Tornando a Parigi, ripercorrendone viali e strade, mescolandosi tra turisti e parigini, scappa di prendere qualche appunto, cogliere qualche nota, più o meno stonata.
Cieli liberi, niente cavi sulla via. In Italia siamo abituati, a guardare il cielo cittadino interrotto dai tanti fili dell’illuminazione e dei tram. A Parigi invece nessun cavo a interrompere la vista, a rovinare gli scatti. Un vero piacere alzare lo sguardo in alto.
L’acqua di Parigi. Te la portano appena ti siedi al tavolo del bistrot, altrimenti basta chiederne una caraffa. E’ gratis, ed è quella del rubinetto. Ma se vuoi l’acqua minerale, magari perché non vuoi rinunciare alle bollicine, allora preparati a pagarla davvero cara: una bottiglia € 7,00
Coulee Verte Insolita e davvero piacevole la passeggiata sopraelevata della Coulée Verte René-Dumont – lunga oltre 4,7 km – che si estende dall’Opéra Bastille al viale périphérique di Porte de Montempoivre. La Coulée Verte segue il tracciato di un’ex linea ferroviaria, offrendo l’immersione in un paesaggio verdeggiante pensile che, scavalcando la trafficata vita cittadina, la fa sembrare incredibilmente lontana. Scoprendo anche quattro giardini: Jardin de Reuilly, Square Charles-Péguy, Jardin de la Gare-de-Reuilly e Jardin Hector-Malot.
Corri, pedone corri! I semafori pedonali prevedono pedoni velocisti, e neppure segnalano che il timing sta per scadere. Difficoltà non piccola per chi ha problemi di deambulazione e voglia attraversare, col rischio di essere sorpreso dal rosso in mezzo al guado!
Louvre: no italienne dida. Nonostante una buona percentuale dei capolavori esposti siano opere di artisti italiani – a partire dall’etoile del Museo, la Gioconda – sorprende non vedere le didascalie in italiano!
Louvre: selfie con la Gioconda. Un must affollarsi nell’imbuto di transenne ultra sorvegliato davanti a Monna Lisa. Come in prima fila appiccicati al palco di un concerto, armati di telefonino, sospinti dagli altri visitatori altrettanto agguerriti nel voler catturare una propria immagine mossa o sfocata, quando di ottime riproduzioni è pieno il mondo. Davanti alla Vergine delle Rocce, invece, solo un capannello di visitatori.
Viste panoramiche, gratis e cupole. Parigi meravigliosa, ovviamente, anche dall’alto. Dalla vasta terrazza di un grande magazzino come Printemps la vista è gratis. Del resto, l’imponente edificio di Printemps Haussmann è un vero capolavoro di architettura, con le figure delle quattro stagioni (Printemps significa “primavera”) sulla facciata e la magnifica cupola Art Deco. Per non parlare delle Galeries Lafayette Haussmann, i grandi magazzini più famosi di Parigi: al 3° piano del Magasin Coupole, scoprite la Glasswalk, una passerella di vetro lunga 9 metri sospesa a 16 metri dal suolo, dalla quale farsi una foto per apparire al centro dell’esaltante cupola in stile Art Nouveau.
Monet a Giverny L’armonia estrema, l’atmosfera meditativa e la tranquillità nel contemplare la luce che tutto muta ogni momento, purtroppo, per cercare questa poesia di Monet e del giardino che con tanto impegno e cura ha creato a sua immagine, siamo davvero in troppi, noi turisti, per le sue ninfee!
Creperie. Un pasto buono, economico e insolito per noi italiani è quello che si gusta nelle Creperie di tradizione bretone, presenti anche in Paris. Galette salate, Crêpe salate o dolci, servite calde e croccanti, accompagnate da buon Sidro in bottiglia, da versare nelle tazze di coccio.
Cappuccino? Meglio caffee cream. Attenzione a chiedere un cappuccino, potrebbe arrivare un costoso ed enorme latte macchiato con schiuma. Probabilmente quello chiamato caffee cream ci somiglia di più.
Vespe in boulangerie. Rispetto e amore per gli animali, va bene. Tuttavia, lasciare che le vespe spadroneggino dentro le vetrine, sulle e nelle paste e brioche, suggendo creme e zucchero, pare un po’ troppo, abbiamo visitato diverse Boulangerie e nessuna proteggeva i propri dolci da questi insetti, come se la loro invasiva presenza fosse un fatto normale!
E per finire… la Tour Eiffel, naturalmente. Quelle stelline sberluccicanti nel buio, che per quindici minuti rendono la visione della torre sorprendente e affascinante. Poi si torna alle sue belle luci “normali”, e si resta ad aspettare un’altra mezz’ora col naso in su. Ne vale la pena.
Testo e foto/Savina Sabattini