I villeggianti che, soprattutto d’estate, affollano numerosi le coste della Sardegna, attratti da una soffice ed assolata rena e da un mare da incanto stile Caraibi – ed anche meglio – ignorano forse come quest’isola centro mediterranea possieda una invidiabile rete ferroviaria, che può essere ormai definita esclusivamente turistica, in grado di collegare diversi paesi dell’interno con altri ubicati sulla costa, definibili come capisaldi del turismo sardo. Ma queste ferrovie misconosciute consentono, soprattutto, nel modo più comodo possibile, di penetrare nel cuore selvaggio e misterioso dell’isola, dove si celano gli intonsi tesori ambientali, naturalistici, storici, artistici ed umani di questa terra profumata di mirto, tra querce da sughero ed odorosa macchia mediterranea. Basta volerlo. Perché alla Sardegna tutti riconoscono una caratteristica peculiare ed unica: quella di presentare panorami totalmente diversi ad ogni curva della strada.
Si tratta del cosiddetto Trenino Verde, una rete a scartamento ridotto di complessivi 438 km ripartiti in cinque diverse tratte, nate alla fine del 1800 con l’intento di consentire la mobilità degli abitanti degli isolati paesini nel centro-nord dell’interno – soprattutto lavoratori – con i centri presenti sulla costa, già allora avviati ad un relativo sviluppo. La successiva diffusione degli automezzi, soprattutto nell’ultimo mezzo secolo, ha finito per rendere un po’ inutili ed obsolete queste ferrovie, sicuramente antieconomiche. Ma proprio nel momento in cui stavano per essere smantellate, la Regione ha intravvisto in loro un notevole potenziale di sviluppo turistico, consentendo la valorizzazione di territori ignorati e tagliati fuori da ogni rotta turistica, senza dover creare nuove infrastrutture invadenti e non rispettose dell’ambiente e producendo inedite prospettive e possibilità di lavoro per i residenti. Le cinque linee sono state quindi affidate alla gestione dell’ARST – Azienda regionale sarda trasporti – con intenti e prospettive totalmente diversi rispetto al passato.
La prima linea, 59 km percorribili in 3,30 ore nell’estremo nord-est, collega l’arcipelago della Maddalena ed il porto di Palau con Tempio Pausania, passando da Arzachena ed il lago del Liscia, attraversando in forte salita tutta la Gallura, fino ad un altezza superiore ai 500 m; entro il 2020 dovrebbe arrivare fino a Sassari, nel nord-ovest. La seconda, di 46 km percorribili in 1,50 ora, tra le più antiche essendo stata realizzata nel 1888, nell’ovest porta da Macomer fino a Bosa Marina, dalle montagne dell’interno al mare dove volteggiano i rari grifoni. La terza collega con 37 km e 2,45 ore Mandas con Laconi, nel centro dominato dagli incantevoli paesaggi selvaggi del Sarcidano e della Barbagia; l’anno prossimo dovrebbe arrivare fino a Sorgono. La quarta, la più lunga con 72 km ed un tempo di percorrenza di 3,40 ore, attraversa le montagne del Gennargentu e della Barbagia per scendere fino alle rocce rosse di Arbatax. La quinta infine, la Arbatax – Tortolì – Lanusei – Gairo (62 km in 3,30 ore), forse la più battuta e scenografica, parte dal mare di Arbatax e, attraverso l’alto Flumendosa, arriva fino ad una serie di paesini fantasma nel centro-est.
Locomotori e carrozze, uno diverso dall’altro, sono tutti vintage – addirittura un po’ scomodi – e sembrano appena usciti da un museo, sprigionando un enorme fascino antico, ed oltre ad un viaggio nello spazio ne regalano anche uno nel tempo, passato. Arrancano lentamente su ripide salite, con soluzione tecniche che sono veri capolavori di ingegneria per quei tempi, arrivando fino a quote rilevanti. Viaggiano lentamente, consentendo ai passeggeri di scrutare attentamente il paesaggio, in ambienti piuttosto selvaggi, tipo Far West, ed in qualche caso ci si aspetta da un momento all’altro l’attacco da parte degli indiani. La lentezza in questo caso rappresenta un pregio e non un difetto: si è in vacanza, nessuno ha fretta, e la vera meta del viaggio risulta costituita dal viaggio stesso. Si può infatti arrivare al capolinea e ritornare subito al punto di partenza oppure, ancor meglio, fermarsi ad ogni stazione per una sosta in grado di consentire la visita a ciò di interessante che esiste, ripartendo poi con il treno successivo. E se all’apparenza potrebbe sembrare non esserci nulla, in realtà quiete, aria buona e rapporti umani si possono sempre trovare ovunque, senza contare una cucina gustosa, genuina e casereccia, l’acquisto di prodotti artigianali di qualità.
I Trenini Verdi viaggiano tutto l’anno, ovviamente con un numero maggiore di corse durante l’estate; calendari, orari, prezzi ed iniziative speciali possono essere ottenuti presso gli operatori privati aderenti al servizio Trenino Verde Point, oppure sul sito www.treninoverde.com. Trattandosi di un’iniziativa tesa alla scoperta ed alla valorizzazione turistica di aree poco note nell’interno dell’isola, a volte le corse risultano abbinate alla degustazione di prodotti tipici alimentari del territorio, oppure ad escursioni guidate, trekking e gite a cavallo, a monumenti e luoghi salienti.
Info: treninoverde@arst.sardegna.it – www.treninoverde.com/contatti/ – www.treninoverdesardegna.com/it/ – info@treninoverde@gmail.com – tel. 349 65 26 911
ByTerreIncognite – Foto/Trenino Verde