Se a Pasqua volete regalarvi una breve vacanza rilassante un po’ fuori dalla routine quotidiana, immersi nella suggestione tradizionale dei riti popolari di rievocazione storica degli avvenimenti legati alla Passione di Cristo, con contorno di escursioni naturalistiche di elevato livello nell’aria salubre e con una cucina gustosa e genuina, il posto giusto dove andare è Serravalle di Carda. Mai sentito, vero ? Serravalle di Carda è infatti un piccolo borgo dell’appennino pesarese ad 800 m di quota e a 60 km dalla costa adriatica di Fano, quasi al confine con l’Umbria., sorto attorno all’anno Mille. Tanto piccolo da non meritare neppure il rango di comune, essendo soltanto una frazione del comune di Apecchio, in tutto 1.800 abitanti a 20 km di distanza. Fin dal lontano 1979 durante la Pasqua questo borgo sulle pendici del Monte Nerone si anima incredibilmente, per mettere in scena Passio, una delle più suggestive rievocazioni figurate degli avvenimenti pasquali di tutta la penisola, alla quale prendono parte attiva tutti gli abitanti, impegnati già nei mesi precedenti a studiare locations, a cucire costumi, ad imparare a memoria i dialoghi, a provare scene, per garantire un livello di alta professionalità da tutti i punti d vista.
Poi, con inizio al tramonto del Venerdì Santo (quest’anno il 30 marzo 2018), le vie della frazione si popolano di figuranti in costume e di botteghe di antichi mestieri, i quali danno vita ai diversi episodi della Passione di Cristo – appunto Passio – con bellissime scenografie illuminate da suggestivi giochi di luce, con costumi creati tutti a mano con un’attenzione fino nei minimi particolari, con la scelta delle musiche e degli effetti luci, combinate in modo emozionante con le vivide fiamme delle torce, disposte lungo tutto il percorso nelle vie del paese, fino al luogo della crocefissione. Nel corso della rappresentazione si assisterà agli episodi più toccanti della Passione: si parte dall’Ultima Cena, la preghiera nell’Orto degli Ulivi, l’apparizione dell’angelo e il bacio di Giuda, per proseguire con il processo di Caifa, il processo di Pilato con la flagellazione, fino alla Crocefissione, con il pubblico che vive la Morte di Gesù in un’atmosfera carica di partecipazione emotiva, e il canto straziante finale di Maria ai piedi della croce, capace di commuovere anche i cuori più duri. Così come riportato nelle Sacre Scritture, con il racconto che diventa emozione e l’emozione diventa fede.
Non pensate a Serravalle, e tanto meno ad Apecchio, come paesini di montagna fuori dal mondo sottoposti al fenomeno dello spopolamento, comune purtroppo a tante altre località dell’Appennino italico, capaci di rianimarsi un solo giorno all’anno. Serravalle risale al Mille, fece parte del Ducato di Urbino per ritornare poi nel 1631 alla Chiesa e fu comune autonomo fino al 1861. Apecchio presenta numerosi palazzi gentilizi rinascimentali, un castello quattrocentesco, un caratteristico ponte medievale a schiena d’asino, parecchie chiese con i loro bei dipinti, il quartiere ebraico, il teatro comunale, e un interessante museo di fossili; la frazione Colombara ospita invece il Mappamondo, curiosa costruzione di un artista locale, entrata nel Guinnes dei Primati in quanto capace di ospitare 600 persone.
Entrambe si aprono sulle pendici del Monte Nerone, 1.525 m di altitudine e un dislivello sul fondovalle di ben 1.200 m, una montagna di tutto rispetto molto importante da parecchi punti di vista, formato da rocce sedimentarie di calcare risalenti al Giurassico, quindi carsiche e carsificabili, tanto da ospitare numerose importanti grotte e suggestive forre, molto frequentate da speleologi e torrentisti, oltre che di appassionati di escursionismo e di trekking. Il Nerone è famoso tra i geologi ed i palentologi di tutto il mondo per i suoi ingenti giacimenti di fossili, in particolare conchiglie di ammoniti, raccolti in appositi musei didattici parecchio visitati ad Apecchio e Piobbico.
Il monte, ricoperto sui fianchi da pascoli e boschi di lecci, ornelli, carpini, faggi, sorbi, e da ricco sottobosco dove spiccano funghi, tartufi, orchidee, gigli e ciclamini, rappresenta un’importante oasi di protezione ambientale e naturalistica, popolata da cinghiali, daini, lepri, scoiattoli, uccelli di tutti i tipi, tanto selvaggia da contemplare anche la sporadica presenza del lupo appennino, indice di buona salute territoriale. La sommità del monte, per la sua ampia visione panoramica, ospita impianti di telecomunicazioni di Rai e Difesa, nonché skilift al servizio di sette piste di discesa e fondo. Tutte condizioni che fanno di Serravalle e di Apecchio due località turistiche dell’Appennino marchigiano, con diverse strutture ricettive come alberghi, appartamenti, B&B, agriturismi e rifugi alpini, immersi nel verde e nell’aria pura, con gustose specialità gastronomiche come tartufi e funghi.
Info: www.comune.apecchio.ps.it – www.serravalledicarda.it
tel. 0722 98 90 04, Comune.apecchio@provincia.ps.it
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