La Polonia si propone come nuova meta turistica grazie al fascino indiscusso del paese, alle sue spettacolari città d’arte, alla sua variegata cultura, alle sue secolari tradizioni, alla simpatia e alla calorosa accoglienza dei polacchi, all’alta qualità dei servizi, alle efficienti comunicazioni interne, alla buona cucina, alle ottime birre ed al costo della vita contenuto (i prezzi sono sotto la media europea). Questa appare la sua formula vincente. Ma non solo. In più la rapidità dei collegamenti aerei con il resto del mondo, e in particolare con l’Italia. Voli low cost per Danzica, Varsavia, Cracovia, Katowice e Breslavia della Ryanair e Wizz Air partono più volte alla settimana da dodici aeroporti italiani. Comodi, economici e veloci, hanno incrementato il flusso di turisti italiani, nel 2017 circa 500.000. Mentre il totale dei turisti che l’anno scorso ha visitato la Polonia è stato di ben 17 milioni. Si scopre così un paese inedito, dalla storia complessa e travagliata, che ha visto la presenza delle fiere popolazioni baltiche a commerciare l’ambra con i Romani, lo splendore della corte di Casimiro III il Grande, capace di introdurre nel Trecento importanti riforme, e la favolosa Età dell’Oro nel XVI secolo, con l’illuminato Sigismondo I, durante la quale le città si arricchirono di palazzi e monumenti pregevoli.
Poi dal XVIII secolo fino alla fine della prima guerra mondiale la Polonia scomparve, purtroppo, dalle carte geografiche, in quanto ripartita tra Prussia, Russia e Impero Austro-Ungarico. Riunificata, seguirono due decenni di prosperità che le consentirono di riconquistare la propria identità nazionale, peraltro mai dimenticata. Travolta dall’espansionismo belligerante della Germania nazista, conobbe la tragedia e le distruzioni del secondo conflitto mondiale, il dramma della Shoah e l’occupazione sovietica. In questi ultimi anni, grazie anche agli aiuti della Comunità Europea, il paese sta vivendo un vero e proprio boom economico, come si riscontra nel tenore di vita sempre più elevato dei polacchi e nel costante aumento del suo Pil (+4,6%), per noi un miraggio. La ricostruzione è stata completata e le ferite della guerra risanate, ma non dimenticate. Poiché, giustamente, i Polacchi vogliono tutelare e valorizzare la loro storia e il loro passato. Anche il più tragico.
Danzica rinasce
Contro Danzica tedeschi e russi durante la seconda guerra mondiale si accanirono senza pietà. Occupata nel marzo del 1945 dall’Armata Rossa, fu rasa al suolo dalla feroce e inutile battaglia che ne seguì. La sua complessa ricostruzione, iniziata nel 1949, è durata venti anni. Così la città è risolta più bella di prima. Le splendide case dei ricchi mercanti del passato, con le loro facciate alte, eleganti, tempestate di decorazioni e dai luminosi colori, sono ritornate a splendere soprattutto lungo la Via Reale: 500 metri di preziosi gioielli architettonici. Come racconta con passione e competenza, anche nelle sue numerose guide turistiche pubblicate in Italia da Morellini Editore, Roberto Polce, giornalista, scrittore e guida turistica rimasto sedotto da Danzica, dove si è trasferito da alcuni anni (roberto.m.polce@gmail.com). Affidandosi a lui, si scopriranno tutti i segreti di questa affascinante città e le bellezze inedite del resto della Polonia. Ovviamente anche i posti giusti dove gustare le specialità gastronomiche locali, come il ristorante Kubicki, dai grandi camini in pietra e con foto e stampe d’epoca alle pareti, aperto nel 1918, dove lo chef Damian Mazurowski prepara il mitico goloka: stinco di maiale con patate, rafano e crauti ripassati in padella. Mentre il Gdanski Bowke Restaurant propone gli squisiti pierogi, grossi ravioli ripieni di ricotta, patate e carne speziata, e birra doc dei birrifici regionali. Il ristorante, fra i più antichi della città, si affaccia sul lungo fiume Motlawa e prende il nome da un personaggio tipico del porto: ironico, pigro e un po’ guascone. Qui attraccavano, carichi di preziose merci, i velieri provenienti da ogni parte del mondo e da qui oggi partano i pomposi galeoni di legno che si spingono fino al porto e alla foce della Vistola, come il Galeon Piracki (www.galeony.pl). Un breve viaggio fra inusuali prospettive sulla città ed il suo passato.
