Singapore risulta conosciuta spesso come lo scalo di transito per numerose destinazioni del sud-est asiatico, come Indonesia, Malaysia, Cambogia, Vietnam, oppure stop-over per l’Australia: il suo aeroporto internazionale Changi, enorme e comodissimo, è spesso l’unico ricordo di chi viaggia da queste parti del mondo. Ciò costituisce un vero peccato perché la città del Merlion, la testa di leone con il corpo di sirena, una delle icone qui più amate, rappresenta una destinazione turistica di prima grandezza e una città che si può considerare come la nuova capitale dell’Asia.
Per chi non conosce la particolarità di Singapore, risulta necessario cominciare dalla geografia: questa piccola città-stato all’estremità della penisola malese è un’isola a forma di diamante con la superficie minuscola di una piccola provincia italiana, in continua crescita grazie alla terra progressivamente strappata al mare. Guardando una foto di cinquant’anni fa, sembra impossibile riconoscere non solo gli edifici, ma anche la linea di costa. Con una densità abitativa elevatissima, conta oggi oltre cinque milioni di abitanti, con uno dei PIL pro-capite più alto del mondo. Si presenta come una città estremamente pulita, sicura, efficiente, pianificata centralmente, con una rete di trasporti pubblici capillare, moderna, a buon prezzo e in continua crescita: nuove linee di metropolitana di aggiungono continuamente, e non appare esagerato affermare che a distanza di soli cinque anni la città cambia anche nella sua architettura, con nuovi grattacieli e centri commerciali che sostituiscono le strutture più obsolete. Questa intensa urbanizzazione si è sviluppata in una città giardino: la vicinanza con l’equatore e il clima tropicale caldo-umido, praticamente senza escursione termica durante tutto l’anno, permettono una flora di alberi di alto fusto inconsueta in un centro cittadino.
La pianificazione di grandi parchi e giardini ha creato enormi polmoni verdi, come il parco di Fort Canning in pieno centro cittadino vicino al National Museum (www.nhb.gov.sg ), e il grande Giardino Botanico di Singapore (www.nparks.gov.sg) con il coloratissimo National Orchid Garden che si trova in cima a Orchard Road, la via delle boutique e dello shopping elegante. Ma cinque anni fa è stata aperta un’altra meraviglia verde nella nuova zona di Marina South, strappata al mare. Si tratta dei Gardens by the Bay (www.gardensbythebay.com.sg) che accolgono su 101 ettari oltre 220.000 piante suddivise in tre ampi giardini affacciati sul mare, dove si può passeggiare liberamente. Questi enormi spazi verdi offrono percorsi a tema, serre, ruscelli, laghetti e i famosi Super Trees, veri e propri giardini verticali alti tra i 25 e i 50 metri, capaci di svettare nello skyline della città. I fusti di queste avveniristiche strutture di metallo creano un armonico habitat tra uomo e natura, con soluzioni tecnologiche all’avanguardia nel rispetto dell’ambiente: raccolgono e incanalano l’acqua piovana, dispongono di pannelli fotovoltaici e sono ricoperti da piante di circa 200 specie diverse. In cima ad alcuni sono installati ristoranti e spazi relax: si può camminare ad oltre 20 metri di altezza su una passerella sospesa per osservarli da vicino. La vera attrazione di questi giardini sono le due serre in vetro della Cloud Forest e del Flower Dome, realizzate con 3.332 pannelli di vetri speciali di 42 forme diverse, i quali evitano sprechi energetici e assicurano l’habitat ideale per la flora conservata al loro interno. Accessibili con biglietto d’ingresso e sempre affollate, le serre riproducono l’ambiente della foresta pluviale delle montagne del Borneo, e rispettivamente le fioriture di diversi continenti, dall’Australia, all’America e all’Europa. Gardens by the Bay offre anche due ettari di spazio dedicati al Flower Market e a quattro Horticultural Gardens, omaggio alle culture malese, cinese, indiana e inglese, che caratterizzano l’identità della città-Stato.
