spiaggia, ancorchè piccola, per formarsi richiede in ogni caso tempi geologici. No, si tratta invece di litorali antichi, interdetti però da lungo tempo al libero accesso da parte di chiunque , in quanto utilizzati come servitù militari per poligoni di tiro e territori di esercitazioni e di addestramento per i soldati da parte dell’esercito italiano e di quello della Nato.
Quello delle servitù militari in Sardegna costituisce un problema rilevante, non paragonabile con qualsiasi altra regione e fonte di atavico dissenso da parte della popolazione, la quale si sente ingiustamente defraudata di un bene ambientale primario, senza considerare le implicazioni sanitarie connesse alle nocive sostanze rilasciate dai proiettili. L’isola da sola, pur vantando soltanto il 7,98 % della superficie italiana, detiene infatti ben il 60 % di tutte le servitù militari, pari a 35 mila ettari tra poligoni missilistici, terreni per esercitazioni a fuoco, esercitazioni aeree, aeroporti militari e depositi. Ma quando si tratta di esercitazioni congiunte aero-navali, il tratto di mare interdetto ad ogni attività civile si estende per quasi 20 mila km2, quasi quanta l’intera superfice dell’isola. Le prime spiagge che torneranno libere, fin dalla prossima primavera, dovrebbero essere quelle di Porto Tramatzu a Capo Teulada, e quelle di S’Enna e S’Arca Punta e di Punta de S’Achivoni a Capo Frasca, seguite successivamente da Sabbie Bianche e da Cala Murtas, bloccate fin dal lontano 1957 e quindi inaccessibili alle persone comuni da ben 62 anni. A quell’epoca il poligono di Capo Teulada costituiva il secondo per dimensioni in Italia, con una superficie di 7.200 ettari.
Porto Tramatzu offre sabbia bianca e soffice, il mare tutte le sfumature del verde e del turchese con fondali limpidi e bassi dove si trova la rocciosa Isola Rossa, ricoperta da odorosa macchia mediterranea, mentre il vento costante ne fa un luogo ideale per la pratica del windsurf. Tutta la costa attorno a Teulada si presenta come un susseguirsi di calette e spiagge di sabbia fine, con colori suggestivi e panorami mozzafiato. S’Enna e S’Arca rappresenta invece la porzione più settentrionale della Costa Verde, dove il litorale si alza ed affiorano rocce di arenaria e basalti, utilizzati fin dall’antichità come materiali da costruzione; notevoli le colorazioni dei fondali, in acque trasparenti con colori varianti dal verde smeraldo al blu intenso, fino al cobalto, in un mare pescosissimo.
Non sappiamo come questi arenili, riaperti alla pubblica fruizione , potrebbero collocarsi nella classifica delle spiagge più belle della Sardegna, ammesso che una simile graduatoria abbia un senso, rappresentando la bellezza un fattore soggettivo e non oggettivo, e quindi assolutamente opinabile. Lo si potrà sapere soltanto nei prossimi anni. Quello che possiamo garantire è che si tratta di luoghi intonsi, allo stato brado e naturale, risparmiati finora dal degrado umano connesso alla valorizzazione turistica. Tutto sommato qualcosa di positiva anche i militari hanno fatto: speriamo possa mantenersi tale anche in futuro.
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