The Yard hotel di Milano ha di recente ospitato la serata clou della quarta edizione dell’Atelier des Grandes Dames, progetto ideato nel 2016 dalla maison Veuve Clicquot al fine di celebrare i talenti femminili dell’alta ristorazione, sostenendone potenzialità e capacità. E, ancora una volta, Veuve Clicquot ha rinnovato la sua prestigiosa partnership con Michelin Italia, organizzando dunque la quarta edizione del Premio Michelin chef donna 2019. I leggendari e temutissimi ispettori della Michelin quest’anno hanno deciso di premiare la siciliana Martina Caruso – che già risulta essere la più giovane detentrice di una stella Michelin – chef-patron del ristorante Signum dell’isola di Salina (Eolie), motivando come segue la loro scelta: “Una cucina strutturata, ma allo stesso tempo fresca e delicata, con proposte originali che esaltano i sapori e i profumi dei prodotti locali. Martina Caruso riceve il Premio Michelin chef donna 2019 per la grande volontà e capacità di progredire e di rappresentare la sua raggiante isola, attraverso una grande tecnica ed il tocco femminile di una giovane donna appassionata e determinata”.
La premiatissima Martina Caruso, classe 1989, ha tra l’altro detto: “Nella mia cucina ho cercato di trasmettere la passione di una donna semplice, ma determinata. Amo infinitamente Salina, è la mia isola, ed è una terra vulcanica fonte d’energia, quell’energia che mi scorre nelle vene e che mi spinge a fare sempre meglio. La mia vita a Salina è fatta di pescatori, i quali mi raccontano le storie del mare e dei suoi tesori, di donne che raccolgono i capperi (presidio Slow Food, n.d.r.) e poi li mettono in conserva, degli orti e dei frutteti curati da mio padre, della montagna vulcanica con le sue erbe spontanee, i funghi, le castagne, le radici. La mia femminilità in cucina risulta in pratica l’espressione della mia terra”.
Nello specifico, la premiazione della Caruso stata preceduta da un informale scambio di battute sul significato di ‘femminilità’ nell’alta ristorazione, intesa non tanto come differenza di genere ma, piuttosto, come sfaccettatura extra nell’approccio professionale, in modo da mettere anche in luce la complessità della vita di una donna-chef e il contributo fondamentale che l’approccio muliebre appare in grado di fornire al mondo della ristorazione, notoriamente a prevalenza maschile. D’altronde, desiderio di Veuve Clicquot (www.veuveclicquot.com) è che le chef italiane di ogni ordine e grado acquistino sempre maggiore consapevolezza circa l’importanza del loro apporto al mondo dell’alta cucina, e che abbiano anche alle spalle un ‘sistema’ in grado di sostenerle e anche di apprezzarle per come nella vita riescono a giostrarsi tra il ruolo professionale e quello personale.
Le altre tre selezionate per il Premio Michelin chef donna 2019 sono: Antonia Klugmann/L’argine di Vencò, Katia Maccari/I Salotti del Patriarca di Chiusi, Solaika Marrocco/Primo Restaurant di Lecce. Ad oggi sono dunque 16 le super-cuoche finaliste – quattro per anno – automaticamente entrate a far parte del network femminile Atelier des Grandes Dames, creato in omaggio a Barbe-Nicole Ponsardin, c’est-à-dire Madame Clicquo la quale, vedova a soli 27 anni, ha dovuto prendere in mano le redini dell’azienda di famiglia fondata nel 1772 a Reims dal suocero, riuscendo a portare il suo pregiato vino in tutte le corti d’Europa.
Grande successo dell’epoca, lo champagne Veuve Clicquot divenne presto un mito – “le vin roi” lo chiamavano – celebrato da letterati e poeti. Non a caso, Madame Clicquot, creatrice del primo champagne millesimato al mondo e della table de remuage (l’attuale pupitre), è una delle prime donne d’affari della storia e viene ricordata come La grande dame della Champagne.
Info: Martina Caruso, Ristorante Signum, via Scalo 15, 98050 Malfa, Salina (Me) –
tel. 090 984422 – info@hotelsignum.it – www.hotelsignum.it –
Testo/Olivia Cremascoli – foto/courtesy Veuve Clicquot