Il 2022 è stato dichiarato l’Anno Internazionale della Pesca e dell’Acquacoltura dalla Fao, l’organizzazione Onu con sede a Roma che si occupa di alimentazione e agricoltura. Allora cosa ci può essere di meglio di una manifestazione che punta alla valorizzazione e promozione del consumo consapevole del pesce dei mari italiani? Stiamo parlando di ‘Pesce in Piazza’, un evento culturale, gastronomico e divulgativo, che dal 15 al 17 dicembre 2022 promuoverà la biodiversità dei prodotti ittici presenti nel più grande microcosmo del pianeta, per dare una nuova vita al nostro mare promuovendone il consumo consapevole.
‘Pesce in piazza’ ritorna per il secondo anno a Trastevere, ma il luogo predestinato non sarà Piazza Mastai – come nella prima edizione – ma Piazza San Cosimato, alle spalle della Basilica di Santa Maria in Trastevere, nel cuore di uno dei più antichi e frequentati rioni storici della Capitale. Sarà una tre giorni con orario continuato 10-20 e ingresso gratuito, all’insegna dei pesci freschi dei nostri mari, ma anche dei prodotti ittici provenienti dalle nuove forme di acquacoltura sostenibile. Un’attività zootecnica iniziata nei paesi occidentali circa negli anni 70 del 900 ma già praticata in forme elementari nell’Impero Romano e che oggi può offrire enormi potenzialità di sviluppo, per soddisfare almeno in parte la richiesta mondiale di prodotti ittici. Infatti, dato il repentino aumento della popolazione mondiale, la Fao ha stimato che al 2030 la richiesta aggiuntiva di prodotti ittici potrebbe arrivare fino a circa 40 milioni di tonnellate.
«La seconda edizione di Pesce in Piazza vuole insistere sull’attenzione ai consumi ittici durante il
dell’anno in cui si consuma più pesce» – spiega Francesca Rocchi che cura la direzione artistica della manifestazione. Una data a ridosso delle feste di Natale con i piatti della tradizione, «Dove la scelta del pesce per le ricette tradizionali era sempre riferita a quello locale». «Il consumo ittico in Italia è in costante aumento – ha continuato Francesca Rocchi – ma solo il 20% di quello che si consuma proviene dai nostri mari e dai nostri allevamenti. Quindi una riflessione diventa necessaria per un consumo sempre più consapevole, a cominciare dall’educazione per i bambini». Allo scopo, nel corso di ‘Pesce in Piazza’ ci sarà uno spazio dedicato ai più piccoli, curato dagli animatori di Slow Food Roma, con un programma di attività ludiche sulle forme dei pesci, il loro ciclo biologico e la stagionalità del mare.
A dominare la scena gastronomica di ‘Pesce in Piazza’ sarà sempre e indubbiamente il pesce azzurro, un tempo bistrattato e ormai presenza incontrastata sulle tavole nostrane e nelle cucine dei più importanti ristoranti e trattorie. A cominciare da ‘Spirito Divino’ (via dei Genovesi 31a), ristorante slow-food con cantina di vini in grotta, dove si è tenuta nei giorni scorsi la conferenza stampa di presentazione della manifestazione. A curare l’evento un duo ormai collaudato: Un/Lab – agenzia che si occupa di formazione, pianificazione, organizzazione e gestione di eventi – e Francesca Rocchi. Alla manifestazione porteranno il loro contributo il ‘Centro Agroalimentare Roma’ (Car) e ‘Arsial’ l’Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione del Lazio. Ma sarà presente a ‘Pesce in Piazza’ anche il Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (Masaf), con incontri tematici, ospiti, attività ludico-educative per bambini, laboratori di gusto e show cooking. Le storie del mare saranno al centro degli incontri con le Comunità della pesca e delle Marinerie d’Italia, ma anche con imprenditori dell’acquacoltura e rappresentanti istituzionali. Non mancheranno gli appuntamenti in cucina con i maestri del pesce Massimo Riccioli e Anna Maria Palma, che daranno vita a ricette tradizionali, elaborazioni creative e assaggi per tutti.
«Pesce in Piazza sarà un agorá nella piazza del mercato – ha detto Luca Broncolo di Un/Lab – per incontrare proprio tutti, dai bambini alle famiglie romane. Per questa nuova edizione abbiamo scelto una piazza popolare nel cuore di Trastevere, che offre un plus alla dorsale culturale della manifestazione, dove i temi della nuova edizione saranno incentrati sul mercato rionale e il pesce azzurro, prodotto della nostra storia culinaria e dal grande valore nutritivo, strettamente legato alla cucina tradizionale delle feste natalizie».