Mentre questi spazi verdi curati si trovano downtown, appena ci si reca fuori dal centro cittadino si rimarrà stupiti dal trovare una vera giungla tropicale, dove scimmie e rettili vivono in libertà. In questa zona nella parte settentrionale dell’isola si trova lo Zoo di Singapore (www.wrs.com.sg), giustamente famoso per la sua estensione, per la fauna che vi si trova libera, separata dal pubblico di norma solo da ostacoli naturali. La visita si presenta assai interessante e richiede parecchio tempo: è possibile anche approfittare della suggestiva visita notturna, quando si vedono in attività animali come i grandi mammiferi carnivori, che normalmente di giorno sonnecchiano. Accanto allo zoo è stato aperto di recente con un investimento di un centinaio di milioni di euro il River Safari (www.riversafari.com.sg), una nuova attrazione turistica che ha entusiasmato sia i locali, sia i turisti: su 12 ettari con 34 mila metri cubi d’acqua sono stati ricreati gli ecosistemi di diversi grandi fiumi del mondo (Rio delle Amazzoni, Mississippi, Congo, Nilo, Gange, Mekong Yangtze, con vasche, pesci, percorsi didattici capaci di mostrare oltre 6000 animali di 200 specie diverse, di cui 40 in pericolo di estinzione. Il percorso risulta accessibile a piedi, oppure con una minicrociera in barca di un quarto d’ora sulla superficie d’acqua prospiciente lo zoo. L’obiettivo consiste nello spiegare ad adulti e bambini il delicato equilibrio del mondo delle acque.
Proprio l’acqua è al tempo stesso la ricchezza e la minaccia per Singapore: da un lato la sua intera storia si è sviluppata grazie ai commerci marittimi e alla sua posizione privilegiata sugli stretti che uniscono l’oceano Indiano al mare Cinese Meridionale. Dall’altro lato, nonostante le forti piogge tropicali capaci in alcuni momenti di raggiungere intensità tali da paralizzare completamente la città, per fortuna per tempi brevi, le provviste d’acqua necessarie a una popolazione così numerosa non sono sufficienti e la sopravvivenza di Singapore dipende dall’importazione di acqua dalla vicina Malaysia. Non stupisce dunque che i numerosi bacini di acqua dolce all’interno dell’isola, detti reservoir, siano considerati una risorsa strategica, protetta da una guardia militare armata, e a Singapore sulle regole non si scherza: si tratta di un Paese con scarsissima tolleranza, in cui esiste ancora la pena di morte.
La storia di Singapore è molto recente. La si fa risalire al 1821, quando Sir Stamford Raffles, funzionario della Compagnia inglese delle Indie, negoziò con il locale sultano un trattato che permise di stanziare il primo insediamento inglese negli Stretti, alterando un delicato equilibrio geopolitico, il quale fino a quel momento aveva assegnato agli olandesi il controllo dei traffici in quella parte del mondo, allora di capitale importanza per l’importazione in Europa delle spezie. La neonata colonia ebbe uno sviluppo inimmaginabile e travolgente. Raffles viene considerato il padre della patria ed è ricordato dovunque. I traffici marittimi attirarono una numerosa manodopera dall’India, dalla Cina e dalla penisola malese: queste tre etnie con le loro lingue sono ancora presenti e costituiscono insieme agli occidentali il crogiolo di razze di una nazione in cui quasi sempre si trovano scritte in quattro lingue: l’inglese fortunatamente costituisce la lingua di scambio parlata da tutti. Chi vuole approfondire questa breve ma suggestiva storia deve visitare assolutamente innanzitutto il National Museum, custode della storia e della cultura di Singapore, e poi integrare la conoscenza in pieno centro con l’Asian Civilizations Museum (www.acm.org.sg), il Museo Peranakan, il quale riporta la storia degli immigrati cinesi stanziatisi a Singapore, nonché con il gradevole percorso teatralizzato Images of Singapore (www.imagesofsingaporelive.com) che si trova sull’isola di Sentosa accanto all’esposizione di Madame Tussauds.
