Riti religiosi e tradizioni popolari convivono in una grande festa tra sacro e profano, i cui simboli, suoni, saperi e sapori inneggiano alla nuova stagione, intesa in tutti i sensi. Uova, tante uova – decorate e appese con nastri sui rami, nascoste nei giardini per cacce al tesoro, cucinate in tante ricette, recate in dono, vendute in tutte le fogge ai tipici mercatini – ma non solo: i protagonisti della Pasqua in Repubblica Ceca sono tantissimi.
Quella che puntualmente ogni anno in primavera si ripresenta, nelle città come nei villaggi, come una festa gioiosa tra sacro e profano, che celebra contemporaneamente la resurrezione di Cristo e il risveglio della natura, è un vivace carosello di colori, suoni, rituali e sapori unici. In terra ceca in occasione della Pasqua, che qui si chiama Velikonoce, mercatini d’artigianato a tema, musica per le strade e non solo, tentazioni gastronomiche dopo la quarantena, feste rurali fanno da contorno ai riti religiosi, cui si affiancano anche antiche tradizioni popolari ancora molto sentite. Oggetti-simbolo della Pasqua ceca sono sì le uova colorate e decorate a mano, ma soprattutto la tipica frusta intrecciata con ramoscelli di salice e nastri variopinti, chiamata pomlazka. La tradizione vuole che a Pasquetta i ragazzi e gli uomini adulti vadano di casa in casa a chiedere un’offerta e colpiscano scherzosamente con la frusta ragazze e donne che, per indurli a smettere, li omaggiano con uova colorate. Qualcuna però non cede al “ricatto” e reagisce versando loro acqua fredda sulla testa. In realtà, i colpi di frusta non vogliono essere un atto di violenza, ma, al contrario, regalare alle donne bellezza e giovinezza per tutto l’anno, o almeno così vuole la credenza.
Un’altra usanza, ancora molto diffusa in certe regioni, è quella dei sonagli di legno. Dal giovedì al sabato Santo i ragazzi girano per le strade facendoli suonare per richiamare la gente in chiesa, così come si faceva quando mancavano le campane, trasferite a Roma. Quanto alla gastronomia, pancia mia fatti capanna! Dopo che la Quaresima ha fatto dimenticare le abbuffate di Carnevale, è di nuovo tempo di scatenarsi. Per quanto riguarda i dolci, al periodo appartengono alcune specialità davvero golose: il beranek (un agnello dolce ricoperto di zucchero o di glassa al cioccolato), la jidase (treccia dolce che simboleggia la corda con cui s’impiccò Giuda), il mazanec (piccola pagnotta di pasta lievitata), il pernik (pan di zenzero) e il bozi milosti (che si traduce letteralmente “Grazia di Dio” ed è un dolce fritto e zuccherato). Per quanto riguarda il salato, la nuova stagione regala ingredienti per ricette che la celebrino a dovere: minestrone di verdura primaverile, carni ripiene di giovani, tenere ortiche, terrine di erbe spontanee, fresche insalate, uova sode, frittate aromatiche ecc. E, infine, la vera sorpresa di Pasqua in Cechia non sta rinchiusa nell’uovo, ma prende forma – e colore – nelle piazze e per le strade, in città così come in campagna, con i caratteristici mercatini. Forse meno noti di quelli di Natale, sono altrettanto affascinanti e tipici. Vivacissimi, ridondanti di oggetti e prelibatezze sono un inno ad artigianato, arte e sapori di Cechia, da portare a casa con sé.
Testo/Claudio Zeni – Foto fornite da Ente Nazionale Ceco per il Turismo – Foto d’apertura di Jan
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