Chiamata personalmente da Carolina di Monaco, Marie-Claude Beaud, curatrice e storica dell’arte francese (tra il resto, ex Fondation Cartier pour l’art Contemporain di Parigi ed ex Musée d’art moderne Grand-Duc Jean di Lussemburgo), nel 2009 ha dato vita nel Principato al Nuovo Museo Nazionale di Monaco, finanziato direttamente dalla famiglia Grimaldi. Dedicato ai plurimi linguaggi dell’arte contemporanea, il museo si presenta suddiviso su due sedi, Villa Paloma e Villa Sauber, vale a dire due fascinose architetture neo-classiche. Villa Paloma è oltretutto ieraticamente insediata in un contesto paesaggistico roccioso-collinare, in quello che ormai pareva l’unico appezzamento di terreno sfuggito agli ineluttabili tentacoli immobiliari del Principato, ma l’illusione terminerà nel 2022, quando sarà ultimato il contiguo cantiere de L’Exotique, esteso complesso residenziale di lusso firmato dall’archi-star francese Rudy Ricciotti).
Villa Paloma oltretutto possiede un suo magnifico giardino, dove tra l’altro ci si può rilassare leggendo e godendosi la vista panoramica sulla minuscola città-stato. All’interno della villa (1913), ex-residenza privata di americani acquistata dalla stato monegasco nel 1995, grazie a ben studiate mostre si susseguono anche riflessioni sul tema del paesaggio – naturale, artificiale ed urbano – come, per qualche verso, è anche l’attuale, intitolata Ettore Spalletti: Ombre d’azur, transparence (fino al 3 novembre) e curata da Cristiano Raimondi. Il grande artista italiano Ettore Spalletti (Cappelle sul Tavo, Pescara, 1940) – che, a partire dai primi anni Settanta, ha portato la sua ricerca artistica verso un dialogo tra classicità e contemporaneo, realizzando pittura e scultura attraverso un articolato studio del colore e la sua interazione con lo spazio – ha appositamente realizzato per Villa Paloma trenta opere, allestite in sette ambienti, articolati sui tre piani dell’edificio, che si mixano con sue opere storiche, provenienti sia dal suo studio che da importanti collezioni private.
Gli ambienti monegaschi, costituiti principalmente da opere tri-dimensionali monocrome – i rosa, gli azzurri ed i bianchi assoluti dei paesaggi dell’Abruzzo, dove l’artista ha sempre vissuto – vengono sublimati e resi atemporali grazie al materiale con cui sono realizzate le opere. La pratica di Spalletti viene sovente definita “meditativa”, dato che è il risultato di una tecnica originale, lenta e metodica: per settimane, decine di strati d’impasto di colore sono applicati dall’artista su strutture in legno; ogni passaggio viene lasciato asciugare e poi abraso per fare emergere i pigmenti in tutta la loro tonalità e luce. Il risultato di quest’accurato processo di finitura crea una sorta di ‘pelle’, capace di proteggere ed allo stesso tempo connettere l’opera con il visitatore, diffondendo ombre di colore e di luce. Lo studio dell’artista è il punto di partenza per la costruzione del percorso espositivo nel quale, come un direttore d’orchestra, ‘riorganizza’ l’architettura in cui progetta il suo intervento attraverso percorsi di colori e volumi, i quali divengono proiezioni della sua dimensione spirituale, per regalarci un’atmosfera di rigore e trascendenza universale.
E’ pubblicato da Mousse il catalogo della mostra, in occasione della quale è stato appositamente realizzato un documentario (1h30’, sottotitoli francese ed inglese) dedicato a Spalletti, scritto e diretto da Alessandra Galletta, prodotto dalla casa di produzione indipendente Lagalla23 Productions di Milano, e presentato in anteprima mondiale a Monaco.
Info: Nouveau Musée National de Monaco, Villa Paloma, 56 boulevard du Jardin Exotique, Principato di Monaco, tel. +377.98.98.48.60, www.nmnm.mc –
Testo/Olivia Cremascoli – Foto/courtesy Nouveau Musée National de Monaco