A cercare cose interessanti da scoprire si potrebbe continuare a lungo. Un suggerimento per chi ha interessi artistici risulta quello di visitare i due grandi musei che si trovano downtown a breve distanza: innanzitutto la National Gallery di Singapore (www.nationalgallery.sg), inaugurata nel 2015 per il cinquantenario dell’indipendenza nell’edificio palladiano dell’ex Corte Suprema: contiene diverse interessanti gallerie permanenti di artisti locali e asiatici contemporanei e ospita a rotazione grandi mostre temporanee; poi l’Art Science Museum nel comprensorio di Marina Bay Sands (www.marinabaysands.com/museum.html), un edificio avveniristico e bianchissimo a forma di fiore di loto aperto dove l’arte incontra la scienza: in diverse mostre temporanee vengono esplorate le ricadute di temi scientifici e tecnologici di punta come i cyborg e la realtà virtuale immersiva. Le mostre attualmente in programmazione sono Future World, L’universo e l’arte, Human+ dedicato al futuro della nostra specie, e Into the Wild. Ancora a proposito di scienza, val la pena di raggiungere la località di Jurong al centro dell’isola, ben collegata anche con la metropolitana che qui si chiama MRT ed è molto pratica per spostarsi dovunque. Qui si può visitare lo Science Centre of Singapore (www.science.edu.sg), con numerose hall tematiche e esperimenti e giochi per tutte le età, tra cui una dedicata al mondo della matematica con oltre 20 esperimenti ricreativi e un laboratorio di atomi programmabili Lego.
Ospitalità alberghiera. Singapore risulta nota per un’ospitalità ricettiva di livello mondiale, con numerosi alberghi in tutte le categorie. Tra i cinque stelle lusso si trovano alcuni hotel di rinomanza internazionale. Per chi ama la storia, The Fullerton Hotel (www.fullertonhotels.com) ha il fascino di un edificio quasi centenario, che è stato a lungo edificio pubblico e ha ospitato la Posta centrale. Costruito sul fronte del mare alla foce del Singapore River, oggi si trova sullo specchio d’acqua di Marina Bay ed è adiacente al Merlion. La proprietà cinese si è impegnata nel recupero edilizio di tutto il fronte della Marina con il progetto Fullerton Heritage, con alcune testimonianze d’epoca come il Clifford Pier, l’imponente terminal passeggeri Art Decò trasformata in un luminosa sala ristorante, inframmezzate da costruzioni modernissime come il Fullerton Bay Hotel quasi sospeso sull’acqua. Chi vuole invece vivere la verticalità dei grattacieli dominanti la skyline del centro cittadino deve vedere il Marina Mandarin (www.marinamandarin.com.sg), modernissimo nonostante i 30 anni dalla sua costruzione: uno spettacolare atrio alto 21 piani con ascensore a vista e veduta impareggiabile dalle terrazze delle camere. Se entrambi questi hotel sono frequentati principalmente da una clientela business, anche se nei mesi estivi la Great Singapore Sale richiama frotte di turisti da tutto il mondo, decisamente diversa è l’atmosfera allo Shangri-Là Rasa Sentosa (www.shangri-la.com/singapore/rasasentosaresort/), un resort inaspettato fronte mare in mezzo a un parco di alte palme con grandi piscine e spiaggia privata di sabbia, molto adatto come destinazione di vacanza anche se accompagnati dai bambini. A soli 15 minuti dal centro cittadino, Sentosa è l’isola dei divertimenti, una specie di grande parco tematico all’aperto con attrazioni di tutti i tipi in mezzo alla natura. Nessuna difficoltà infine per mangiare: il patrimonio culinario della città si presenta vasto con ristoranti cinesi, malesi, indiani e peranakan, e naturalmente molti locali con cucina giapponese e occidentale, anche autenticamente italiana. Nei grandi alberghi è normale fin dalla colazione trovare enormi buffet suddivisi a zone con cuochi a disposizione per preparare espressamente qualche piatto tipico: davvero un peccato fermarsi ai piatti della cucina internazionale!
Testo/foto Leonardo Felician