I programmi
Oltre agli assaggi di pesce cucinato, cooking show, momenti multimediali, presentazioni di esperti del settore e figure istituzionali, ci sarà anche la lectio magistralis tenuta da un personaggio iconico della cultura del mare e l’anno scorso è toccata al geologo Mario Tozzi, ricercatore del Cnr, divulgatore scientifico, saggista, autore e conduttore televisivo, che tenne una lezione sulla genesi del nostro mare, dal titolo ‘Dalla Tetide al Mediterraneo, geografia del mito’. Il 2022 vedrà salire in “cattedra” il prof. Giuseppe Nocca, insegnante di Scienza degli alimenti e autore di numerosi libri sulle antiche tecniche di produzione degli alimenti nella storia, fino al Garum, di cui tratterà. Quando si parla di Garum il pensiero va ai nostri lontani predecessori, che nella cucina dell’Antica Roma usavano questo condimento su gran parte dei piatti, come oggi usiamo la salsa di soia nella cucina orientale. In sostanza si tratta di un liquido denso molto apprezzato anche oggi, prodotto dalla spremitura di pesci interi di vario tipo, salati e speziati fatti macerare dentro grosse anfore lasciate aperte. In particolare, consigliava il poeta Marco Valerio Marziale, andavano usati pesci grassi come sardine e sgombri, cui andavano aggiunti in porzione di un terzo, interiora di pesci vari. Alla fine del processo, il liquido prodotto dalla spremitura dei pesci si usava come condimento, che potremmo assimilare alla “colatura di acciughe”.
Ancora oggi il Garum viene prodotto in alcune località marinare, come nel caso dell’azienda conserviera Balistreri Girolamo & C., nel borgo marinaro di Aspra (Pa), che produce e commercializza anche una Colatura di Alici Garum (100ml. 13,50 €).
I tre temi principali che s’intrecceranno come in una rete nelle tre giornate saranno Consumi, Sostenibilità e Filiera ittica. Giovedì 15 la manifestazione sarà inaugurata alle ore 17 con l’incontro ‘I nostri mari, meraviglia da difendere’ per riflettere assieme al ministro del Masaf Francesco Lollobrigida, personalità del mondo politico e tanti ospiti, sulle responsabilità che tutti dovremmo avere a partire dai consumi quotidiani. Nel corso di due incontri dedicati alla sostenibilità di tutta la filiera ittica e ai progetti di tutela portati avanti dal mondo dell’imprenditoria di settore, ci sarà anche un focus sul ruolo del Mercato Ittico di Roma.
Il Cottìo
Ma sicuramente l’appuntamento più atteso sarà la riedizione del Cottìo, cioè il mercato del pesce con la vendita al dettaglio e le rituali contrattazioni. Un mercato ma anche uno spettacolo di strada, che rivivrà ogni giorno a partire dalle ore 18. Come quello che si teneva un tempo la notte dell’antivigilia di Natale al vicino Portico D’Ottavia fin dal medioevo e che durava fino all’alba, quando tutto il pesce rimasto andava all’asta a pochi soldi. Infatti, era solo questo il mercato del pesce romano, grazie alla vicinanza del porto fluviale di Ripa Grande sul fiume Tevere, per l’approdo degli arrivi da Ostia e qui si mescolavano negli acquisti nobili e plebei. Nel 1821 Papa Pio VII fece trasferire il mercato del pesce in una pescheria di via delle Coppelle e dopo l’Unità d’Italia fu trasferito in via San Teodoro. Solo nel 1927 il mercato del pesce divenne parte integrante dei ‘Mercati Generali’ all’Ostiense, chiusi poi nel settembre del 2002.
Quello dell’acquisto di pesce per la Vigilia di Natale e Capodanno è un rituale tramandato fino ai nostri tempi per i romani veraci e non solo. Adesso la vendita si svolge presso il ‘Centro Agroalimentare Roma’ (via della Tenuta del Cavaliere 1), al cui interno è ospitato il più grande Mercato Ittico d’Italia. Qui i cittadini possono fare acquisti al dettaglio il sabato dalle 7 alle 12 e nel periodo delle feste natalizie ci saranno anche due aperture straordinarie il 24 e 31 dicembre, con orario 7-12.
Per gli amanti della storia di Roma
Il Portico di Ottavia (porticus Octaviae) fu fatto realizzare tra il 27 e il 23 a.C. dall’imperatore Augusto in onore della sorella e tutt’oggi rimane sempre un punto di riferimento per la Comunità Ebraica di Roma. Un palcoscenico naturale che ci riporta a tanti anni fa, quando a metà XVI secolo divenne parte integrante del ‘Claustro degli ebrei’: il ‘Ghetto’. Infatti, per ordine del Papa Paolo IV (Gian Pietro Carafa) dopo il Concilio Lateranense IV e l’emanazione della Bolla papale ‘Cum nimis absurdum’, gli ebrei romani furono declassati come esseri umani e racchiusi in un’area di pochi ettari, compresa pressappoco tra l’attuale Lungotevere de’ Cenci, via del Portico d’Ottavia, piazza delle Cinque Scole.
Info: www.pesceinpiazza.it/
Testo/Maurizio Ceccaioni – Foto/Maurizio Ceccaioni/UnLab