Nell’area dei cantieri navali svetta la mole color ruggine, simile alla carena di una possente nave pronta a salpare, del Centro Europeo di Solidarność. Inaugurato nel 2014, conserva la memoria della lunga e dura lotta che gli operai della città e del paese hanno affrontato per raggiungere la libertà e la democrazia, con gli scioperi degli anni Settanta e Ottanta guidati da Lech Wałęsa, leader carismatico, Premio Nobel per la Pace nel 1983 e presidente della Polonia dal 1990 al 1995. Un importante ruolo in tutto ciò l’ha avuto anche Papa Giovanni Paolo II, nato a Cracovia e molto legato alla sua Polonia. Un’altra importante e tragica pagina di storia è stata scritta a Westrplatte, area verde a 7 km dal centro della città, dove la Polonia aveva un avamposto nel famoso Corridoio di Danzica, creato dopo la fine della prima guerra mondiale. Il 1° settembre 1939 proprio su questa penisola è iniziato il secondo conflitto mondiale, quando la nave da guerra tedesca Schleswerg-Holstein sparò alcuni colpi di cannone contro la guarnigione polacca, distruggendola, di cui rimangono solo pochi resti. Più avanti una grande scritta, che si specchia su di un verde prato, sembra urlare a futura memoria: “Mai più guerre”.
A pochi chilometri la storia volta pagina. Tutto il fascino della Belle Époque si respira a Sopot, stazione balneare alla moda fin dall’Ottocento sul Mar Baltico, con il suo molo, il più lungo in legno d’Europa (515 m), le sue fantasiose ville liberty ed il suo stabilimento di talassoterapia. Ancora un viaggio a ritroso nel tempo a Pruszcz Gdański, 13 km da Danzica, dove sono svelati tutti i segreti dell’ambra a Faktoria (www.faktoria-pruszcz.pl), centro culturale in cui è stato ricostruito un villaggio che proprio in quest’area prosperò tra il II secolo a. C. e il V secolo d. C.. Da qui partiva la Via dell’Ambra, che in 2019 km raggiungeva Aquileia, consentendo ai mercanti di vendere la misteriosa e preziosa resina dalle 200 varietà e tonalità diverse, raccolta sulle coste del Mar Baltico e molto amata dai Romani. Anche la Domus Aurea di Nerone ne era decorata e illuminata.
Il più spettacolare dei numerosi castelli disseminati su tutto il territorio polacco è quello di Malbork, 30 km a sud-est di Danzica, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Costruito nel 1276, per quasi 150 anni fu la sede principale dei Cavalieri Teutonici, ordine monastico-militare molto potente capace di controllare l’antica Prussia e le coste del Baltico. Suntuoso e possente, ancora oggi stupisce e affascina con la sua mole di mattoni rossi, i suoi labirintici fossati, l’eleganza delle sue sale dalle aeree volte gotiche riscaldate da un ingegnoso sistema di condotte di aria calda. Nel cortile della parte superiore del Castello il Ristorante Gothic viene condotto da undici anni dallo chef Bogdan Galazka, due capelli Gault & Millou, specializzato nel preparare piatti tradizionali del territorio fra cui il Kura Zielona, petto di pollo su letto di carote, noci e sesamo. Ci si lascia il Medio Evo alle spalle con un treno superveloce e confortevolissimo, il quale dalla deliziosa neogotica stazione di Malbork e in poche ore si raggiungono Varsavia e Cracovia, città d’arte fra le più visitate d’Europa.
I fasti di Cracovia
A Cracovia tutto ruota attorno all’imponente Castello Reale del Wawel e alla stupefacente Rynek Główny, la piazza medievale più grande d’Europa, circondata da palazzi e chiese, ma anche da caffè, ristoranti dove gustare le specialità locali, jazz club, discoteche e teatri dove passare la sera. Come sostiene Bozena Cipollone (bozena.gas57@gmail.com), attenta guida turistica, che dopo i molti anni passati in Italia è tornata nella sua città amata moltissimo. Due i ristoranti consigliati. Il Pod Aniolami si presenta come un sensazionale museo con oggetti in rame, ceramiche, dipinti e statue lignee d’epoca raccolti con passione da Jacek Lodzinski, chef molto noto per i suoi piatti creativi e l’uso delle foglie d’oro su dolci e biscotti allo zenzero. Il raffinato ristorante Szara Gęś propone invece piatti a base di oca e dolci golosissimi, come il cocco dal guscio di cioccolato ripieno di gelato di crema. Il posto giusto per assistere allo struscio della Piazza del Mercato ed ammirare la Basilica di Santa Maria, situata quasi di fronte. Quando le campane della basilica battono le ore, tutti si fermano e rivolgono lo sguardo alle finestre della torre più alta, dove compare un musicista che con la sua tromba intona l’hejnat (chiamata a raccolta) per quattro volte, segnale di allarme risalente al Medio Evo.
Cracovia, per fortuna, non ha subito molte distruzioni durante l’ultimo conflitto mondiale, ma è stata purtroppo teatro di deportazioni e violenze perpetrate dai nazisti nei confronti degli ebrei abitanti nel ghetto di Kazimierz, oggi ritornato ai fasti del passato grazie al restauro delle sue sinagoghe ed all’apertura di ristoranti kasher e musei dedicati alla cultura ebraica. Momenti di raccoglimento per non dimenticare nel Cimitero di Remuh, accanto all’omonima sinagoga, dove le vecchie lapidi delle tombe affollano il breve spazio fra le case. Di là dalla Vistola si estende il quartiere operaio di Podgórze, dove i nazisti internarono nel ghetto oltre 16.000 ebrei prima di deportarli nei vari campi di sterminio. Subito dopo il ponte si apre Plac Bohaterów Getta, grande piazza con il Memoriale ai Morti del Ghetto costituito da settanta grandi sedie metalliche distanziate fra loro per simboleggiare la partenza dei deportati verso i campi di sterminio. Più avanti la Fabbrica di stoviglie smaltate di Oskar Schindler, che il film “Schindler’s List” di Steven Spielberg ha reso famosa, funziona come un museo interattivo dove si rivive l’orrore della Shoah. Ma anche l’impegno di questo simpatico e scaltro antieroe, il quale salvò con generosità e astuzia la vita di oltre mille dei suoi operai. Nella stanza finale, circolare, si rivede la luce: tutta bianca, tempestata di scritte inneggianti alla pace.
Alle porte di Cracovia, dopo circa 40 km, l’idillio di Oświęcim, cittadina con villette dai giardini ben curati e pieni di fiori, e l’orrore del “male assoluto” nei vicini campi di sterminio di Auschwitz e Birkenau, dove sono stati gasati oltre due milioni di ebrei, sinti, rom, omosessuali, polacchi e prigionieri di guerra. Questi luoghi di morte sono visitati ogni anno da oltre sei milioni di persone, impegnate a sfilare in raccolto silenzio e commozione dinanzi ai forni crematori, dentro le baracche dove erano stipati su rudimentali letti di tavolaccio fino a trecento persone. E’ quasi un pellegrinaggio. Per non dimenticare.
Quasi in un percorso catartico e purificatore si scende nelle viscere della terra nella Miniera di sale di Wieliczka, solo 14 km a est di Cracovia. Dismessa da tempo, forma oggi un singolare museo. Nelle grandi gallerie, capaci di formare un labirinto misterioso, sostenute da robusti tronchi di pino si affacciano statue di sale e si apre la grandiosa Cappella di Santa Cunegonda, un’immensa chiesa dove risuonano i canti e le preghiere dei fedeli. Il microclima della miniera e le proprietà terapeutiche del salgemma curano chi è affetto da malattie respiratorie e allergie croniche, nell’apposito Sanatorio posto a 135 metri di profondità.
Dove mangiare
Danzica
Kubicki, ulica Wartka 5, tel. 583011150, www.restauracjakubicki.pl
Gdański Bowke, ulica Długie Pobrzeże 11, tel. 5838011, www.gdanskibowke.com.pl
Malbork
Ristorante Gothic, tel. 556470889, www.gothic.com.pl
Cracovia
Pod Aniolami, uliza Grodzka 35, tel. 12421399, www.podaniolami.pl
Szara Gęś, Rynek Główny 17, tel. 124306311, www.szarages.com.pl
Info: Ente Nazionale Polacco per il Turismo, Via G. B. Martini 5, 00198 Roma, tel. 06.4827060, www.polonia.travel/it.
Testo/Pietro Tarallo – Foto/Massimo Bisceglie e Google Immagini